Calenda a Sky Tg24: "Il campo largo non esiste, è solo un teatro"

Politica

Il leader di Azione è intervenuto a Sky Tg24, criticando le contraddizioni di una politica ritenuta "infantile" e soffermandosi sulle divergenze ideologiche di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Calenda ha, poi, invitato gli elettori abruzzesi a prendere una scelta "seria, ponderata e logica"

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“Il campo largo non esiste, è solo un teatro”. Lo ha detto, in un’intervista a Sky Tg24, Carlo Calenda, in un'articolata critica allo scenario politico attuale. Calenda si è soffermato sulle divergenze tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle: “Dal palco del Pse si diceva una cosa sull'Ucraina, che era di sostegno, mentre dal M5S si diceva 'basta aiuti a Kiev'. È questo scempio deve essere fermato. Chi vota Azione sa che si vuole bloccare questo scempio”, ha affermato. “Le nostre sono state sempre posizioni ferme. Non abbiamo fatto il governo con il M5S e abbiamo sempre spiegato che il campo largo”. 

“Non siamo in grado di far accadere le cose”

“La politica italiana oggi non è una cosa seria”, ha affermato Calenda. Per il leader di Azione, i suoi avversari portano avanti una politica infantile, incapace di realizzare i suoi obiettivi: “Abbiamo speso poco più della metà dei fondi europei che dovevamo spendere. Abbiamo preso i crediti d’imposta e li abbiamo messi nel PNRR, perché non siamo in grado di far accadere le cose. E anche perché la gestione è affidata a squadre di governo che non hanno alcuna esperienza amministrativa e gestionale.” 

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“L’ora più buia per le democrazie liberali”

Per Calenda, questa “è l’ora più buia per le democrazie liberali”. Il leader di Azione non si riconosce nei modi di agire dei suoi “colleghi”: “Ogni fatto di cronaca viene usato come un macigno da usare contro gli avversari, anche se questo è pericoloso per il Paese. Non bisognerebbe trarre da ogni minimo fatto una conclusione generale, come quando si dice che sta tornando il fascismo”. E su Vannacci: “È niente elevato a fenomeno dalla sinistra. Non esisterebbe se non esistessero i giornali di sinistra”. 

Federica Onori (S), il leader di Azione, Carlo Calenda, e Fabio Massimo Castaldo (D) durante una conferenza stampa alla Camera, Roma, 01 febbraio 2024. ANSA/ETTORE FERRARI

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 "Le manganellate sono un fallimento, ma non è fascismo"

 

"Le manganellate sono un fallimento. Quello che è successo a Pisa è sbagliato. Si è aperta un'inchiesta. E ha parlato il Presidente della Repubblica", ha spiegato. "Dopodichè - aggiunge interrogato sulla frase di Pasolini in difesa delle forze dell'ordine riportata su alcuni quotidiani - quelle parole sono prese a destra e sono prese a sinistra e sono usate anche per dire che 'quelle manganellate sono il fascismo'. Per dire che, come sempre, sta tornando in Italia un regime fascista. E sono 30 che si dice che sta tornando il fascismo. Mentre sono riprese a destra, per farsi scappare l'insofferenza che c'è per il ruolo del Presidente della Repubblica". E questo, osserva Calenda, "è molto pericoloso perché l'Italia ha avuto più di 10 anni di violenza politica di piazza e se noi andiamo a ributtare benzina sul fuoco pensando di far diventare i fatti di Pisa un altro elemento per estremizzare è grave. C'è il rischio che si torni a farsi male nelle piazze e di questo non abbiamo davvero bisogno".

“Da una scelta elettorale seria dipende il nostro futuro”

“In Sardegna ha perso la destra perché c'era un sindaco considerato incapace e si usciva da un fallimentare governo della Regione”, sostiene Calenda, che ha poi spostato il focus sulle elezioni regionali del 10 marzo in Abruzzo: “Perché in Abruzzo sosteniamo il candidato civico? Perché è bravo”, ha spiegato. “Agli abruzzesi voglio dire di ragionare sulla qualità di chi vogliono eleggere perché la situazione è drammatica. Se non iniziamo a ragionare in questo modo, in primo luogo la sanità si sbriciola, per cui tutte le altre cose non contano più. Si tratta di una scelta seria, ponderata, logica da cui dipende il nostro futuro”, ha concluso. 

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