Capitano di fregata, aveva il compito di decretare la sicurezza dei documenti dello Stato maggiore della Difesa. Dal dicembre 2010 all'agosto 2015 ha lavorato nella sezione internazionale della Pubblica informazione del ministero della Difesa
Si terrà domani l'udienza di convalida per Walter Biot, l’ufficiale della Marina militare italiana arrestato con l’accusa di aver consegnato a un ufficiale dell'esercito russo documenti classificati, che riguardano i sistemi di telecomunicazione militare, in cambio di 5mila euro (COSA SAPPIAMO). Attualmente, Biot, 56 anni, aveva il compito di decretare la sicurezza dei documenti dello Stato maggiore di Difesa, ma la sua carriera in Marina era iniziata molto presto, quando da ragazzo era entrato in Marina, diventando prima sottufficiale e poi, con un concorso interno, ufficiale. (LA MOGLIE: "TROPPE SPESE, ERA DISPERATO")
La carriera
Proprio da ufficiale del 'ruolo speciale' si è qualificato "guida caccia": in gergo tecnico, quei militari addetti alle operazioni aeree nelle loro varie forme, dalla gestione radar al controllo e alla guida, appunto, dei caccia intercettori. Per molti anni - proprio in seguito a questa sua specializzazione - è stato imbarcato, prima su cacciatorpedinieri poi sulla portaerei Garibaldi. Quindi intorno al 2008 è passato allo Stato maggiore della Marina militare, presso l'ufficio stampa. Dal dicembre 2010 all'agosto 2015 ha lavorato nella sezione internazionale della Pubblica informazione del ministero della Difesa, periodo durante il quale al dicastero si sono alternati diversi ministri. Infine il trasferimento all'ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa, dove aveva accesso ai file e ai documenti al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura militare.
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La vicenda
Tra i documenti che Biot avrebbe ceduto all’ufficiale russo in cambio di denaro ce ne sarebbero alcuni che riguardano la Nato. Secondo l'accusa il militare fotografava i file classificati dal monitor del computer e li scaricava su una pennetta, ora posta sotto sequestro dai carabinieri del Ros. In base a quanto si apprende, i soldi gli sarebbero stati consegnati in piccole scatole durante un incontro concordato presso un parcheggio a Roma. Biot e l'ufficiale delle forze armate russe erano tenuti sotto controllo dall'intelligence italiana da qualche mese. Secondo fonti qualificate, gli uomini dell'Aisi, il servizio di controspionaggio interno, hanno monitorato i movimenti e le attività dei due per diverso tempo fino a quando "è stato necessario intervenire”.
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Le accuse
L’udienza di convalida di Walter Biot si svolgerà a remoto dal carcere di Regina Coeli a causa dell'emergenza coronavirus. Nei suoi confronti le accuse sono di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, spionaggio di notizie di cui è stata vietata la divulgazione.
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