Omicidi Roma, chi è Giandavide De Pau, il presunto killer

Cronaca
Fermo immagine del documentario "L'uomo nero" di La7, in cui si vedono discutere Massimo Carminati e Michele Senese accompagnato dal suo guardaspalle Giandavide De Pau (con la camicia chiara), nel 2013 (Ansa)

Sarebbe l’ex factotum di Michele Senese, boss dell’omonimo clan camorristico, l’autore dei tre femminicidi avvenuti nel quartiere Prati giovedì scorso. Agli inquirenti l'uomo, per cui è scattato il fermo, avrebbe raccontato di ricordare molto sangue e di avere avuto un black out subito dopo essere arrivato in via Riboty, dove abitavano le due donne cinesi uccise. Contestata l'accusa di essere l'esecutore dell'omicidio di Martha Castano

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Sarebbe Giandavide De Pau, 51 anni, l’autore degli omicidi di due donne cinesi e una colombiana avvenuti a Roma giovedì scorso. L’uomo, portato in questura, avrebbe raccontato diversi dettagli di quanto avvenuto giovedì, sostenendo però di aver avuto a un certo punto un blackout e di aver vagato per due giorni nella Capitale senza mangiare o dormire. Per De Pau è poi scattato il fermo e, a quanto emerso, è stato disposto il trasferimento nel carcere di Regina Coeli.

Cosa ha raccontato De Pau

“Di quegli istanti ricordo solo tanto sangue, che una donna cubana è arrivata a casa mia e abbiamo consumato della droga, poi il giorno dopo ho preso un appuntamento a via Riboty”, avrebbe dichiarato De Pau a coloro che stanno conducendo le indagini. "Sono arrivato in macchina e sono entrato in un appartamento che ricordo essere al piano terra", ha proseguito De Pau, aggiungendo "di avere lasciato lì il mio telefono cellulare". "Era la prima volta che mi recavo lì con le cinesi dopo un appuntamento preso per telefono". Gli inquirenti, però, contestano al sospettato anche di essere stato ripreso dalle telecamere in via Durazzo, dove sarebbe stata uccisa la sessantacinquenne Martha Castano, di nazionalità colombiana. L’accusato ha smentito di essere stato lì.

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Giandavide De Pau portato via dalla polizia - ©Ansa

Le frequentazioni di De Pau

Piuttosto nota la relazione tra il sospettato e Michele Senese, noto anche come Michele o’Pazzo, boss dell’omonimo clan di stampo camorristico. Per lui De Pau era una sorta di vero e proprio factotum ma anche l'autista 'fidato' che lo accompagnava a summit con altre personalità della criminalità organizzata. C'era lui al volante dell'auto il 30 aprile del 2013 quando, a due passi da Corso Francia, a poca distanza da un bar, Senese incontra Massimo Carminati, l'ex Nar coinvolto nella maxi-indagine sul Mondo di Mezzo. La scena è stata immortalata da un video girato dai carabinieri del Ros, finendo così agli atti della maxi-indagine su Mafia Capitale. "I tre soggetti accedevano all'interno de bar - si legge nelle carte - e si sedevano a un tavolo sotto la veranda dello stesso, rimanendo in conversazione fino alle ore 13.21, quando si alzavano e proseguivano a dialogare lungo la strada. Carminati e Senese si appartavano a discutere, mentre il De Pau si tratteneva in disparte conversando al proprio telefono cellulare".

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I traffici

Come riportano diverse agenzie di stampa, De Pau non era soltanto un "uomo di", ma agiva anche in prima persona, soprattutto nel traffico di sostanze stupefacenti. Nel dicembre del 2020 venne infatti arrestato, insieme ad una trentina di persone, per le accuse, a vario titolo, di traffico di sostanze stupefacenti; estorsione; detenzione e porto illegale di armi; lesioni personali gravissime; tentato omicidio e trasferimento fraudolento di valori. Reati, per la maggior parte, aggravati dal metodo mafioso. Secondo l'impianto accusatorio il gruppo di cui faceva parte aveva messo le mani su alcune piazze di spaccio nella zona del Tiburtino, San Basilio e Tivoli. Il presunto omicida compare anche in altre indagini in cui gli venivano contestati, tra gli altri, i reati di rapina, cessione di sostanze stupefacenti e minacce a pubblico ufficiale.

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I problemi psichiatrici e la violenza sessuale

All’attivo di De Pau ci sarebbero anche un’accusa di violenza sessuale e due ricoveri in istituti psichiatrici, avvenuti nel 2008 e nel 2011 a Montelupo Fiorentino. Gli inquirenti sono a conoscenza che l’uomo è in cura psichiatrica da tempo e sta seguendo anche un percorso farmacologico.

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