Il ministro della Giustizia Carlo Nordio lavora sull'attenuazione del carcere preventivo per chi è in attesa di giudizio definitivo. Lo ha annunciato venerdì incontrando le Camere Penali a Venezia. Le soluzioni allo studio
Un detenuto su quattro, in Italia, si trova in carcere mentre è in attesa di giudizio. O senza condanna definitiva. Un lungo limbo dietro le sbarre. Al fine di ridurre il numero di persone in attesa di giudizio nelle prigioni italiane, è allo studio un piano per rivedere il sistema. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato l'intenzione di modificare i criteri che attualmente regolano la detenzione preventiva. "Stiamo lavorando per modificare quelli che sono i criteri della custodia cautelare, che si sono rivelati fallimentari”, ha dichiarato il ministro venerdì a Venezia parlando al convegno delle Camere Penali.
I criteri della custodia cautelare e le modifiche allo studio
Il carcere preventivo in Italia si può comminare sulla base di tre soli elementi. Il pericolo di fuga, la reiterazione del reato, l’inquinamento delle prove. “Questa trilogia per cui il sospetto di fuga, il pericolo di inquinamento della prova, la reiterazione del reato sono diventate quasi formule metafisiche, formule di stile e provvedimenti dei magistrati, questo non va bene”, ha riferito Nordio. Il governo pensa di spostare almeno una parte dei detenuti in attesa di giudizio definitivo fuori dalle carceri. E guarda alle caserme militari dismesse come alternativa di detenzione, o comunque a strutture a detenzione attenuata. “Dopo la riforma costituzionale, che sta andando avanti abbiamo avuto una prima lettura; tra poco avremo la prima lettura in Senato e, subito dopo l'intervallo costituzionale, avremo la doppia lettura delle Camere e quindi un referendum. E questo sarà inevitabile. Ciò consentirà poi di rimodulare il codice di procedura penale, proprio alla luce delle nuove norme costituzionali”, ha aggiunto. “È un lavoro che faremo ovviamente in via parallela, qualcosa probabilmente riusciremo ad approvare anche prima della riforma costituzionale. Tutto questo orientamento con un faro: la realizzazione piena del sistema accusatorio che era quello che avrebbe voluto il professor Vassalli ed era quello che ha voluto anche il popolo italiano, dandoci mandato per fare quello che stiamo facendo. E sicuramente è quello che faremo”, ha concluso Nordio.
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