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De Angelis, la canzone contro gli ebrei e i post che celebrano Himmler. Pd: "Allontanarlo"

Politica

Continuano le polemiche contro il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Dopo il testo antisemita della sua band di rock identitario ora è spuntato anche un post su Instagram dove celebrerebbe il capo delle Ss. "La presidente Meloni non può lavarsene le mani derubricando il caso ad un fatto locale", ha detto Sandro Ruotolo, responsabile Culture e memoria nella segreteria nazionale dei dem

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Dopo le controverse dichiarazioni sulla strage di Bologna, dal passato di militante di estrema destra di Marcello De Angelis, portavoce del governatore del Lazio in quota Fratelli d'Italia Francesco Rocca, continuano ad emergere dettagli che alimentano le polemiche nei suoi confronti. Ieri per il testo di una canzone scritta di suo pugno molti anni fa, contenente messaggi antisemiti, in cui parlava degli ebrei come una "razza di mercanti", da pagare "con il sangue". Oggi per una foto postata sul suo profilo Instagram lo scorso 21 dicembre, dove si vede un bicchiere di vino bianco accanto a un candelabro di terracotta, assieme alla frase 'Meglio accendere una candela... che maledire l'oscurità... Buona fine e buon inizio'. Il manufatto però è stato riconosciuto dagli altri utenti come il 'candelabro Yule' (Julleuchter in tedesco), che viene ricollegato alle tradizioni delle SS e in particolare del loro fondatore Heinrich Himmler.

Il brano antisemita con la band '270 bis', De Angelis: "Oggi provo imbarazzo"

"Solo ieri De Angelis si giustificava di essere cambiato negli ultimi venti anni e di aver abbandonato le sue posizioni antisemite. Oggi scopriamo che a dicembre 2022 ancora inneggiava a Himmler e all'Olocausto", hanno scritto in una nota il segretario del Pd Lazio Daniele Leodori e il capogruppo dem in Consiglio regionale Mario Ciarla. I due rappresentanti dem facevano riferimento alla presa di distanze di De Angelis dalla sua canzone, scritta per la band di rock identitario di cui è frontman '270 bis' (l'articolo del codice penale sul reato di violenza terroristica). "A rileggere quelle parole provo imbarazzo e orrore - aveva fatto sapere ieri - In questi vent'anni ho radicalmente cambiato la visione della vita, dell'umanità e di me stesso. Non posso purtroppo tornare indietro e cancellare il passato. Posso solo impegnarmi ogni giorno per riparare". A finire nella bufera è stato uno dei brani del repertorio, incluso anche nel 'best of' del gruppo, che si chiama 'Settembre nero', come il gruppo palestinese noto in particolare per il massacro al Villaggio Olimpico di Monaco nel 1972 in cui furono assassinati 11 atleti israeliani. "Troppo ci pesava portare sulla schiena il dominio di una razza di mercanti - recitano i versi - Se con l'oro hanno comprato la mia casa e la mia terra, la mia libertà si paga con il sangue".  A riguardo De Angelis ha spiegato che quella canzone "risale a un periodo della mia vita in cui non mi riconosco. Sono consapevole che il testo di quella canzone possa provocare ancora oggi offese e sofferenza" ma "negli ultimi vent'anni la mia vita è radicalmente cambiata, anche e soprattutto grazie alla mia esperienza umanitaria in Croce Rossa". 

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Il post su Instagram contestato a De Angelis in cui è presente l 'candelabro Yule' (Julleuchter in tedesco), che viene ricollegato alle tradizioni delle SS e in particolare a Heinrich Himmler - ©Ansa

Il Pd chiede le dimissioni e aspetta il Consiglio regionale dell'1 settembre

Il caso De Angelis ha spinto il centrosinistra a rinnovare  più volte la richiesta delle sue dimissioni.  Per Sandro Ruotolo, responsabile Culture e memoria nella Segreteria nazionale del Pd, "è un problema nazionale perché è un vulnus per la nostra democrazia e per la nostra Costituzione antifascista. La presidente Meloni non può lavarsene le mani derubricando il caso ad un fatto locale", aggiungendo che per il suo partito il capo della comunicazione della Regione Lazio "non può più ricoprire quel ruolo istituzionale". Poi si è rivolto a Rocca, spiegando che il presidente della Regione Lazio "sa bene quanto siano state scuse di comodo quelle" di De Angelis, "che ha negato, sui social, la matrice fascista della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La dimostrazione del suo mancato ravvedimento sta in quel post antisemita di un anno fa nel quale inneggia al nazista Himmler e che non è stato rimosso. Per noi Marcello De Angelis non può più ricoprire quel ruolo istituzionale".

L'attenzione ora è rivolta al 1 settembre, data in cui il Consiglio regionale si riunirà in una sessione straordinaria per richiedere formalmente, questa volta con un ulteriore motivo, la rimozione dell'individuo dalla sua posizione.

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