Sondaggio, la maggioranza degli italiani non vuole restrizioni sugli scioperi
È quanto emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24. La grande maggioranza degli italiani, inoltre, pensa che il comparto dell'automobile in Europa stia attraversando una crisi molto o "abbastanza" grande. Le cause: concorrenza cinese, alti costi delle materie prime e politiche Ue. Gli italiani appoggiano poi la scelta dei dipendenti Volkswagen di scioperare e, per quanto riguarda il nostro Paese, sono contrari (53%) a limitazioni del diritto di astenersi dal lavoro.
- La maggioranza degli italiani (53%) è contraria alle restrizioni del diritto allo sciopero, mentre il 34% sarebbe favorevole a una proposta di legge più stringente in materia di astensioni dal lavoro. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24. Molto contrari i cittadini in età lavorativa (35-54 anni: 57%) e gli occupati (60%)
- La spaccatura sul tema è fortissima tra gli elettori dei partiti di maggioranza e quelli di opposizione. Tra i secondi prevale la protezione del diritto allo sciopero (80% Pd, 75% M5S, 80% AVS), mentre tra i primi si verifica il contrario, per quanto con posizioni meno mette: il 65% di chi vota FdI è favorevole a regole più ferree, così come il 63% di chi vota Lega e il 52% di chi vota Forza Italia e Noi Moderati.
- L’istituto della precettazione, cioè la possibilità di interrompere o rendere più blando uno sciopero per garantire i servizi pubblici essenziali o per motivi di sicurezza pubblica, viene di fatto ritenuto sbagliato dal 57% degli italiani
- Anche qui ci sono forti differenze tra gli elettori. Netta la posizione contraria di chi vota i partiti di opposizione (74% Pd, 79% M5S, 71% AVS), più sfumata quella degli elettori del governo, divisi tra loro (tra gli elettori leghisti il 45% è d’accordo con la limitazione dello sciopero, il 46% contrario, tra quelli di FI il 49% è d’accordo, il 44% è contrario)
- Cambiando tema, molto si è parlato – anche sulla scia delle dimissioni di Carlos Tavares dalla guida di Stellantis – delle difficoltà attraversate dal settore dell’automobile. Secondo gli italiani il comparto europeo è effettivamente in grave crisi (82%). A percepirlo sono soprattutto gli acquirenti (over 35), mentre tra i più giovani, dove l’utilizzo e l’acquisto dell’automobile è inferiore, questa crisi è vista come grave da una netta maggioranza, ma inferiore (68%)
- La gestione di Stellantis di Tavares raccoglie giudizi negativi. Così, il 26% degli italiani pensa che in futuro la situazione del Gruppo migliorerà. Per il 18% peggiorerà, mentre per il 32% non cambierà nulla. Questo si riflette anche nel giudizio sulla buonuscita di Tavares stesso: per un italiano su 2 non dovrebbe ricevere un euro
- Gli italiani stanno con gli operai tedeschi: il 70% ritiene giusta la decisione di sciopero dei dipendenti Volkswagen, che ha annunciato la chiusura di diverse fabbriche e migliaia di licenziamenti. Anche qui, l’accordo è trasversale, con picco sul sostegno allo sciopero tra gli elettori di AVS (91%), ma anche tra gli elettori di FdI e FI - i più critici - i giudizi sono largamente positivi (73% e 72% rispettivamente)
- Interessante poi rilevare come secondo gli italiani, almeno in questa fase storica, il salvataggio dei posti di lavoro deve essere messo talmente avanti a tutto da mettere a rischio la sostenibilità dell’azienda (63%)
- Principali cause della crisi del settore automobilistico europeo sono la concorrenza dall’estero, in particolare dalla Cina (51%), e l’aumento del costo delle materie prime (50%). Poi ci sono le politiche europee (38%) e il calo nella domanda di auto tradizionali (31%)
- E ancora, altre cause sono il ritardo nelle tecnologie per veicoli elettrici (29%), il costo troppo alto della manodopera e la scarsa capacità dei manager europei (27%), le modalità di vendita (22%)
- Per quanto riguarda la politica interna, cosa succederebbe se si andasse a votare oggi? FdI resta il primo partito, al 27,5%, ma perde lo 0,8% rispetto al sondaggio del 18 novembre. Il Pd, al secondo posto (24,2%) guadagna l'1%. Scendono invece M5S (11,6%, -0,3%) e Lega (8,6%,-0,4%)
- Forza Italia cala dello 0,9% e si assesta al 7,8%. In giù anche AVS (6%, -0,1%). Meglio Azione, al 3,5% (+0,5%). Stabile Italia Viva (2,1%)
- Leggera risalita per +Europa (2%, +0,1%), mentre Noi Moderati - che fino all’ultima rilevazione era sondato assieme a FI - è all'1,1%. Altissima la percentuale di chi dice che si asterrebbe o che si dice indeciso (45,5%, +0,5%)
- Al di là dei giudizi positivi sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Giorgia Meloni resta la leader di partito in cui gli italiani hanno più fiducia (34%, +1%). In lieve aumento comunque il sentimento di fiducia anche verso i suoi colleghi Antonio Tajani (26%, +1%) ed Elly Schlein (26%, +1%)
- Sempre al 26%, e sempre con un +1%, è anche la fiducia in Giuseppe Conte. Stabile Matteo Salvini al 19%, mentre Carlo Calenda registra la crescita più alta (15%, +2%). Nessun cambiamento per Matteo Renzi, al 9%
- Coerentemente con la flessione dei partiti di maggioranza, peggioramento pesante (-5%) dei giudizi sull'operato del governo, che scende a un 34% di sentimenti positivi, mentre i negativi salgono (+3%) al 57%
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 5 e il 6 Dicembre 2024 su un campione di 1.202 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagate per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 2,8% con un intervallo di confidenza del 95%