Il ministro delle Imprese e del Made in Italy chiude la due giorni di interviste e dibattiti di Sky TG24. "Abbiamo realizzato una legge di Bilancio sociale e produttiva", ribadisce, "senza perdere di vista la valorizzazione dei corpi intermedi"
È stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a chiudere i lavori della due giorni di Live In Genova (RIVIVI LA DIRETTA). Ai microfoni di Sky TG24, Urso ha ribadito la convizione del goverrno circa la bontà della Manovra e le altrettanto forti perplessità sullo sciopero indetto da Cgil e Uil, andato in scena proprio in queste ore. "Siamo rimasti sorpresi", ha spiegato Urso, "dall'annuncio fatto nei mesi scorsi dal segretario della Cgil circa la volontà di scioperare a prescindere contro una Manovra non ancora ideata". "E lo siamo stati ancor più", ha proseguito il ministro, quando si è palesata la volontà di scendere in piazza dopo che la legge di Bilancio era stata presenta in Parlamento e agli stessi sindacati, dei quali avevamo recepito le istanze".
"Manovra realizzata nonostante una duplice zavorra"
Per Urso, quella varata dall'esecutivo è una Manovra "destinata a lavoro, imprese e famiglie", realizzata malgrado la spada di Damocle di una duplice zavorra: l'aumento dei tassi d'interesse da parte della Bce e la pesante eredità lasciata dal Superbonus. Malgrado ciò, il ministro ha sottolineato la convinzione di avere messo in campo una Finanziaria "sociale e produttiva", con risorse destinate al lavoro, a cominciare da un importante taglio del cuneo fiscale, incentivi per le assunzioni e oltre 5 miliardi di eruro per le imprese.
"Vogliamo valorizzare i corpi intermedi"
Una legge di Bilancio che pure ha trovato aspre critiche da parte di Cgile e Uil, ma anche qualche perplessità da parte di Confindustria "Non so se le critiche di Bonomi siano ingiuste", ha concluso Urso, "si può sempre migliorare. Ciò che voglio sottolineare è come questo governo abbia fatto di tutto per mantenere aperto confronto con i corpi intermedi, elemento che riteniamo caratteristico della nostra azione politica. La nostra scelta era e resta quella di valorizzare i corpi sociali e non, invece, di rottamarli, come aveva penstao di fare qualcuno prima di noi".