Migranti, FdI fa quadrato intorno alla premier. Tajani: "Toghe ostili, andiamo avanti"
CronacaDopo il terzo stop dei giudici al Piano Albania, la direzione del partito invita all'unità tramite Arianna Meloni: "Se c'è un tempo per tutto, questo è il nostro tempo della responsabilità. Giorgia è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell'Anello". Il vicepremier e ministro degli Esteri: "Siamo convinti di avere ragione, certi giudici travalicano". A fine febbraio la pronuncia della Corte di giustizia Ue. Al Cara di Bari Palese i 43 richiedenti asilo tornati in Italia
Fratelli d'Italia fa quadrato intorno alla premier Giorgia Meloni dopo il terzo stop dei giudici al Piano Albania e al caso Almasri. Il maggior partito di governo ha riunito la direzione nazionale a Roma e tramite Arianna Meloni, la sorella della presidente del Consiglio, ha invitato all'unità: "Abbiamo fatto una traversata nel deserto. Abbiamo fatto anche un salto nel buio ma abbiamo riportato i nostri valori in sicurezza. Se c’è un tempo per tutto, questo è il nostro tempo della responsabilità", ha detto. "Giorgia è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell'Anello", ha aggiunto citando Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. L'anello "è pesante e dobbiamo aiutare Giorgia nella fatica di portarlo senza mai indossarlo", ha concluso. Anche il vicepremier Antonio Tajani dà supporto a Meloni sul Piano Albania: "Noi andiamo avanti, certi giudici ci sono ostili".
Tajani: "Abbiamo ragione, i giudici travalicano"
"Il contrasto dell'immigrazione illegale non può fermarsi. Dobbiamo favorire quella regolare, ma dobbiamo contrastare assolutamente quella illegale. Noi siamo convinti di avere ragione e, dunque, si va avanti", ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri intervistato dal Qn, a proposito del trasferimento dei migranti in Albania. "La stessa cosa riguarda la riforma della giustizia, che dobbiamo condurre in porto rapidamente. Mentre varrebbe la pena di occuparci di meno della vicenda Almasri e concentrare tutte le forze sulla crescita economica, per scongiurare il rischio di una recessione", ha affermato il leader di Forza Italia. Poi attacca i giudici: "Mi pare evidente che ci sia da parte di taluni magistrati un atteggiamento ostile nei confronti del governo, volto a condizionare la vita politica del Paese con le loro decisioni. C'è un travalicare del potere giudiziario nei confronti del potere legislativo e di quello esecutivo. Nessuno è contro la magistratura, ma c'è un problema palese di squilibrio tra i poteri per l'azione di taluni magistrati". Sul caso Almasri "la reazione è stata forte per due ragioni. In primo luogo non capisco perché il procuratore abbia deciso di procedere quando non era obbligato a farlo, sollecitato da una lettera esposto di un avvocato che è stato sottosegretario in un governo di sinistra". Inoltre, ha spiegato, "c'è il comportamento della Corte penale dell'Aja che lascia un po' perplessi. Di sicuro non si è capito perché la Corte non abbia inviato la richiesta di arresto agli altri Stati nei quali Almasri è stato prima di arrivare da noi".

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Pd pugliese: "Da Meloni solo propaganda"
"Gestire le politiche migratorie è una cosa seria, il governo Meloni fa solo propaganda. Si inventa deportazioni che poi falliscono, sprecando enormi risorse pubbliche. Noi siamo qui per testimoniare questo ennesimo fallimento e per farci carico di esseri umani sballottati inutilmente tra Italia e Albania, magari separati dai loro familiari. Alcuni di loro hanno visto riconosciuta la loro vulnerabilità da un tribunale e ora sono finalmente rientrati. Questa è una vergogna nazionale, che denunciamo con forza", ha detto Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Pd che ieri sera era presente a Bari all'approdo dei 43 migranti provenienti dall'Albania, insieme all'altro deputato dem Marco Lacarra. "L'ennesimo fallimento del governo Meloni - ha dichiarato Lacarra -. Spendiamo soldi degli italiani senza alcun risultato, sballottando i migranti tra Italia e Albania. Questi 43 poveri disgraziati approdano sul nostro suolo dopo aver vagato nelle acque del Mediterraneo. Il fallimento di questo governo è ormai evidente a tutti. Altro che blocco navale, altro che centri in Albania: il problema è sempre più grave e irrisolto".
Magi (Più Europa): "I Cpr in Albania vanno chiusi"
"Prima ci ha provato modificando arbitrariamente la lista dei Paesi sicuri, e non le è andata bene. Poi ha cancellato le Sezioni speciali dei tribunali sostituendoli con le Corti di Appello, e non le è andata bene. Adesso, dato che nemmeno la Corte d'appello le ha dato ragione, vuole cambiare i giudici delle Corti d'appello. Se proverà a farlo, sappia che andrà a sbattere di nuovo". A dirlo è il segretario di Più Europa Riccardo Magi. "L'ossessione di Meloni per i centri in Albania sta raggiungendo livelli patologici preoccupanti. Meloni non ha ancora capito che non saranno le forzature di mano a rendere i centri in Albania compatibili con la costituzione e con il diritto, italiano e internazionale. C'è un solo modo per rendere legali i centri in Albania: chiuderli".

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La sentenza della Corte Ue
Dopo lo stop ai trattenimenti deciso dalla Corte d'Appello di Roma, intorno alle 20 di ieri, 1 febbraio, sono tornati in Italia i 43 migranti (bengalesi ed egiziani) trattenuti in Albania. Ora si trovano al Cara di Bari Palese. I giudici hanno rinviato la questione alla Corte di giustizia Ue, che dovrebbe pronunciarsi in merito il 25 febbraio. In sintesi, spiegano le toghe che non hanno convalidato i trattenimenti, la provenienza di un richiedente asilo da un Paese considerato "sicuro" è il presupposto per l'applicazione della procedura accelerata di frontiera e, dunque, per il suo trasferimento in Albania. Sia Bangladesh che Egitto sono nella lista dei Paesi "sicuri" inserita dal governo in un decreto a dicembre 2024. Ma in tale provvedimento, evidenziano i giudici, "per nulla è stato considerato il mancato rispetto delle condizioni per determinate categorie di persone" e non sono menzionate "specifiche fonti di informazione sulla condizione dei Paesi inseriti nella lista". E dunque, "per quanto concerne le condizioni sociali e politiche dei Paesi", valgono "le informazioni qualificate rese disponibili e utilizzate per il precedente decreto interministeriale del 7 maggio 2024". Dalle fonti ministeriali risulta che le condizioni di sicurezza di Bangladesh ed Egitto "non sono rispettate per tutte le categorie di persone", come per la comunità Lgbtqi+, le vittime di violenza di genere, incluse le mutilazioni genitali femminili, le minoranze etniche e religiose, le persone accusate di crimini di natura politica e per i condannati a morte. Visto che in materia ci sono "contrasti interpretativi" tra il diritto europeo e quello italiano, i magistrati hanno deciso di formulare un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia Ue.
