Vertice Italia-Africa, Meloni: "Piano Mattei non è scatola chiusa ma idea da condividere"
PoliticaAl summit hanno partecipato la presidente del Consiglio, i leader dei Paesi africani, i vertici dell'Ue, dell'Unione africana e delle principali Organizzazioni internazionali. Ieri una cena ospitata dal Quirinale ha dato il via al vertice. I lavori si sono tenuti in Senato, con interventi sui diversi temi: dalle infrastrutture all’energia, fino alle migrazioni. La premier: "Il Piano Mattei è un piano di obiettivi concreti e realizzabili che vanno verificati passo dopo passo"
Si è chiuso a Roma il Vertice internazionale “Italia-Africa. Un ponte per una crescita comune”, il primo non a livello ministeriale ma di capi di Stato e che è stato l'occasione per dare il via al Piano Mattei. Un summit a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Meloni, i leader dei Paesi africani, i vertici dell'Unione europea, dell'Unione africana e delle principali Organizzazioni internazionali. "Il vertice ha raggiunto lo scopo prefissato, essere un momento di condivisione, dialogo, di scambio di opinioni fra l'Italia e le nazioni africane - ha detto Meloni al termine del summit - E grazie alla vostra presenza numerosa qualificata, che dimostra l'interesse verso la posizione italiana, possiamo dire che è stato un successo. Lo dobbiamo soprattutto a voi, ai vostri contributi e alla vostra partecipazione". La giornata al Senato si è aperta con gli interventi della stessa premier e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del presidente dell'Unione africana Azali Assoumani, della Commissione dell'Ua, Moussa Faki, dei presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento Ue (Ursula von der Leyen, Charles Michel e Roberta Metsola) e del vice segretario generale Onu Amina Mohammed. A seguire le cinque sessioni tematiche. Ieri una cena ospitata dal Quirinale ha dato il via al vertice. Il presidente della Repubblica Mattarella, nel suo discorso per il brindisi di benvenuto, ha sottolineato l'importanza delle relazioni tra Africa e Europa. Il capo dello Stato ha citato un proverbio africano "di grande saggezza" per chiudere il suo brindisi. "Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno", ha detto, auspicando un "cammino comune" verso "benessere e pace in Africa, in Europa e nel mondo”.
Meloni: "Piano Mattei non è una scatola chiusa"
"Ho detto questa mattina e lo ribadisco" sul piano Mattei "non abbiamo una scatola chiusa: abbiamo un'idea da condividere, ho atteso per capire se questa idea che abbiamo in testa sia condivisa e condivisibile dai nostri interlocutori" perchè "si può fare solo insieme", ha detto Meloni chiudendo il vertice. "Il Piano Mattei non è un piano di buone intenzioni e dichiarazioni di principio ma un piano di obiettivi concreti e realizzabili che vanno verificati passo dopo passo. Ribadisco che intendo seguirlo personalmente, serve un cronoprogramma preciso, delineato. È un metodo di lavoro che può fare la differenza e raccontare un modello nuovo".
Meloni: "Abbiamo i primi progetti pilota del Piano Mattei"
"Grazie per la vostra presenza e per quello che costruiremo a partire da oggi, spero che il governo italiano sia stato all'altezza delle vostre aspettative perché voi lo siete sicuramente stati. Ho apprezzato - ha detto la premier in un altro passaggio - la concretezza delle proposte sui diversi temi e ringrazio tutti per un contributo straordinario e molto prezioso per noi che sapremo raccogliere e raccogliamo perché trovi una declinazione pratica nel nostro Piano Mattei". Meloni ha citato molti dei temi degli interventi: dallo sviluppo alla sicurezza al contrasto all'immigrazione illegale. "Ho trovato moltissimi punti di contatto - ha osservato - e questo è solamente l'inizio: abbiamo davanti un cammino molto lungo, questa è una ripartenza, l'inizio di una stagione nuova di un lavoro che possiamo fare insieme. Abbiamo i primi progetti pilota del Piano Mattei ma il perimetro della nostra collaborazione penso possa essere molto più ampio".
Meloni: "Oggi nuova pagina basata su cooperazione da pari a pari"
"Sono contenta di aver riscontrato una concreta volontà di scrivere insieme una nuova pagina nelle nostre relazioni basata su una cooperazione strutturale da pari a pari lontana dall'approccio predatorio che troppo spesso ha impedito all'Africa di crescere", ha proseguito Meloni. Un rapporto, ha aggiunto "basato sulla responsabilità, la fiducia, il rispetto".
