Il procedimento si svolge a porte chiuse, nel rispetto delle norme anti-Covid. La fidanzata della vittima compare sia come imputata, per reati inerenti a sostanze stupefacenti, sia come parte offesa
È iniziato il processo, davanti alla corte d'assise di Roma, a carico di cinque persone coinvolte nell'omicidio di Luca Sacchi, ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani (L’OMICIDIO – LE INDAGINI – LE MISURE CAUTELARI). Il procedimento si svolge a porte chiuse, nel rispetto delle norme anti-Covid (GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE NEL LAZIO).
Il padre di Luca Sacchi: "Siamo molto tesi"
“Abbiamo un po’ di tensione, vediamo un po’ che succede”. Prima del processo, gli è stato chiesto se credeva che Anastasiya si sarebbe presentata in aula: “Non lo so. Noi ci siamo. Che possiamo dire, non siamo nella sua testa. Potrebbe essere la prima volta in cui la incontriamo: da quella volta non l’abbiamo più vista”. Sull’ipotesi dell’ergastolo per coloro che hanno commesso l’omicidio, il padre afferma: “ Per quelli che hanno ucciso certo, è normale”.
Il processo
In aula è presente anche Anastasiya Kylemnyk, fidanzata della vittima, che compare sia come imputata (per reati inerenti a sostanze stupefacenti), sia come parte offesa. A processo sono finiti anche Valerio Del Grosso e Paolo Pirino (i due 20enni di San Basilio autori materiali dell'aggressione), Marcello De Propris (che consegnò l'arma del delitto), il padre di quest'ultimo, Armando (accusato della detenzione della pistola). Un sesto imputato, Giovanni Princi (accusato anch'egli della violazione della legge sulle droghe per avere tentato di acquistare una partita di 15 chilogrammi marijuana), ha chiesto ed ottenuto il rito abbreviato.