45 anni fa Nilde Iotti divenne la prima donna presidente della Camera

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Il 20 giugno, ricorre l'anniversario dell'elezione di Nilde Iotti come prima donna presidente della Camera dei deputati, avvenuta nel 1979. Partigiana, prima donna a ricevere un mandato esplorativo e tra le madri fondatrici della Repubblica italiana, ha segnato profondamente la storia politica italiana, e non solo

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Oggi, 20 giugno, ricorre l'anniversario dell'elezione di Nilde Iotti alla presidenza della Camera dei deputati. Il 20 giugno 1979, diventò la prima donna a essere eletta alla terza carica dello Stato, mantenendo il ruolo per quasi tredici anni. Partigiana, prima donna a diventare presidente di una Camera, prima donna a ricevere un mandato esplorativo per formare un governo e tra le madri fondatrici della Repubblica italiana, la sua figura ha segnato profondamente non solo la storia politica della Penisola, ma anche quella europea.

Combattente della resistenza durante la guerra mondiale

Nata il 10 aprile 1920 a Reggio Emilia, in una delle cosiddette "province rosse" del Nord Italia, Nilde Iotti fu una studentessa modello e vinse una borsa di studio per studiare lettere e filosofia all'Università Cattolica di Milano, pur mantenendo le distanze dalla fede religiosa. Durante la seconda guerra mondiale, divenne una combattente della resistenza e una figura di spicco del Partito comunista italiano, nonchè  responsabile dell’Unione donne italiane, emergendo come una delle figure politiche femminili più importanti del dopoguerra italiano. Grazie al suffragio femminile istituito nel 1945, molte donne italiane sostennero Iotti, che nel 1946 fu eletta all'Assemblea Costituente.

Tra le madri della Costituzione

La sua eredità è radicata anche nella Costituzione. Scrisse la sezione relativa al diritto di famiglia e durante la stesura dell'articolo 51, che garantisce l'accesso ai "pubblici uffici e alle cariche elettive" in condizioni di uguaglianza, si oppose con forza, insieme con altre colleghe, all’aggiunta di un inciso, apparentemente innocuo, proposto dai colleghi uomini, che però limitava le donne, soprattutto nella carriera di magistrato: “Conformemente alle loro attitudini, secondo norme stabilite dalla legge”. La protesta di Ioti fu efficace e alla fine l'inciso venne eliminato, salvaguardando un principio fondamentale della democrazia.

Prima donna a ricoprire una carica istituzionale in Italia

Nel 1948, divenne membro della Camera dei Deputati, diventando la prima donna e la prima comunista a ricoprire una carica istituzionale di rilievo in Italia. Dal 1979 al 1992, servì come presidente della Camera, distinguendosi per il suo rigore e la sua imparzialità e guadagnandosi la reputazione di "miglior presidente della Camera dei Deputati che l'Italia abbia mai avuto". Cinque anni prima della fine di quell'esperienza, diventò la prima donna a ricevere un mandato esplorativo per la formazione di un governo. Un tentativo che resterà negli annali, così come la lunga esperienza parlamentare e l'impegno per le riforme con la presidenza della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali.

La sua lotta per rinnovare il Pci

Compagna dello storico segretario del Pci Palmiro Togliatti (sposato con un’altra delle ventuno parlamentari, Rita Montagnana), una relazione insultata, osteggiata e dileggiata persino dai suoi stessi compagni di partito, come raccontato da lei stessa decenni più tardi, fu rispettata dal Pci solo dopo la morte di Togliatti, nel 1964. In quel anno “cominciò la fase più importante e rapida della mia carriera politica”. Iotti lavorò intensamente per rinnovare il partito e divenne anche una figura chiave del movimento europeista, sostenendo per tutta la sua carriera che l’integrazione europea fosse fondamentale per una trasformazione sociale positiva. Iotti affermò che l'Unione Europea doveva offrire nuove vie di sviluppo civile, sociale e politico, aprendo nuove frontiere di rinnovamento e crescita che gli Stati nazionali, limitati da vincoli e restrizioni, non potevano garantire.

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La sua lotta per i diritti delle donne

Durante la sua carriera, Nilde Iotti si batté con forza per i diritti delle donne, impegnandosi in campagne fondamentali per l'introduzione delle leggi sul divorzio e sull'aborto. La sua abilità come mediatrice la portò a incoraggiare i suoi compagni più giovani a considerare anche i punti di vista delle donne cattoliche su questi temi cruciali.

In prima linea per il suffragio universale

Sostenitrice di un'Europa equa e paritaria, Nilde Iotti lottò per portare il suffragio universale a livello europeo. Nel 1969, fu eletta come primo candidato comunista al Parlamento Europeo nell'ambito della delegazione italiana. Come parlamentare europea, Iotti si schierò a favore delle elezioni dirette degli eurodeputati, credendo che il voto popolare avrebbe conferito al Parlamento europeo un mandato chiaro e credibile per agire a nome dei cittadini.
La visione di Iotti per un'Europa unita comprendeva anche le implicazioni geopolitiche di un'unione sempre più stretta. Sosteneva che i popoli europei dovessero esercitare un'influenza positiva su questioni globali, come le relazioni Nord-Sud, la pace e lo sviluppo del Medio Oriente e la regolamentazione del sistema internazionale. Il suo impegno fu premiato nel 1979 con le prime elezioni dirette del Parlamento europeo.

Le dimissioni

Poco dopo, si dimise dal suo incarico di eurodeputata, mantenendo però un legame profondo con l'Europa fino alla sua elezione a vicepresidente del Consiglio d'Europa nel 1997. Dopo 53 anni di attività politica, Nilde Iotti annunciò le sue dimissioni dal Parlamento italiano nel novembre 1999. Morì il 4 dicembre dello stesso anno a Roma, all'età di 79 anni, lasciando un'impronta indelebile nella storia politica italiana ed europea.

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