Meloni: "Abbiamo vinto la scommessa"
"Quando abbiamo scelto di elevare la tradizionale conferenza Italia-Africa, che si era sempre svolta a livello di ministri, a rango di vertice invitando capi di Stato e di governo, il governo italiano ha fatto una commessa: all'esito della giornata dico senza timore di smentita che quella scommessa è stata vinta", ha detto Meloni alla stampa dopo il vertice. "L'approccio italiano viene visto con estremo interesse dal continente africano - ha aggiunto -, e ne vado orgogliosa. Come vado orgogliosa del fatto che tanti colleghi al termine del vertice hanno fatto i complimenti al governo italiano per questa iniziativa definita da tutti un successo".
Meloni: "Faremo progetti con il contributo di nazioni africane"
"L'obiettivo è replicare in tutti i Paesi che saranno interessati i modelli che avranno maggiore successo, e immaginare altri progetti anche con il contributo delle nazioni africane", ha detto ancora Meloni alla stampa. "Non ci siamo presentati con progetto chiuso - ha aggiunto parlando del Piano Mattei -, abbiamo presentato un'idea, e stiamo raccogliendo indicazioni, consigli dalle nazioni africane per arrivare a un lavoro definito. Dopo questo vertice, i bilaterali di domani, e un ampio lavoro di scambio e condivisione convocheremo la Cabina di regia, per la stesura definitiva e far partire in modo operativo le prime squadre, e per essere concreti immediatamente". Come spiegato da Meloni, "molti interlocutori hanno parlato di concretezza. Questa chiave di volta può fare la differenza nel rapporto dell'Africa non solo con l'Italia ma con l'Europa. Tentiamo un approccio pionieristico riguardo un lavoro che l'Europa deve saper fare".
Meloni: "Serve coinvolgimento Ue"
"Non esiste una soluzione che vada bene per tutti" e "non ho la pretesa di affrontare la questione africana da sola. Serve l'Unione europea", ha spiegato Meloni replicando a una domanda sul coinvolgimento dell'Europa nel Piano Mattei. La premier ha citato quanto detto dalla presidente von der Leyen sull'European Global Gateway, che "vale 150 miliardi di euro e ha detto che è disponbile a valorizzare con parte di quelle risorse un lavoro utile per l'Italia nel suo complesso. Siamo i più vicini, la porta d'ingresso, siamo portati ad avere più degli altri questa attenzione ma è una attenzione che oggi ha tutta l'Europa e la cui importanza tutta l'Europa comprende".
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I punti di discussione
Il vertice ha quindi dato il via al Piano Mattei, simbolo della nuova stagione in cui l’Italia vuole essere il ponte tra l’Europa e il continente africano, “con un approccio di collaborazione e non più predatorio né caritatevole”. Lo ha ribadito la presidente Meloni: "È un piano concreto di interventi strategici, concentrato su poche priorità di medio lungo periodo, istruzione e formazione, salute e agricoltura, acqua ed energia. Abbiamo individuato alcune nazioni africane del quadrante subsahariano e nordafricano" che sarà poi allargato "seguendo una logica incrementale". I lavori del vertice in Senato hanno visto interventi sui diversi temi: infrastrutture, energia, sanità e alimentazione, cultura e formazione e poi le migrazioni. Sul tavolo, di fatto, partenariati per nuovi investimenti in Africa, in cambio di nuove fonti di approvvigionamento energetico e la gestione dei flussi migratori. Il Piano Mattei "può contare su 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie: circa 3 miliardi dal fondo italiano per il clima e 2,5 miliardi e mezzo dal fondo per la Cooperazione allo sviluppo", ha spiegato Meloni.
Il Piano Mattei
La conferenza Italia-Africa, primo appuntamento internazionale in Italia dall’avvio della presidenza del G7, è stata l’occasione per il governo Meloni di illustrare il Piano Mattei. Palazzo Chigi lo presenta come il tentativo di arrivare ad un approccio globale e non predatorio nei confronti dell’Africa. Cioè superare la logica coloniale e colonialista che plasma anche tanta parte della cooperazione internazionale. Questo verrà fatto attraverso meccanismi di ascolto delle esigenze africane nella speranza di riuscire a condividere lo sviluppo socio economico del continente. Un grande centro di formazione professionale sull'energia rinnovabile in Marocco, progetti sull'istruzione in Tunisia, altri per l'accessibilità alla sanità in Costa d'Avorio: sono "alcuni dei progetti pilota" del Piano Mattei annunciati dalla premier Giorgia Meloni. "La condivisione è uno dei principi cardine del Piano Mattei i lavori di questo vertice saranno determinanti per arricchire il percorso", ha spiegato Meloni, indicando progetti anche in Algeria, Mozambico, Egitto, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya.
