Manovra 2026, rush finale: domenica 28 in Aula alla Camera, lunedì 29 il voto di fiducia
PoliticaIntroduzione
L’ultimo del 2025 è un fine settimana di lavoro per il Parlamento. Sia la Camera sia il Senato, infatti, sono impegnati con gli ultimi provvedimenti da esaminare prima del nuovo anno. Nell’Aula di Montecitorio, in particolare, domani arriva la Legge di bilancio. I dettagli
Quello che devi sapere
Il Parlamento al lavoro
Fine settimana di lavoro, dunque, per il Parlamento. Mentre i deputati, da domenica 28 dicembre sono impegnati con l’esame della Manovra 2026, i senatori da oggi sono alle prese con la seconda lettura della riforma della Corte di Conti.
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Il Senato
Partiamo dal Senato. L'Assemblea di Palazzo Madama è convocata per oggi, sabato 27 dicembre, alle ore 11. All'ordine del giorno, come detto, c'è il ddl che interviene sulla giurisdizione e sul controllo della Corte dei conti e introduce una delega al governo per la riorganizzazione e il riordino delle funzioni della Corte. Si tratta della seconda lettura: la riforma è stata approvata dalla Camera il 9 aprile scorso. Il testo dovrebbe essere trasformato definitivamente in legge entro oggi.
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La Camera
Per quanto riguarda la Camera, i deputati sono impegnati con la Legge di bilancio 2026. La Manovra è attesa in Aula a Montecitorio domani, domenica 28 dicembre: come ha stabilito la Conferenza dei Capigruppo, alle 16 dovrebbe iniziare la discussione generale e la richiesta di fiducia dovrebbe essere intorno alle 19. Il voto di fiducia inizierà lunedì 29, alle 19 circa, per appello nominale. Le dichiarazioni di voto finale (con un rappresentante di ciascun gruppo) saranno a partire dalle 11 del 30 dicembre, in diretta tv, mentre il voto si terrà entro le 13 della stessa giornata di martedì.
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Il rush finale della Manovra
Per la Manovra 2026, quindi, siamo al rush finale. Guardiamo ai prossimi passi nel dettaglio.
- La commissione Bilancio di Montecitorio si riunisce oggi, sabato 27 dicembre, alle 10.30 per l'esame del testo approvato dal Senato poco prima di Natale. Non sono previste votazioni e i deputati possono partecipare alla seduta in videoconferenza.
- Domani, domenica 28 dicembre, il testo - “blindato” - arriverà in Aula: alle ore 16 inizia la discussione generale, al termine della quale (intorno alle ore 19) il governo porrà la questione di fiducia, come già avvenuto nei giorni scorsi a Palazzo Madama.
- Lunedì 29 dicembre, come ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, si terranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia: dalle ore 17.20. A seguire, alle 19 circa, la votazione per appello nominale.
- Martedì 30 dicembre, poi, è in programma l'ultimo atto sulla Manovra: alle 11, in diretta televisiva, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale, con votazioni entro le ore 13.
Il 2026
Camera e Senato, poi, torneranno a riunirsi nel 2026. Tre i provvedimenti attesi nell'Aula di Palazzo Madama dal 7 gennaio: il decreto con le misure in materia di Piano Transizione 5.0 e di produzione di energia da fonti rinnovabili (da convertire in legge entro il 20 gennaio), quello sulla continuità operativa degli stabilimenti dell'ex Ilva (che scade il 30), il ddl sulla regolamentazione dell'ingresso e del soggiorno nel territorio dello Stato degli stranieri per motivi di lavoro. Il calendario dei lavori dell'Aula della Camera, invece, sarà stabilito dalla Conferenza dei capigruppo che si terrà lunedì 29 dicembre alle 18.
La Manovra 2026
Tornando alla Manovra, il 23 dicembre c’è stato il via libera del Senato. I sì sono stati 110, 66 i no e 2 gli astenuti. Poco prima era stata approvata anche la Nota di variazione sulla legge di Bilancio: ha incassato 110 voti favorevoli, 62 voti contrari e un solo astenuto. Ora, come detto, l’esame finale passa alla Camera.
Il via libera dopo le tensioni
Il via libera alla Manovra al Senato è arrivato dopo notti di tensioni anche all’interno della maggioranza, riscritture, dietrofront. Ma alla fine la Legge di bilancio, lievitata a 22 miliardi, ha incassato il primo ok del Parlamento ed è passata alla Camera per un esame superblindato. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha ammesso che fino all'ultimo il cammino è stato impervio: la scelta di far saltare in extremis una manciata di norme - tra cui lo spoil system nelle Authority e la misura contro i lavoratori sottopagati - è stata dettata, ad esempio, dalla necessità di evitare rischi di "incostituzionalità del testo". Frizioni nel governo su alcune misure, come ad esempio le pensioni. Mentre le opposizioni, dall’altra parte, hanno rivendicato di aver dato battaglia perché non entrassero altre misure, come ad esempio la riapertura del condono.
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