Il vicepremier e ministro degli Esteri, ospite a Start, sul caso della 39enne italiana detenuta in Ungheria: "Se si deve trasformare il processo in scontro politico, lo scontro politico non favorisce la signora Salis". Poi un passaggio sulle tensioni in Medio Oriente: "Siamo favorevoli come governo a un’interruzione dei combattimenti per permettere la restituzioni degli ostaggi in mano ad Hamas e far entrare beni alimentari alla popolazione civile a Gaza"
"Eviterei di politicizzare il caso se no si rischia lo scontro". Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite a Start, di Sky TG24, sulla vicenda di Ilaria Salis, a cui oggi il tribunale di Budapest ha negato i domiciliari. Poi un passaggio anche sul conflitto in Medio Oriente: sulla risoluzione Onu "siamo favorevoli come governo a un’interruzione dei combattimenti per permettere la restituzioni degli ostaggi in mano ad Hamas e far entrare beni alimentari alla popolazione civile a Gaza. Lavoriamo", ha aggiunto il ministro, "perché si arrivi alla soluzione due popoli due Stati, difficile, difficilissimo, le parti non sono d’accordo ma dobbiamo lavorare per la stabilità dell’area" (MEDIO ORIENTE: AGGIORNAMENTI LIVE - GLI APPROFONDIMENTI). Poi parlando della guerra in Ucraina Tajani ha ribadito: a Kiev "mandiamo e manderemo materiale militare ma nessun soldato italiano andrà a combattere in Ucraina". E ha aggiunto: "Dobbiamo arrivare al 2% per la Nato ma tenendo conto che va compreso il costo delle numerose missioni italiane".
I due contingenti militari in Libano
"In Libano abbiamo due contingenti - spiega Tajani rispondendo a una domanda sulle regole d'ingaggio dei militari - quello dell’Unifil che serve da cuscinetto tra le forze israeliane e Hezbollah, non credo che si possano cambiare le regole di ingaggio in questo momento perché sono le Nazioni Unite che decidono, loro sono assegnati alle nazioni Unite. Credo stiano svolgendo un buon ruolo, sono ben visti sia dalla parte libanese sia dalla parte israeliane. In più c’è un contingente di circa 100 uomini a Beirut che addestra l’esercito libanese che è uno strumento importante per contenere lo strapotere di Hezbollah".
"Venti milioni di euro nel progetto Food for Gaza"
Parlando poi degli aiuti alla popolazione di Gaza, Tajani spiega che "l’Italia è protagonista di un nuovo progetto che si chiama 'Food for Gaza' per il quale investiremo altri 20 milioni di euro in aggiunta agli altri 20 che abbiamo già utilizzato per la Striscia di Gaza. L’obiettivo è quello di lavorare insieme alla Fao, al Pam, alla Croce Rossa e alla Mezzaluna Rossa per aiutare via terra e via mare per far arrivare beni alimentari alla popolazione civile perché quelli che vengono lanciati dal cielo sono insufficienti e a volte cadono in mare, ci sono stati dei morti annegati che cercavano di prendere quei beni alimentari, quindi meglio passare per Rafah attraverso questo corridoio umanitario che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio".
leggi anche
Meloni in Libano, visita al contingente italiano di stanza nel Paese
"Israele non entri a Rafah, ci sarebbero troppe vittime"
"Abbiamo invitato Israele a non entrare a Rafah, mi auguro che Israele comprenda che sarebbe un errore, ci sarebbero troppe vittime civili - dice Tajani - È chiaro che Hamas usa tutti gli strumenti per creare nel mondo arabo odio verso Israele, ha fatto cose raccapriccianti. Il governo d'Israele è caduto nella trappola: ci sono troppe vittime civili, bisogna interrompere i combattimenti, liberare gli ostaggi israeliani e far entrare gli aiuti ai civili". Sulle critiche a Netanyahu aggiunge: "Non mi permetto di intervenire sulla vita democratica di Israele, è vero che siano stati commessi errori e chiediamo a Israele, Paese amico, di non continuare l'azione bellica a Rafah".
approfondimento
Guerra a Gaza, cosa prevede la risoluzione Onu per il cessate il fuoco
"Per Putin colpo durissimo dopo attentato al Crocus"
Il vicepremier parla anche dell'attentato a Mosca: "Putin ha subito un colpo durissimo per l'attentato che ha provocato tanti morti ed era prevedibile. C'è stata una falla nei servizi russi e Putin deve nascondere la falla attaccando su altri fronti. Ma Kiev non c'entra nulla e lo stesso (presidente bielorusso Alexander, ndr) Lukashenko ha smentito il presidente russo".