Si tratta di un reato introdotto dalla legge Scelba del 1952, che vieta la ricostituzione del partito fascista e punisce chi pubblicamente esalta i suoi esponenti, princìpi, fatti, metodi o finalità antidemocratiche. Ma non sempre viene applicata dai tribunali
- I fatti avvenuti il 7 gennaio 2024 durante la commemorazione dell'anniversario della strage di Acca Larentia, una pagina tragica degli Anni di Piombo a Roma, ha riportato in auge la questione dell'apologia del fascismo. L'evento ha visto i militanti dell'estrema destra ricordare i tre ragazzi del Fronte della Gioventù uccisi nel 1978 davanti alla sede del Msi con saluti fascisti e l'urlo "Presente!". Ma cos'è il reato di apologia del fascismo e quando viene contestato?
- Nell'ordinamento italiano, l'apologia di fascismo è un reato introdotto dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952, più conosciuta come legge Scelba, dal nome dell'allora ministro dell'Interno (in foto) e futuro presidente del Consiglio. La norma attua la XII disposizione transitoria della Costituzione, che vieta la "riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista"
- Cosa significa voler ricostituire il "disciolto partito fascista?" Lo spiega in modo chiaro l'articolo 1 della legge: "Quando un'associazione, un movimento o un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista"
- Si vuole ricostituire il disciolto partito fascista, continua l'articolo 1 della legge Scelba, anche quando un'associazione, un movimento o un gruppo di persone non inferiore a cinque "rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, princìpi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista"
- Cosa succede nel caso in cui un gruppo di persone voglia ricostituire il partito fascista? Lo spiega bene l'articolo 3 della legge Scelba: "Qualora con sentenza risulti accertata la riorganizzazione del disciolto partito fascista, il ministro per l'Interno, sentito il Consiglio dei ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni dell'associazione, del movimento o del gruppo"
- Ma a quali pene va incontro chi è coinvolto nella ricostituzione del disciolto partito fascista? All'articolo 2, la legge Scelba recita che "chiunque promuove o organizza" associazioni, movimenti o gruppi che perseguono "finalità antidemocratiche proprie del partito fascista" è punito con la reclusione da cinque a dodici anni e una multa. E "chiunque partecipa a tali associazioni, movimenti o gruppi" è punito con la reclusione da due a cinque anni e una multa
- È l'articolo 4 della legge Scelba a disciplinare l'apologia del fascismo. "Chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche" viene punito con la reclusione da sei mesi a due anni. L'articolo in questione, che è stato modificato dalla legge Mancino del 1993, prevede la stessa pena per "chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo" con caratteristiche e finalità precedentemente indicate nell'articolo 1
- A specificare ulteriormente quanto previsto dalle legge Scelba è la legge n. 205 del 25 giugno 1993, più conosciuta come legge Mancino, dal nome dell'omonimo ministro dell'Interno che allora l'ha voluta. Ancora oggi, tale norma è il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini d'odio e dell'incitamento all'odio
- Come accennato, la legge Mancino modifica (in parte) la legge Scelba e rende più chiaro il divieto di propaganda al fascismo. La norma punisce "chi diffonde (...) idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi", e proibisce la creazione di organizzazioni ispirate a questi valori, imponendo il loro scioglimento. Vieta, inoltre, l'esposizione di bandiere o l'esibizione di slogan e simboli propri di tali organizzazioni
- Alla luce delle leggi Scelba e Mancino, chi fa il saluto fascista in luoghi pubblici commette reato? I tribunali si trovano spesso in disaccordo tra loro, anche se l'interpretazione dominante è che fare il saluto fascista non è reato a meno che ci sia il pericolo di riorganizzazione del partito fascista o il perseguimento di finalità antidemocratiche e discriminatorie. Per dirlo con altre parole, fare quel gesto non è reato a meno che racchiuda la volontà riorganizzativa del disciolto partita o costitutisca incitamento all'odio