L'ex sindaco di Verona dice che "non è più reato definirsi fascisti". E aggiunge di condividere in pieno quello che dice Berlusconi sul'Ucraina. Su Zelensky: "Quello che si può dire è che il giorno prima di fare il premier faceva il comico. E forse un comico potrebbe lavorare per Berlusconi nelle reti Mediaset anzichè fare il premier. Se ci fosse stato un premier diverso non ci sarebbe stata la guerra"
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Si accende la polemica sulle parole dell'ex sindaco di Verona e deputato di Forza Italia Flavio Tosi. "Non è più un reato definirsi fascisti, e l'apologia ad esserlo, essere fascisti non lo è secondo me. Mi sento un po' stronzo ed un po' fascista, un pochino però", sono le sue parole a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1 (GLI AGGIORNAMENTI DELLA GUERRA IN UCRAINA IN DIRETTA).
Tosi: sull'Ucraina condivido parole di Berlusconi. Zelensky? Con un premier diverso niente guerra
Altro tema toccato da Tosi è l'Ucraina. L'ex sindaco di Verona dice di "condividere in pieno quello che dice Berlusconi sul'Ucraina", anche se a chi gli chiede se sia d'accordo con Berlusconi quando "dice che la guerra è colpa di Zelensky perchè ha attaccato il Donbass" Tosi replica: "Non ha detto così. Quello che si può dire è che il giorno prima di fare il premier faceva il comico. E forse un comico potrebbe lavorare per Berlusconi nelle reti Mediaset anzichè fare il premier. Se ci fosse stato un premier diverso non ci sarebbe stata la guerra". E quando Berlusconi dice che non sarebbe andato a parlare con Zelensky? "Lì è stato un po' forte nell'espressione. Ma comunque - sottolinea sempre Tosi - la guerra finisce se Zelensky accetta di sedersi con Putin e viceversa. Bisogna sedersi ad un tavolo per arrivare alla pace, come ha detto Berlusconi, questa non è la nostra guerra, è il conflitto degli americani e dei cinesi", aggiunge.