Il legale del genitore ha spiegato che "la situazione si è ulteriormente complicata dopo che la procura di Belgorod si è rifiutata, eccependo questioni di natura formale, di prelevare il bimbo nell'interesse del padre. Il consolato italiano sta cercando di mediare con le autorità ucraine ma da parte loro non c'è stata alcuna collaborazione, un vero e proprio muro di gomma".
"Lancio un appello disperato: dall'inizio della guerra in Ucraina non ho più notizie di mio figlio di 9 anni. Chiedo alle autorità locali di non ostacolare le nostre ricerche, vorrei avere almeno la conferma che sia vivo e stia bene". È l'appello di Giovanni Arcangeli, l'uomo che accusa la ex moglie, cittadina ucraina che ha perso la potestà genitoriale, di sequestro di persona e maltrattamenti del minore. Il padre ha perso le tracce del bimbo il 23 febbraio scorso quando il piccolo si trovava a Belgorod Dnestrovskij, in provincia di Odessa, zona ora interessata dal conflitto e dai bombardamenti russi (GUERRA RUSSIA-UCRAINA: IL CONFLITTO IN DIRETTA - LO SPECIALE). Sul caso sono state avviate le indagini da parte della procura di Roma.
L'esposto
L'uomo, assistito dall'avvocato Gianluigi Scala, nelle scorse settimane ha depositato un esposto in Procura, a Roma. "La situazione si è ulteriormente complicata - spiega il legale - dopo che la procura di Belgorod si è rifiutata, eccependo questioni di natura formale, di prelevare il bimbo nell'interesse del padre. Il consolato italiano sta cercando di mediare con le autorità ucraine ma da parte loro non c'è stata alcuna collaborazione, un vero e proprio muro di gomma".