
Governo Meloni, mercoledì l'incontro con i sindacati: sul tavolo pensioni ed extraprofitti
Caro energia, andamento dell’inflazione e salari bassi: queste le emergenze su cui si concentrerà il primo confronto fra il nuovo esecutivo e i rappresentanti dei lavoratori. All'attenzione anche la necessità di un taglio al cuneo fiscale, un obiettivo che il ministro del Lavoro, Marina Calderone, prevede di raggiungere “in tempi brevi”

Primo confronto mercoledì 9 novembre tra il governo e sindacati. La convocazione da parte del presidente del Consiglio Meloni, che chiama al tavolo di Palazzo Chigi i leader di Cgil Cisl e Uil, cercherà di aprire il primo canale di dialogo tra esecutivo e forze sociali per fare il punto sulle maggiori emergenze in campo: energia, inflazione e bassi salari
GUARDA IL VIDEO: Pensioni, governo propone Quota 41
I tempi sono stretti, la Legge di bilancio incombe e i margini di manovra non sono ampi, anche se il governo ha già disegnato una serie di interventi a sostegno della crisi. Ma al di là delle contingenze la partita appare di lungo periodo e si giocherà sulla possibilità delle parti di instaurare un confronto stabile, duraturo, trasparente e soprattutto "preventivo" con cui riportare al centro dell’agenda politica il lavoro e i lavoratori
Governo, Meloni: "Mia idea di Unione europea è Europa confederale"
Intanto l’approvazione della Nadef qualche perplessità l’ha già prodotta. Per tutti le sintetizza il leader Cgil, Maurizio Landini, a margine dell’assemblea di Federmeccanica: “Mi limito ad osservare che non ho sentito nulla su misure, su altre risorse che debbono essere prese come gli extraprofitti e soprattutto sulla necessità di intervenire su una riforma fiscale perché quello che non manca nel nostro Paese sono i soldi, ma sono distribuiti male e oggi è il momento di fare delle operazioni che aumentino i salari e facciano ripartire gli investimenti"
Governo Meloni, dalla Nadef alle trivelle: le decisioni dell'ultimo Cdm
La raccolta di risorse destinate al recupero del potere d’acquisto d’altra parte gioca un ruolo fondamentale, così come il dossier occupazione. Per questo, come osserva il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, “non ci preoccupa il fatto che si agisca in deficit: abbiamo sempre detto che è necessario chiedere all’Europa un nuovo programma Sure, ma se è necessario salvare imprese e lavoratori, di necessità si fa virtù”
Al via contributi per imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina. Come fare domanda
Quello che serve e che il sindacato si appresta a esigere, come dice Luigi Sbarra per la Cisl, è comunque una “visione che conduca ad un progetto-Paese” per assicurare riforme capaci di garantire “coesione, crescita e partecipazione sociale”
Torino, imbrattata sede Cisl. Il sindacato: "Non ci faremo intimidire"
Una visione che per il sindacato di via Po dovrà sostanziarsi in un nuovo patto sociale che però trova nuovamente freddi i colleghi di Cgil e Uil, mentre Confindustria, nonostante la disponibilità più volte annunciata, sembra volerci andare ora con i piedi di piombo considerati gli annunci degli anni passati che però non sono mai approdati ad una realtà di fatto

Per il governo si vedrà. E dal tavolo di confronto passerà anche la richiesta di discussione di un nuovo taglio del cuneo fiscale da dedicare - per Cgil Cisl e Uil - interamente ai lavoratori, per il momento accantonato dalla Nadef. Il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, ha però ribadito: “Una riflessione profonda va fatta sull’incremento del potere d’acquisto delle retribuzioni e la riduzione del cuneo fiscale. Bisogna guardare i conti con sano realismo ma il potere d’acquisto e il taglio de cuneo devono essere obiettivi raggiungibili in tempi brevi”

In campo resta però anche la proposta di Confindustria: “Un taglio da 16 miliardi per i redditi sotto i 35mila di euro, due terzi a favore dei lavoratori e un terzo alle imprese con cui mettere in tasca 1.200 euro netti in più per ogni dipendente”. E poi il capitolo pensioni su cui erano arrivate alcune “aperture” da parte del ministro del Lavoro, che però Cgil, Cisl e Uil ridimensionano. “Quota 41? Non è il momento di dare i numeri“, ha tagliato corto Landini a margine dell’assemblea di Federmeccanica
.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/5ddf0bace53d8599b94acb4c576dfdd22f96bb13/img.jpg)
“Dire Quota 41 non vuole dire nulla, uno può dire 42-43 il problema è quale riforma delle pensioni fare perché se uno dice Quota 41 e poi ci mette di fianco l’età e salta fuori che è quota 103-104-105, di cosa stiamo discutendo?”, prosegue Landini. Per questo la Cgil torna a chiedere di “mettere mano a tutta la riforma delle pensioni perché serve una pensione di garanzia per i giovani, e una lotta al precariato e serve riconoscere i danni fatti dalla riforma Fornero alla donna”

Chiude Landini: “Vogliamo capire se c’è o meno la disponibilità del governo ad aprire una trattativa complessiva. Non è il momento di dare numeri - ripete - ma serve capire concretamente cosa fare". In linea anche la Cisl: “Basta quote. Serve una uscita flessibile a 62 anni oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”, spiega ancora Sbarra. Ma da parte del ministero del Lavoro il tema è all’ordine del giorno: “Faremo di tutto per evitare lo scalone della legge Fornero e gli effetti depressivi che peserebbero sul mercato del lavoro”, ribadisce Calderone

Un tema questo che invece secondo Confindustria non rappresenta una priorità per il Paese: “Se stiamo sul tema, e parlo delle pensioni di vecchiaia, abbiamo già 9 deroghe alla gestione. A livello Inps inoltre ci sono 30 comitati che gestiscono il sistema pensionistico, senza parlare delle casse private”, ha detto il presidente Carlo Bonomi

“Credo che se vogliamo parlare seriamente serva una riforma del sistema e non andare avanti per quote. D’altra parte la legge Fornero ha visto 8 interventi di salvaguardia e credo che per questo con le sue norme non sia andato in pensione nessuno”, ironizza Bonomi a margine dell’assemblea di Federmeccanica
Pensioni, si lascerà il lavoro con Quota 41: l’idea del governo per evitare la Fornero