Ucraina, quale sarà la strategia europea dopo il vertice di Parigi e i nodi da sciogliere
Mondo
Introduzione
L’Europa si organizza e, con il vertice "informale" che si è tenuto il 17 febbraio all’Eliseo, voluto dal presidente Francese Emmanuel Macron, arriva un segnale: le trattative per la pace in Ucraina non dovranno essere solo un “passo a due” russo-americano.
Al vertice hanno partecipato i capi dei governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia e Olanda - alla presenza dei vertici Ue e della Nato.
Intesa sui principi generali, ovvero sulla necessità di condividere le scelte con gli Stati Uniti, l'esigenza di garantire una pace giusta e di proteggere l'Ucraina. Ma non basta e ci sono ancora delle spaccature. Da Parigi, del resto, non è arrivato un documento finale. Ma quali sono i temi sui quali si potrebbe lavorare per un'intesa?
Quello che devi sapere
No pace imposta a Kiev
- Sicuramente l’Europa non vuole “una pace imposta che l'Ucraina deve accettare. Per noi è evidente che il Paese deve percorrere la sua strada nell'Unione europea, deve poter difendere la sua democrazia e la propria sovranità ed essere nella condizione di mantenere un esercito forte. Tutto ciò non è negoziabile”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Per approfondire:
Accordo duraturo, resta vitale garanzia Usa
- Come ha sottolineato il primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, sui social, l'Europa chiede un accordo di pace che sia "duraturo". Tutti nel continente devono "farsi avanti", ha aggiunto, per la "sicurezza collettiva". Il destino dell'Ucraina "non mette in gioco solo il futuro" di Kiev, ma è "una questione esistenziale per l'Europa intera" in quanto continente, ha detto il poi Starmer alla Bbc dopo il vertice. L'Europa deve assumere maggiori responsabilità a tutela della propria sicurezza, ma una "rete di protezione americana" resta necessaria per assicurare un accordo poiché "solo una garanzia Usa può efficacemente scoraggiare la Russia di Vladimir Putin dall'attaccare di nuovo" Kiev, ha poi chiarito Starmer.
- Da ricordare che proprio Starmer la settimana prossima andrà a Washington da Trump e vorrebbe ricoprire il ruolo di "facilitatore" fra Europa e Usa.
Il nodo sulle truppe di pace europee in Ucraina
- Starmer prima dell'incontro si era detto aperto all'idea di mandare truppe di pace in Ucraina. Ipotesi, questa, che però è stata accantonata da Scholz e dalla premier italiana Meloni. Secondo quanto trapelato, quella di dispiegare soldati europei in Ucraina e per Meloni un'opzione che lei stessa avrebbe definito davanti agli altri leader "la più complessa e la meno efficace". Soprattutto senza adeguate "garanzie di sicurezza" per Kiev, senza le quali qualunque negoziato rischierebbe, secondo la premier, di fallire. Meloni avrebbe esortato quindi a "esplorare altre strade" e soprattutto a coinvolgere gli Stati Uniti perché, il suo ragionamento "è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana".
- Anche il premier spagnolo, Pedro Sánchez, è allineato: è "prematuro" pensare alla possibilità di inviare truppe di Paesi europei in Ucraina, perché lì "la guerra continua".
- Come Starmer, invece, la pensa anche la Svezia, che però non ha partecipato alla riunione parigina.
La posizione di Meloni
- Non solo. Meloni avrebbe anche condiviso, nel merito, le critiche mosse dal vicepresidente Usa Vance. L'attuale amministrazione ha certo "lanciato una sferzata" al Vecchio continente, avrebbe puntualizzato la premier ricordando che "analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee". In sintesi, il pensiero della Presidente del Consiglio italiana è: "Non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi".
Aumento delle spese della difesa
- Il polacco Tusk, ha ammesso che i rapporti fra Europa e Stati Uniti entrano ormai in "una nuova fase" ed ha riferito che "tutti i partecipanti" alla riunione ne hanno convenuto. Ma, ha aggiunto, si rendono conto "unanimemente" che "un aumento delle spese di difesa è assolutamente necessario".
Il sostegno dell'Ue all'Ucraina
- Su una pace duratura e sul sostegno europeo a Kiev ha insistito anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: "Abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso una posizione di forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico di tutta la sua parte di assistenza militare all'Ucraina", ha ribadito su X
Le garanzie di sicurezza
- A Parigi c'era anche il segretario generale della Nato Mark Rutte. "L'Europa è pronta e disposta a farsi avanti. A fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina. È pronta e disposta a investire molto di più nella nostra sicurezza. I dettagli dovranno essere decisi, ma l'impegno è chiaro", ha scritto su X al termine del vertice.
Per approfondire: