Sovraffollamento carceri, 10 mila posti in più e pene alternative: la proposta di legge
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Il governo ha pronto un piano per contrastare il problema del sovraffollamento delle carceri italiane: il testo arriverà domani, martedì 22 luglio, sul tavolo del Consiglio dei ministri. Ad anticipare il contenuto del provvedimento è stato Il Messaggero. Tra migliaia di nuovi posti nelle strutture, pene alternative per i tossicodipendenti e carceri modulari, ecco cosa prevede.
Quello che devi sapere
Sovraffollamento carceri, 10mila nuovi posti
Uno dei punti centrali del piano è l’ampliamento dei posti disponibili nelle strutture carcerarie, che dovrebbero riuscire a crescere di circa 10mila unità, anche tramite la costruzione di nuovi padiglioni all’interno delle case circondariali. Si parla ad esempio di 392 posti in più nel carcere di Milano Opera e 200 in quello di Milano Bollate, 400 nella struttura romana di Rebibbia (da aver pronti entro un anno) e altrettanti tra Bologna e Forlì. E ancora, un carcere da 300 posti dovrebbe trovare posto a Pordenone, mentre per altri 640 posti si guarda a otto penitenziari sparsi per la Penisola, da Perugia e Viterbo a Civitavecchia, da completare tramite i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Per approfondire: Sovraffollamento e suicidi, qual è la situazione nelle carceri italiane?
I nuovi carceri modulari
Un’altra parte del piano, si legge sempre su Il Messaggero, prevede la costruzione non solo di nuovi padiglioni, ma anche la nascita di “carceri modulari”, cioè di strutture smontabili e rimontabili che troveranno posto negli spazi aperti delle case circondariali. Nelle previsioni saranno realizzati gradualmente i primi 1.500 moduli con l'installazione già di 400 in via sperimentale. Su questo le opposizioni hanno però già dato battaglia: simili strutture non permetterebbero di vivere in condizioni di vita umane e dignitose.
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Pene alternative per i criminali tossicodipendenti
Dovrebbe invece essere contenuta in un testo di legge a sé stante - nella forma di un disegno di legge - la riforma del regime sanzionatorio per i criminali tossicodipendenti, che dal carcere – forse – andrebbero in futuro in una comunità iscritta all'albo delle comunità idonee ad ospitare minori e tossicodipendenti. Quel progetto però sembra non aver portato i risultati sperati finora: il numero di carcerati, oltre 62mila, non accenna a diminuire a fronte dei quasi 47mila posti disponibili. Anche così si spiegano le parole del sottosegretario alla Giustizia Alfredo Mantovano di un “più efficace recupero di questi detenuti”
I detenuti che si sono distinti per buona condotta
E ancora, beneficerebbero di sanzioni alternative anche i detenuti, arrivati quasi alla fine della loro pena, che si sono distinti per una particolare buona condotta e che comunque non vengono considerati pericolosi socialmente. Sarebbero all’incirca 10mila le persone che al momento si trovano in questa condizione e che sono in carcere.
Celle occupate al 134%
A fronte di 46.730 posti disponibili, le carceri italiane al momento ospitano 62.685 persone. Significa che le celle sono occupate al 134%. Per il governo la partita sul sovraffollamento carcerario è tra le più importanti dal punto di vista politica, data la sua ampia rilevanza nel dibattito pubblico. Il sottosegretario Mantovano ha quindi inviato una mail ai suoi colleghi chiamandoli tutti a raccolta per il Consiglio dei ministri di domani, spingendo per arrivare alla “più ampia partecipazione” possibile, rivela il quotidiano romano.
Il monito di Sergio Mattarella
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha più volte chiesto al governo di mettersi al lavoro per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Nei giorni scorsi, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che l’esecutivo ha “sempre ascoltato con attenzione e riverenza gli appelli del presidente, e cercato di darvi una risposta che coniugasse certezza del diritto e diritti dell'umanità”.
Nordio chiude a indulto e liberazione anticipata
Già in quella occasione Nordio aveva anticipato che la via principale per intervenire è quella di potenziare le pene alternative al carcere, escludendo invece indulto o liberazione anticipata. "Noi ora ci stiamo occupando di 10.105 detenuti definitivi, con pena residua sotto i 24 mesi, che possono fruire di misure alternative. Se solo la metà ne fosse riconosciuta meritevole saremmo già a buon punto", ha sottolineato. Poi specificava che “sulle misure alternative spetta però ai magistrati di sorveglianza decidere, caso per caso, se ne abbiano il diritto”. Sui calcoli sulla concessione di misure alternative non si esclude l'ipotesi di utilizzare gli impiegati che lavorano agli uffici matricole delle carceri (i cosiddetti 'matricolisti') per eseguire i conteggi delle pene residue, agevolando il lavoro degli uffici giudiziari, come proposto dallo stesso Garante dei detenuti
La polemica per le parole di Nordio sui suicidi in carcere
Ha scatenato qualche polemica un altro passaggio dell’intervista di Nordio al Corriere. Parlando di un altro enorme problema delle carceri italiane, quello dei suicidi dei detenuti, il ministro ha escluso qualsiasi connessione con il sovraffollamento. Anzi, “paradossalmente” – ha detto - il sovraffollamento sarebbe “una forma di controllo: alcuni tentativi di suicidio sono stati sventati proprio dai compagni di cella”. Per Nordio è infatti “la solitudine che porta al suicidio, ma soprattutto la mancanza di speranza e l’incertezza del domani”. Lo dimostrerebbe il fatto che “molti si uccidono proprio quando è imminente la loro liberazione”.
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