Spionaggio, cede documenti a un ufficiale russo: arrestato militare italiano

Lazio

Il capitano di fregata avrebbe consegnato all'ufficiale dell'esercito russo documenti sui sistemi di telecomunicazione militare, in cambio di 5mila euro. Lo scambio  è avvenuto in un parcheggio a Roma dove i due sono stati bloccati. “Abbiamo notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda”, ha annunciato Di Maio. “Vi sarà una risposta simmetrica", ha detto il vicepresidente della Commissione della Duma per gli Affari internazionali, Alexiei Cepa

Un ufficiale della marina militare italiana, Walter Biot (CHI E'), è stato arrestato con l'accusa di aver consegnato a un ufficiale dell'esercito russo documenti classificati, che riguardano i sistemi di telecomunicazione militare, in cambio di 5mila euro. Il capitano di fregata Biot, secondo quanto si apprende da fonti inquirenti, è in servizio all'ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa. Entrambi gli ufficiali sono accusati di gravi reati attinenti allo spionaggio e alla sicurezza dello Stato. Domani si terrà l'udienza di convalida, mentre sulla vicenda ha aperto un fascicolo di indagine anche la Procura militare. Intanto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato l'espulsione di due funzionari russi coinvolti nella vicenda. (COSA SAPPIAMO DELLA VICENDA - OGGI L'UDIENZA DI CONVALIDA)

Documenti militari in cambio di denaro

Secondo quanto emerso, quelli consegnati dal capitano di fregata all'ufficiale dell'esercito russo erano documenti all'attenzione dello Stato Maggiore della Difesa e tra questi ve ne sarebbero alcuni che riguardano la Nato. Il denaro che doveva essere consegnato in cambio delle informazioni è stato sequestrato e, secondo quanto si apprende, i due si erano accordati anche su una cifra più bassa, circa 4mila euro, per una cessione di documenti avvenuta in passato. Il militare italiano, che avrebbe avuto accesso ai documenti in quanto era in servizio allo Stato maggiore della Difesa, è accusato di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, diffusione di notizie di cui è vietata la divulgazione. Secondo l'accusa Biot fotografava documenti classificati dal monitor del computer e li scaricava su una pennetta da consegnare al militare dell'esercito russo. La pennetta è stata sequestrata ieri dai carabinieri del Ros intervenuti sul luogo dello scambio e verrà ora analizzata. In base a quanto si apprende i soldi gli sono stati consegnate in piccole scatole. L'incontro tra i due è avvenuto in un parcheggio a Roma. 

Biot e l'ufficiale delle forze armate russe erano tenuti sotto controllo dall'intelligence italiana da qualche mese. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate gli uomini dell'Aisi, il servizio di controspionaggio interno, hanno monitorato i movimenti e le attività dei due per diverso tempo fino a quando "è stato necessario intervenire". 

Il reato di spionaggio

I due reati sono previsti, rispettivamente dagli articoli 86 e 88 del Codice penale militare di pace che rientrano nel Titolo dei reati contro la fedeltà e la difesa militare e, in particolare, nel capitolo relativo allo spionaggio militare e alla rivelazione di segreti militari. Si tratta di fattispecie che, per i tempi in cui vennero concepite, erano tra le più gravi ipotizzabili ed infatti era originariamente prevista la pena di morte, poi commutata in quella dell'ergastolo. L'art. 86 (Rivelazione di segreti militari, a scopo di spionaggio) riguarda il "militare che rivela, nell'interesse di uno Stato estero, notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato e che devono rimanere segrete". L'art. 88 (Procacciamento di notizie segrete, a scopo di spionaggio) si riferisce invece al "militare che, allo scopo di darne comunicazione a uno Stato estero, si procura notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato e che devono rimanere segrete". Un reato punito con la reclusione "non inferiore a venti anni" e anch'esso in origine con la pena di morte, e poi dell'ergastolo, "se il fatto ha compromesso la preparazione o la difesa militare dello Stato".

Di Maio: “Notificata l’immediata espulsione di due funzionari russi”

“In occasione della convocazione al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dell’ambasciatore russo in Italia, abbiamo trasmesso a quest’ultimo la ferma protesta del governo italiano e notificato l’immediata espulsione dei due funzionari russi coinvolti in questa gravissima vicenda – ha annunciato sui social Luigi Di Maio – Ringrazio la nostra intelligence e tutti gli apparati dello Stato che ogni giorno lavorano per la sicurezza del nostro Paese”, ha aggiunto il ministro.

La cessione di documentazione classificata "è un atto ostile di estrema gravità" per il quale "abbiamo assunto immediatamente i provvedimenti necessari", ha poi detto Di Maio durante una comunicazione al Senatosulle linee programmatiche della Farnesina. "Su mie istruzioni - ha ricordato Di Maio -, la Segretario Generale Belloni ha convocato al Ministero questa mattina l'Ambasciatore della Federazione Russa Razov per trasmettere con forza la nostra ferma protesta e notificare l'espulsione di due funzionari russi".

Russia e Cina, ha detto ancora Di Maio al Senato, "sono attori che hanno sistemi politici e valori diversi dai nostri", da cui "provengono anche sfide, e talvolta minacce. Lo dimostrano le accuse di spionaggio nei confronti degli ufficiali italiani e russi". Allo stesso tempo, ha sottolineato, "continueremo ad agire in linea con la nostra collocazione geopolitica e i nostri valori, ma anche a salvaguardare i nostri interessi fondamentali, che richiedono di mantenere un'interlocuzione critica ma costruttiva con la Russia e la Cina".

Mosca: “Vi sarà una risposta simmetrica"

"Ci dispiace per l'espulsione da Roma di due dipendenti dell'ambasciata russa. Stiamo approfondendo le circostanze di questa decisione. Faremo un ulteriore annuncio sui nostri possibili passi in relazione a questa misura che non corrisponde al livello delle relazioni bilaterali", ha fatto sapere all'ANSA il ministero degli Esteri russo.

Per il presidente della commissione della Duma per gli Affari Internazionali, Leonid Slutsky, la decisione delle autorità italiane è infondata e avrà un impatto negativo sulle relazioni italo russe. "La 'spiomania' - ha detto Slutski a Interfax - è arrivata anche in Italia. L'espulsione dei diplomatici è un passo estremo. Sono sicuro che per questo non vi erano ragioni così forti". A suo parere "un tale gesto non corrisponde ad un alto livello di relazioni bilaterali e, purtroppo, imporrà la sua impronta negativa sul dialogo russo-italiano". Netto il commento del vice presidente della Commissione, Alexiei Cepa, ripreso dall'agenzia Interfax: "Naturalmente saremo costretti a rispondere in modo analogo. Vi sarà una risposta simmetrica". 

"L'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, è stato convocato al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana - si legge in una nota della sede diplomatica russa -. Nel corso del colloquio la parte italiana ha informato che due funzionari dell'ufficio dell'addetto militare presso l'Ambasciata russa a Roma sono stati proclamati persone non-grate. L'Ambasciatore ha espresso il rammarico in merito a questa decisione e l'augurio che l'accaduto non si rifletta sui rapporti italo-russi".

Ue e Nato non commentano l'accaduto

"Per qualsiasi commento vi invito a chiedere alle autorità italiane", si legge in una nota della portavoce della Commissione europea a cui era stato chiesto di commentare l'accaduto. "Non commentiamo questioni di intelligence” riferiscono invece fonti Nato aggiungendo. “Vi rimando alle autorità italiane per qualsiasi commento che possano avere", hanno aggiunto le stesse fonti.

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