Migranti in Albania, il governo: "Andiamo avanti". Meloni vede commissario Ue Brunner
Politica
Per la presidente del Consiglio servono "una soluzione ad ogni ostacolo che appare" e una "revisione della Direttiva rimpatri". Oggi c'è stato l'incontro con il commissario Ue per gli Affari interni e le migrazioni. Al centro del colloquio "le prossime iniziative di politica migratoria della Commissione europea" incluso il "possibile anticipo del nuovo concetto di Paese sicuro di origine"
Il governo è determinato ad andare avanti sui centri in Albania, trovando "una soluzione ad ogni ostacolo che appare". A dirlo è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che lunedì, prima di volare a Parigi per il vertice sull’Ucraina, è intervenuta alla Conferenza sulle linee d'indirizzo per le politiche di contrasto all'immigrazione irregolare dando un input a questori e prefetti ad aumentare i rimpatri dei migranti irregolari. Nel pomeriggio si è svolto l'incontro tra la premier e il commissario Ue per gli Affari interni e le migrazioni Magnus Brunner, che sostiene l'Italia nel protocollo con Tirana. Come spiega una nota di Palazzo Chigi, "al centro del colloquio" ci sono state "le prossime iniziative di politica migratoria della Commissione europea a partire dal rafforzamento dei partenariati con i Paesi di origine e transito dei migranti e dall'attuazione del Patto Migrazione e Asilo, incluso il possibile anticipo del nuovo concetto di Paese sicuro di origine". Meloni "ha, inoltre, ribadito il suo sostegno per un nuovo e più efficace quadro normativo europeo in tema di rimpatri in vista dell'imminente presentazione da parte della Commissione di una specifica proposta legislativa".
L’ipotesi Cpr
Il governo sta lavorando, con gli uffici legislativi di Chigi e del Viminale, a un provvedimento che consenta di far finalmente funzionare i centri albanesi dopo tre trasferimenti andati a vuoto per effetto delle decisioni dei magistrati. "Siamo determinati - ha sottolineato Meloni nelle scorse ore - a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare, non solo perché crediamo nel protocollo ma anche perché rivendichiamo il diritto della politica di governare secondo le indicazioni dei cittadini". L'ipotesi che si sta percorrendo è quella di trasferire in Albania non più i richiedenti asilo, ma gli irregolari che hanno ricevuto un decreto di espulsione e sono trattenuti nei Cpr.

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I numeri dei rimpatri
Ed è proprio sui rimpatri che l'esecutivo è intenzionato a spingere. I numeri sono in aumento - 5.406 nel 2024 contro i 4.743 dell'anno precedente, i 4.304 del 2022 ed i 3.837 del 2021 - ma non ancora soddisfacenti. "Per il terzo anno di fila - ha osservato anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - si è registrato un incremento tra il 15 ed il 20%. Non sono ancora abbastanza, dovremmo fare di più, ma rispetto al 2022, l'anno scorso ci sono stati 1.300 espulsi in più, 1.300 potenziali fattori di insicurezza per i nostri cittadini". Da qui l'invito a prefetti e questori a incrementare il numero dei rimpatri.
