Cantanti contro politici: da De Gregori-Conte a Springsteen-Trump, gli scontri più famosi
Francesco De Gregori si è detto “deluso” di non essere riuscito a mettersi in contatto con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma prima di lui è lunghissima la lista di artisti - italiani e stranieri - che sono entrati in conflitto con il mondo della politica. Ecco alcuni esempi. LA GALLERY
Da ultimo Francesco De Gregori, che ha definito “deludente” il fatto che gli sia stato negato di mettersi in contatto con la segreteria del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma la lista di cantanti che hanno avuto diverbi con la politica è lunga: eccone alcuni esempi
De Gregori: “Volevo parlare con Conte, non me l’hanno passato. Atteggiamento deludente”
Dopo che il presidente del Consiglio aveva citato le parole del cantautore in occasione della festa della Liberazione, De Gregori aveva provato a contattarlo. Ma "non mi hanno passato la segreteria di Conte, volevo parlargli”, ha raccontato a Vanity Fair
Francesco De Gregori: le 10 canzoni più famose
Un altro cantante che si è scontrato spesso con la politica è Vasco Rossi
Flash mob a Milano, Manuel Agnelli a Sky Tg24: "Il mondo della musica va riformato a 360°"
L’artista emiliano nel settembre 2019 se l’era presa con Gianluigi Paragone, che aveva usato le parole del cantante, “C’è chi dice no”, per annunciare il suo “no” nel voto previsto su Rousseau sulla possibilità di un governo formato da M5S e Pd
"C’è chi dice no lo dico io: i politici devono mettere giù le mani dalle mie canzoni!", aveva risposto Vasco Rossi senza troppi giri di parole
Ma Vasco non si è limitato alla politica italiana e su Instagram, nel giugno 2020, non ha esitato a definire Donald Trump un “vecchio senza dignità”
Poi c’è Fedez, che non fa mancare i riferimenti politici anche nelle sue canzoni
Sui social, nel gennaio 2020, aveva risposto a Matteo Salvini che lo aveva tirato in ballo: "Io ero a Ibiza questa estate e faccio il rapper, tu eri al Papeete ed eri il Ministro dell’interno. That’s it", aveva scritto Fedez
Ma Matteo Salvini si è attirato le critiche di diversi artisti del mondo della musica
La rivista Rolling Stones, nell'estate del 2018, si era schierata contro la politica migratoria dell'allora ministro dell'Interno con una copertina decisamente politica dal titolo: “Noi non stiamo con Salvini”
Un’iniziativa a cui avevano aderito diversi cantanti e band, tra cui Caparezza, Lo Stato Sociale, Elisa, Vasco Brondi, Emma Marrone, Negramaro, Diodato, Ernia, Gazzelle, Gemitaiz, Motta, Roy Paci, Mauro Pagani, Tommaso Paradiso, Lele Sacchi, Selton, Tedua, Tre Allegri Ragazzi Morti
Musica contro politica è un ritornello frequente negli Stati Uniti, dove il bersaglio è spesso Donald Trump
"Mettiti la mascherina", ha detto nel giugno 2020 Bruce Springsteen rivolgendosi a Trump durante l'ultimo episodio del suo programma radiofonico su SiriusXM. "Con più di 100.000 morti negli ultimi mesi e la risposta vuota e vergognosa dei nostri leader, sono semplicemente incavolato", ha aggiunto
“Trump mente e la gente muore”, ha detto invece il leader dei R.E.M. Michael Stipe, ospite in collegamento nella trasmissione “Epcc Live” di Alessandro Cattelan, a proposito della gestione dell’emergenza coronavirus da parte del presidente degli Stati Uniti
Il cantante degli Aerosmith Steven Tyler aveva espresso disappunto quando aveva sentito la sua "Dream On" durante i comizi di Trump per le presidenziali del 2015
Un altro brano utilizzato da Trump durante la sua campagna è "Rockin’ in the Free World" di Neil Young. Il cantautore nel 2016 disse che avrebbe preferito se a usarla fosse stato Bernie Sanders. Ma poco dopo Trump pubblicò una foto proprio insieme a Neil Young, dichiarando di aver pagato una somma considerevole per i diritti di quella canzone
Nonostante l’amicizia che lo lega al presidente degli Stati Uniti, Elton John ha vietato a Trump l’utilizzo di “Rocket Man” e “Tiny Dancer”
Brian May, il chitarrista dei Queen, ha più volte minacciato di passare alle vie legali se Trump avesse continuato a utilizzare la famosa “We Are the Champions”
Adele, dopo aver negato l’utilizzo di “Skyfall” e “Rolling with the Deep”, si lanciò in un endorsement, invitando i suoi fan a votare per Hillary Clinton
Nella lunghissima lista delle canzoni vietate a Trump ce n'è finita anche una italiana, il “Nessun Dorma” di Luciano Pavarotti, su espressa richiesta degli eredi
Nel giugno 2020, in supporto della protesta Black Lives Matter, Victor Willis, celebre voce dei Village People, ha chiesto a Donald Trump di “non utilizzare più nessuna delle canzoni del gruppo ai tuoi comizi, soprattutto Y.M.C.A e Macho Man. Mi spiace, ma non posso più girarmi dall’altra parte”
Non solo Stati Uniti e Trump. Nel 2017 il cantautore britannico Morrissey, ex frontman degli Smiths, si scagliò contro i politici dopo l’attentato a Manchester durante il concerto di Ariana Grande
Disse parole durissime: "Theresa May afferma che questi attacchi non ci spezzeranno , ma la sua vita è vissuta in una bolla a prova di proiettile ed evidentemente non ha bisogno di identificare alcun giovane oggi negli obitori di Manchester"
Sempre Morrissey, nel commentare la scomparsa dell’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, aveva scritto: "Thatcher è ricordata come la dama di ferro solo perché dotata di tratti fortemente negativi, come la sua persistente testardaggine e il rifiuto categorico di ascoltare gli altri"
Come non menzionare poi le russe Pussy Riot, in tour anche in Italia per protestare contro Vladimir Putin
In Brasile, il cantautore Caetano Veloso ha invece pubblicato “Política”, una playlist su Spotify per ispirare la resistenza contro il presidente Jair Bolsonaro
Più dura la storia della cantante turca Helin Bolek, morta a 28 anni nell'aprile del 2020, dopo 288 giorni di sciopero della fame per denunciare la persecuzione politica in Turchia e il veto del governo ai concerti del suo gruppo musicale