No Green Pass, assalto nella notte a pronto soccorso Umberto I: 4 feriti, un denunciato

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I feriti sono due agenti e due operatori sanitari. Un'infermiera è stata colpita con una bottigliata in testa. A riferirlo all'Ansa l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. Intanto, è stato fermato un uomo

Una trentina di manifestanti hanno fatto irruzione nella notte nel pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, dove era stato ricoverato uno dei partecipanti alla protesta contro il Green pass. Gli assalitori hanno sfondato la porta di ingresso urlando slogan e insulti contro gli operatori sanitari (GLI SCONTRI - LA CONDANNA - GLI ARRESTI). 

D'Amato: "Quattro feriti, fatto gravissimo"

"La situazione è tornata alla normalità dopo alcune ore con l'intervento delle forze di polizia - spiega l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, sul posto per un sopralluogo - Ci sono quattro feriti, due tra le forze dell'ordine e due operatori sanitari". E ancora: "È un fatto gravissimo. Non è tollerabile che vengano aggrediti degli operatori sanitari. Bisogna fermare il clima d'odio, questa escalation di violenza". 

Infermiera colpita con bottiglia

Un'infermiera è stata colpita con una bottigliata in testa durante l'assalto, come ha riferito all'ANSA l'assessore D'Amato. "Colpita durante la colluttazione e poi refertata con alcuni giorni - fa sapere -. L'assalto è scattato perché uno dei fermati era stato ricoverato in ospedale, probabilmente nel tentativo di liberarlo. Inoltre, è stata forzata la porta d'ingresso, sono state divelte barelle e gli operatori si sono barricati dentro. I facinorosi sono però riusciti a entrare nell'area rossa del pronto soccorso".

Un denunciato

Un uomo è stato fermato e denunciato per aver aggredito gli agenti e gli operatori sanitari presenti ed è stato denunciato dalla Digos per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e rifiuto di rilasciare le proprie generalità. Inoltre, nel corso della mancata identificazione, avrebbe ferito uno dei poliziotti al torace.

La dinamica

Lo scontro sarebbe avvenuto all'altezza di Galleria Borghese dove l'uomo avrebbe riferito di essere stato picchiato dalle forze dell'ordine. L'uomo avrebbe inoltre rifiutato di sottoporsi al tampone anti-covid. A quanto reso noto dalla Questura, arrivato in ospedale "il manifestante no vax si è rifiutato con modi violenti di essere sottoposto al triage e alle misure previste per il contenimento del Covid -19". E' stato posto in isolamento, in quanto persona non vaccinata. "Nel frattempo - prosegue la Questura - all'esterno dell'ospedale si sono radunati alcuni parenti e amici, i quali hanno iniziato ad inveire verbalmente contro il personale sanitario, aizzati dallo stesso manifestante".

"Il primo manifestante, che in quel momento non era in stato di fermo, è arrivato in forte stato di agitazione ieri sera intorno alle 23.30 ed è stato fatto entrare - spiega il primario del Dea Francesco Pugliese -. Dopo pochi minuti sono arrivati i primi manifestanti al seguito che si sono radunati davanti l'ingresso e poi hanno chiamato a raccolta gli altri. In circa 30 hanno forzato la porta d'ingresso e sono entrati nell'area dedicata ai pazienti più critici impedendo l'accesso a eventuali altri pazienti gravi. Tutto il resto del pronto soccorso è stato letteralmente sigillato e chiuso l'accesso. La normalità è arrivata intorno alle 4, dopo l'intervento delle forze dell'ordine". "L'attività del pronto soccorso non è stata mai interrotta", sottolinea il primario, mentre l'azienda ospedaliera ha già presentato una prima denuncia per l'accaduto.
"Grazie anche alla presenza di personale di polizia - prosegue la nota della Questura - il gruppo è stato allontanato in compagnia dello stesso manifestante. Gli infermieri aggrediti hanno manifestato la volontà di esporre denuncia nei confronti del manifestante".

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Speranza: "All'Umberto I atto di squadrismo"

"Solidarietà ai medici, infermieri e operatori sanitari del pronto soccorso dell'Umberto I di Roma vittime di un vile attacco avvenuto questa notte. Un altro atto di squadrismo ai danni di chi tutti i giorni lavora per tutelare la salute delle persone. Piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine affinché individuino al più presto i responsabili". Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza, commentando l'aggressione al pronto soccorso dell'Umberto I di Roma dopo le manifestazioni 'No Green pass'.

L'Ordine dei medici: "Attacco alla professione"

"Sta montando un clima che non può essere accettato in nessuna maniera, un attacco alla democrazia e anche a coloro come i medici che garantiscono il diritto alla salute. Ci sentiamo sotto attacco perché siamo coloro che credono nei vaccini come strumento che nel tempo ha evitato milioni di morti e oggi pensano sia lo strumento per uscire dalla pandemia". Così all'ANSA il presidente Fnomceo, Filippo Anelli, sull'assalto al Pronto soccorso a Roma. "Chi non crede ai vaccini ha la libertà di non farlo ma lasciate stare i medici che hanno già pagato un prezzo molto alto con 364 morti". Noi, aggiunge il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri che cita l'art.32 della Costituzione, "continuiamo a fare il nostro dovere ogni giorno. Molti di noi sono lì a curare proprio coloro che non credono al vaccino e che sono coloro che più frequentemente si ammalano". "Gli ordini e molti di noi - riferisce Anelli - in questo anno siamo sottoposti a minacce continue, a insulti quotidiani e a mail quasi giornaliere che contestano i nostri atteggiamenti". E sulle accuse di essere i 'paladini' dei vaccini Anelli risponde: "Non può che essere così perché la professione è legata alle evidenze scientifiche e la validità dei vaccini oggi ci consente di riprendere la vita ordinaria". "Siamo disponibili al dialogo e far ragionare chi ha dubbi ma le minacce non le accettiamo e serve rispetto verso chi fa il proprio dovere", sottolinea Anelli che ora si aspetta "rigore nell'applicazione della legge sulla sicurezza dei sanitari" approvata definitivamente nell'agosto del 2020 e che prevede, tra l'altro, inasprimento delle pene fino a 16 anni di carcere, sanzioni amministrative fino a 5mila euro, la previsione della procedibilità d'ufficio senza la necessità che vi sia querela da parte della persona offesa.

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