I progetti
I soldi saranno investiti in progetti destinati a rimanere sul territorio e che generino un volano economico e sociale. Il ritorno per l’Italia e l’Europa, evidentemente, sarebbe quello di una maggiore sicurezza e di flussi migratori più contenuti e controllati. Il Piano Mattei è "un piano di interventi con cui vogliamo dare il nostro contributo a liberare le energie africane anche per garantire alle giovani generazioni un diritto che finora è stato negato: qui in Europa abbiamo parlato spesso del diritto a emigrare ma quasi mai di come garantire il diritto a non dover essere costretti a migrare, a non dover così recidere le proprie radici in cerca di una vita migliore, sempre più difficile da raggiungere in Europa". Il nostro Paese farebbe da apripista ad un maggiore coinvolgimento anche dell’Unione europea e delle istituzioni internazionali. In questo senso si spiegano le adesioni al massimo livello dei rappresentati europei, Von der Leyen, Michel e Metsola così come delle agenzie dell’Onu. Tante delegazioni africane (oltre 40), tra cui 15 capi di Stato, 8 capi di governo e 11 ministri degli Esteri. Rilevante l'assenza di un rappresentante della Nigeria, Paese dove l'Eni opera con profitto da decenni.
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Metsola: "Bene il piano Mattei, se l'Africa prospera l'Ue prospera"
"Quando l'Africa prospera, l'Europa prospera e il mondo prospera. Ed Enrico Mattei aveva capito per primo che c'è più forza nelle nazioni che collaborano, piuttosto che quando lavorano l'una contro l'altra", ha detto la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola al vertice. Metsola nel suo intervento ha tenuto a ringraziare Meloni a Tajani per un "vero e proprio cambiamento di mentalità atteso da tempo" nei rapporti con l'Africa.
Von der Leyen: "Piano Mattei rafforza partnership Ue-Africa"
"Sono molto grata all'Italia per aver messo la cooperazione con l'Africa al centro della sua politica estera e della presidenza del G7. Il nuovo Piano Mattei rappresenta un importante contributo a questa nuova fase della nostra partnership con l'Africa e si integra con il nostro European Global Gateway, 150 miliardi di euro" dall'Ue, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, sottolineando che "gli interessi e i destini tra Africa ed Europa sono allineati più che mai", su energia pulita, lotta al cambiamento climatico, lavoro, fermare le perdite di vite umane sulle rotte migratorie.
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Faki: "Sul Piano Mattei avremmo voluto essere consultati"
"Signora presidente del Consiglio, sul Piano Mattei che propone avremmo auspicato di essere consultati. L'Africa è pronta a discutere contorni e modalità dell'attuazione. Insisto sulla necessità di passare dalle parole ai fatti, non ci possiamo più accontentare di promesse, spesso non mantenute", ha detto il presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki, nel discorso al vertice Italia-Africa, rivolgendosi a Giorgia Meloni. "Le prese di posizione dell'Italia a favore di un nuovo paradigma di partnership con l'Africa godono di ottima considerazione nel continente", ha aggiunto. "L'Italia sotto la sua guida ha mostrato un costante interesse per una collaborazione equa e produttiva con l'Africa, e le vostre prese di posizione nei consessi internazionali a favore un nuovo paradigma di partnership con l'Africa godono di ottima considerazione nel continente. Grazie anche per essere venuta da noi per discuterne. E spero che la presidenza italiana del G7 possa amplificare questo approccio all'Africa", ha affermato inoltre Faki. Il presidente della Commissione dell'Unione africana ha quindi sottolineato "i principi che devono essere presi in giusta considerazione per governare questa partnership, così come per quella con l'Unione europea", plaudendo poi per la presenza al summit di Roma dei vertici delle istituzioni dell'Ue. "Il primo principio - ha affermato - è quello della libertà: la partnership internazionale con l'Ue poggia proprio sul concetto di libero scelta del partner, non allineata sul blocco di un partner unico. Siamo sempre vigili per mantenere diversità di partner". Il secondo principio, ha continuato, è quello del "vantaggio reciproco". "L'Africa non è sprovveduta - ha concluso - ma si impegna secondo un rapporto equilibrato".
Meloni a Faki: "Il Piano Mattei non è definito a monte"
"Anche da quello che dice il presidente Assoumani mi pare che si comprenda l'idea dell'Italia di condividere un percorso che ha in mente, e non di definirlo a monte e consegnarlo a qualcuno. Non avrebbe senso, è qualcosa già visto in passato", ha detto Meloni dopo il vertice commentando le osservazioni di Faki. "Sulla concretezza - ha aggiunto - sono assolutamente d'accordo, è la ragione per cui abbiamo voluto raccontare l'idea Piano Mattei partendo da progetti specifici". "Può essere sembrata una cosa chiusa ma non lo è, e il vertice Italia-Africa era fondamentale per condividere strategia e definizione finale dei progetti - ha spiegato Meloni - Potrei aver fatto l'errore di essere troppo concreta e dato l'impressione che fosse definito. Noi abbiamo pensato che il vertice fosse dirimente per definire il lavoro che stavamo facendo, e lo abbiamo presentato per condividerlo e raccogliere gli spunti che arrivavano".