Omicidi Roma Prati, resta in carcere De Pau. Ha filmato delitti in un video

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L'indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio nel carcere di Regina Coeli, dove è stato trasferito sabato sera. Sempre oggi i pm di piazzale Clodio affideranno l'incarico al medico legale per le autopsie. La difesa: "Il profilo psichiatrico andrà esaminato dalla procura". La sorella del killer: "Amo mio fratello, ma non potevo non denunciarlo"

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Il gip ha convalidato il fermo di Giandavide De Pau, il 51enne romano accusato del triplice omicidio di Roma (CHI ERANO LE TRE VITTIME - LE PAROLE DELL'AMICA - IL TESTIMONE). Il giudice, al termine dell'interrogatorio di convalida, ha emesso una misura cautelare agli arresti in carcere. L'indagato si trova ora al Regina Coeli dove è stato trasferito sabato sera al termine dell'interrogatorio in Questura

Oggi De Pau, cui si contesta il reato di omicidio plurimo aggravato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'uomo si trova in regime di "grandissima sorveglianza", con la polizia penitenziaria che lo controlla 24 ore su 24. Nella giornata odierna, inoltre, i pm di piazzale Clodio affideranno l'incarico al medico legale per le autopsie, che verranno svolte all'istituto di medica legale del Gemelli.

I video

A quanto emerge dall'ordinanza cautelare emessa dal Gip, De Pau ha ripreso con il proprio cellulare le fasi dell'omicidio delle due prime vittime, Yang Yung Xia, nata in Cina il primo gennaio del 1977, e Li Yang Rong, nata in Cina il 14 maggio del 1967, uccise tra le 10.30 e le 13 nell'appartamento di via Riboty. Ad identificare i cadaveri, gli agenti della Polizia Scientifica e i colleghi dell'Ufficio Immigrazione.

Si tratta di due video trovati nel telefono dell'indagato dagli inquirenti coordinati dalla Procura di Roma. L'uomo aveva lasciato il telefono nell'appartamento prima di recarsi in via Durazzo dove è avvenuto il terzo delitto. "Documentano in maniera incontrovertibile e raccapricciante l'omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau -scrive il gip- dopo aver consumato con le stesse rapporti sessuali ed aver preteso di rimanere solo mandando via altri clienti". "Dopo qualche secondo De Pau sposta il telefono e si inquadrano le scarpe che lo stesso indossa, dopodiché il telefono viene appoggiato oscurando la telecamera ma continua ad essere registrato l'audio". "Al minuto 1.09 si sentono rumori e la donna urlare fortemente, ma il suono giunge come soffocato -scrive ancora il gip- entra l'altra donna che chiede 'cosa fai a lei', subito dopo si sentono le urla strazianti anche della seconda donna che viene aggredita".

Analogie con altro delitto, possibile riapertura cold case

Inoltre, i magistrati di piazzale Clodio potrebbero riaprire le indagini su almeno un altro omicidio di una donna che si prostituiva. Si tratta di un delitto che risale a molti anni fa e avrebbe molte analogie con quanto avvenuto in via Riboty e via Durazzo. L'attività è legata alla volontà di scavare anche nel passato di De Pau per cercare eventuali collegamenti con fatti di sangue avvenuti negli anni scorsi a Roma e che hanno avuto come vittime donne.

Difesa: "È ancora confuso e non ricorda nulla"

"Il mio assistito non ha risposto dopo le 7 ore di interrogatorio in Questura non ha voleva aggiungere nulla. E' ancora molto confuso e non ricorda nulla. La Procura contesta dell'omicidio plurimo aggravato ma senza premeditazione perché è difficilmente contestabile". Lo ha affermato l'avvocato Alessandro De Federicis dopo l'interrogatorio di convalida. "In base a quanto so l'arma non è stata ancora trovata. Ho chiesto di trovare una struttura adeguata alle sue condizioni, parliamo di una persona con disturbo della personalità borderline", ha aggiunto.

"Profilo psichiatrico andrà esaminato da procura"

"Il suo profilo psichiatrico - ha proseguito il legale - andrà esaminato anche dalla procura. De Pau era libero perché non aveva titoli per essere detenuto, e nessuno, neanche gli psichiatri che lo avevano visitato, si erano accorti della sua pericolosità'". Parlando con i cronisti, il penalista aveva poi aggiunto di avere incontrato ieri De Pau. "Non ha contezza e memoria di quello che è successo per come l'ho visto io, assente, mi sembra strano fosse in grado di organizzarsi una fuga".

Il gip: "De Pau consapevole di quanto fatto"

"Contrariamente a quanto sostenuto da De Pau circa il suo stato di confusione e di non ricordare nulla", tutti i dati raccolti "fanno presumere che fosse pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni delle tre donne", scrive il gip di Roma nell'ordinanza cautelare. "La estrema gravità dei fatti commessi - prosegue il gip - in un brevissimo arco temporale ai danni di tre donne durante la consumazione di rapporti sessuali, la particolare efferatezza e brutalità dei tre omicidi, due dei quali addirittura ripresi in diretta dall'indagato, unitamente ai precedenti da cui lo stesso è gravato, appaiono sintomatici di una personalità particolarmente violenta, aggressiva e priva di freni inibitori e inducono a ritenere elevatissimo, attuale e concreto il pericolo di reiterazione di reati della medesima specie", aggiunge il gip. Spiegando che "sussiste altresì il concreto pericolo di fuga tenuto conto della condotta successivamente posta in essere dall'indagato come sopra specificata, nonché il pericolo di inquinamento probatorio potendo l'indagato, contattare persone a conoscenza dei fatti ancora da escutere (tenuto conto che dopo i fatti sono stati coinvolti una serie di soggetti appartenenti al mondo della prostituzione) ovvero sottrarre elementi di prova fondamentali ai fini di una compiuta ricostruzione dei fatti, avendo già occultato l'arma con la quale ha ucciso le vittime", conclude il gip.

La sorella di De Pau: "Non potevo non denunciarlo"

"Amo mio fratello, ma non potevo non denunciarlo. C'era di mezzo la morte di tre donne". Così, in una intervista alla Stampa, Francesca De Pau, sorella dell'uomo accusato di aver ucciso giovedì scorso tre prostitute a Roma. "Che potevo fare? Dovevo rimanere zitta? È giusto che mio fratello paghi per quello che ha fatto - spiega - Io e mia madre gli vogliamo bene, ma stiamo male anche per quello che è successo a quelle tre poverette".

"Quando prende la droga è capace di tutto"

Che l'assassino fosse lui "l'ho intuito subito appena ho visto la notizia in tv. So che mio fratello va a prostitute e poi quando prende la droga perde la testa. In quei momenti è capace di tutto. Prati inoltre è abbastanza vicino alla Balduina, dove abita. All'inizio non mi rispondeva. Poi alla fine siamo riusciti a parlarci al cellulare e diceva frasi sconnesse. Parlava di un coltello, di sangue, di prostitute. Ho capito che si stava riferendo all'omicidio di cui parlavano alla tv". I carabinieri li ha avvisati venerdì mattina. L'uomo è arrivato a casa sua "nella notte tra venerdì e sabato. Era in uno stato tremendo, sembrava sballato per la droga. Straparlava. Aveva un giubbotto blu chiaro con delle macchie che sembravano sangue. Giandavide è malato, ha bisogno di cure. In passato un po' non lo hanno curato bene, un po' lui ha rifiutato gli aiuti che gli venivano offerti. E poi di sicuro non gli ha fatto bene stare in carcere".

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