La premier, su Facebook, dice di essere rimasta "basita di fronte alla sentenza" del giudice di Catania che "con motivazioni incredibili rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione". La giudice al centro della vicenda: "Questione giuridica non diventi personale". Sul piano internazionale, i tecnici italiani e quelli tedeschi stanno cercando di trovare una soluzione sulla questione Ong nell'ambito delle nuove regole Ue. Steinmeier: "Serve limite a ingressi"
Non si placa la tensione sul tema migranti. L'azione del governo italiano per fronteggiare la migrazione illegale è "un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione". Ma "tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l'immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell'accoglienza". A dirlo è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui social (LO SPECIALE MIGRANTI). Che poi attacca: sono rimasta "basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto". E aggiunge: "Non è la prima volta che accade", ma "continueremo a difendere i confini". Intanto, secondo quanto si apprende, Roma e Berlino stanno tentando di trovare una soluzione che sciolga le tensioni dopo lo scontro sugli emendamenti sulle Ong nell'ambito del Piano europeo a cui si lavora da mesi: "Ci sarebbero "diverse idee" sul tavolo e si sta lavorando "per trovare un punto di incontro", in vista dei vertici di Granada del 5 e 6 ottobre. "C'è bisogno di un limite degli ingressi" di migranti in Germania, ma è la politica che deve dare una risposta precisa in questo senso, va soprattutto arginata l'immigrazione illegale, ha detto il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, intervistato da Ard. L'obiettivo è raggiungibile solo "se collaboriamo anche con altri Paesi europei", anche con controlli alle frontiere esterne dell'Ue che permettano di rimpatriare, ha spiegato.
Giudice: "Questione giuridica non diventi personale"
Il riferimento di Meloni è al fatto che, come spiega Repubblica, la giudice Iolanda Apostolico non abbia convalidato il fermo di alcuni profughi ospiti del centro di Pozzallo perché il provvedimento "difetta di ogni valutazione su base individuale delle esigenze di protezione manifestate, nonché della necessità e proporzionalità della misura". Decisione, questa, che al governo non è piaciuta. La stessa giudice è intervenuta sulla vicenda, chiarendo: "Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale".
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Anm Catania: "Respingiamo con sdegno accuse a collega"
Le parole della premier avevano suscitato subito, prima ancora che la giudice si esprimesse sulla vicenda, la reazione dell'Anm di Catania che ha subito espresso "una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega Iolanda Apostolico, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità", come ha spiegato il presidente Alessandro Rizzo. "Quelle che abbiamo letto sono parole sbagliate per toni e contenuti e non sono consone ai rapporti tra magistratura ed esecutivo", ha detto ancora Rizzo riferendosi alle critiche espresse da Meloni. "La magistratura esamina i ricorsi anche contro provvedimenti dell'autorità amministrativa e li decide sulla base delle leggi", ha aggiunto. "Il fatto che una questione abbia significato politico è vicenda di tutti i giorni. La magistratura si occupa spesso di cose che hanno ricadute politiche, ma ciò non può legittimare la convinzione che dietro le decisioni dei giudici ci siano motivazioni politiche e che la magistratura faccia politica". "Se la legge prevede che certi provvedimenti, come quelli relativi alla restrizione della libertà degli individui, sono contestabili - ha proseguito - significa he il magistrato è libero nella sua determinazione di convalidarli o meno. Oppure pensiamo che le decisioni debbano essere tutte a senso unico?". "Spingere su toni così aggressivi - ha concluso - è fuori luogo e ci allontana dai reali problemi della giustizia".
Raccolta firme al Csm: "Da Meloni attacco ad autonomia giudici"
Intanto è in corso al Csm una raccolta di firme per chiedere al Comitato di
presidenza l'apertura di una pratica a tutela della giudice Apostolico. La richiesta, tuttavia, non è stata ancora formalizzata, passaggio che, presumibilmente, avverrà domani. "Un provvedimento giudiziario in materia di protezione internazionale, emesso da un magistrato della sezione specializzata in materia di immigrazione del Tribunale di Catania, è oggetto fin da ieri di dichiarazioni da parte di esponenti della maggioranza parlamentare e persino del Presidente del Consiglio che, per modi e contenuti, si traducono in autentici attacchi all'autonomia della magistratura", si legge nel documento che l'Ansa ha avuto modo di visionare. "A prescindere da ogni valutazione nel merito dell'atto in questione, l'accusa ai magistrati, con riferimento al contenuto di un provvedimento giurisdizionale, di essere 'nemici della sicurezza della Nazione (...) un ostacolo alla difesa dell'ordine pubblico (...e di) scagliarsi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto' pone in discussione la funzione stessa della giurisdizione in uno Stato di diritto", sottolinea ancora il testo. "Nel contempo queste dichiarazioni, realizzando una grave delegittimazione professionale del giudice estensore dell'ordinanza, espongono lo stesso a indebiti attacchi mediatici aventi a oggetto la sua sfera personale", osservano i firmatari che concludono il documento con la richiesta di aprire "con la massima urgenza" una pratica a tutela.
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Schlein: "Meloni smetta di alimentare scontro istituzionale"
Sulla vicenda è interventua anche Elly Schlein che ha attaccato la premier: "Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull'accoglienza si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro". La segretaria del Pd poi aggiunge: "È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l'irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l'Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere".