Sovraffollamento e suicidi, qual è la situazione nelle carceri italiane?

A inizio luglio il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà ha diffuso gli ultimi dati aggiornati sul sovraffollamento e i suicidi nelle carceri italiane. Rispetto all’anno scorso – il peggiore degli ultimi cinque anni – la situazione sembra essere migliorata: dall’inizio dell’anno al 7 luglio si sono registrati 37 suicidi, il 26% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, quando si erano tolti la vita 58 detenuti. Il dato di quest’anno è leggermente superiore, tuttavia, ai 34 suicidi registrati nei primi sei mesi del 2022 e del 2023. La stragrande maggioranza dei detenuti che si sono tolti la vita era di sesso maschile, 35 persone su 37, un dato che all’incirca rispecchia la proporzione tra il numero totale di carcerati maschi e femmine . Le fasce d’età con più suicidi – ovvero rispettivamente 14 e 12, il 38 e il 32% del totale – sono quelle comprese tra i 40 e i 55 e i 29 e 39 anni. Il Garante non riporta dati sulle fasce d’età dell’intera popolazione carceraria, ma l’età mediana dei detenuti è di 42 anni. Tra i 37 deceduti nell’anno in corso, 17 erano stranieri: il 46% del totale. Un dato che indica la maggiore incidenza dei suicidi tra i detenuti stranieri, poiché rappresentano il 32% della popolazione carceraria. Infine, ben 14 delle persone che si sono tolte la vita si trovavano in custodia cautelare, ovvero non erano state ancora giudicate in primo grado. Poiché attualmente i detenuti in attesa di primo giudizio sono il 15% sul totale degli incarcerati, anche in questo caso si nota una maggiore propensione al suicidio da parte di chi si è in custodia cautelare. Nelle carceri italiane più di 13 detenuti ogni 10 posti disponibili A inizio luglio nelle carceri italiane erano presenti 62.722 detenuti, a fronte di una capienza complessiva di 51.285 posti, dei quali 46.706 sono effettivamente disponibili. Il rapporto del Garante spiega che la discrepanza tra la capienza totale e i posti disponibili effettivi è causata dall’inagibilità di alcune celle e in alcuni casi di intere sezioni detentive, come nel caso del carcere di Milano San Vittore. A livello nazionale, l’indice di sovraffollamento, ovvero il rapporto tra il numero di detenuti e i posti effettivamente disponibili, ammonta così al 134,3%. La regione con l’indice di sovraffollamento più alto è la Puglia , seguita da Lombardia , Molise , Friuli Venezia Giulia Basilicata , Lazio e Veneto . Solo tre regioni registrano un tasso inferiore al 100%, ovvero hanno più posti disponibili che detenuti: la Valle d’Aosta , la Sardegna e il Trentino Alto Adige . La casa circondariale di Lucca è il carcere italiano con il tasso di sovraffollamento più alto: 236,8%, seguita da quella di Foggia con e da quella di Milano San Vittore . Tra maggio 2024 e maggio 2025 il numero degli ingressi in carcere ha largamente superato quello delle uscite: in tutto il Paese si sono registrati 42.289 ingressi e 30.317 uscite, per un divario in negativo di 11.972 unità, che secondo lo stesso Garante “incide in modo notevole sull’indice di sovraffollamento”. Solo in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige nello stesso periodo si è registrato un numero maggiore di uscite dal carcere rispetto alle entrate.

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