
Al via contributi per imprese danneggiate dalla guerra in Ucraina. Come fare domanda
Le domande verranno aperte alle 12 del 10 novembre e chiuderanno alla stessa ora del 30 novembre. Andranno presentate in via telematica sul sito del Mise, ma solo le Pmi che rispettano determinati requisiti potranno beneficiare degli aiuti fino a un massimo di 400mila euro. Ecco cosa serve sapere

Le imprese italiane danneggiate economicamente dalla guerra in Ucraina potranno fare richiesta di contributi a fondo perduto per compensare il calo di fatturato. Ad annunciarlo è il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Le domande saranno aperte a partire dalle 12 del prossimo 10 novembre e chiuderanno alla stessa ora del 30 novembre 2022
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Le richieste potranno essere inviate dalle aziende nazionali che hanno registrato un fatturato in calo per via della contrazione della domanda, dell’interruzione di contratti o progetti esistenti e per la crisi nelle catene di approvvigionamento. Il decreto che dà il via libera agli aiuti è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 31 ottobre. L’intervento, ha commentato il ministro Adolfo Urso (in foto) “cerca di lenire il disagio delle imprese che hanno avuto negli anni rapporti economici consolidati con l'Ucraina”
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Il decreto individua i beneficiari nelle Pmi che presentano cumulativamente alcuni requisiti. Devono aver realizzato negli ultimi due anni compravendita di beni e servizi con Ucraina, Russia e Bielorussia per almeno il 20% del fatturato totale e devono aver sostenuto – nel trimestre antecedente all’entrata in vigore del decreto Aiuti del 17 maggio - un costo di acquisto medio per materie prime e semilavorati incrementato di almeno il 30% rispetto alla media parametrata sul 2019. Il confronto sarà con il 2021 per le aziende costituite dopo il 1°gennaio 2020
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Nello stesso trimestre il fatturato deve essere calato di almeno il 30%, rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, le Pmi che intendono fare domanda devono avere sede legale e operativa nel territorio dello Stato, devono essere iscritte e attive nel registro delle imprese, non devono essere in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali simili e non devono essere destinatarie da sanzioni interdittive
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Sono escluse le aziende con codice ATECO 2007, quelle che si trovano nella condizione di non poter beneficiare di agevolazioni finanziare pubbliche e le persone fisiche e le entità sanzionate dall’Unione europea. Il decreto mette a disposizione risorse pari a 120 milioni di euro. Ciascuna azienda può ricevere un massimo di 400mila euro. La misura è gestita da Invitalia, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy

L’istanza va presentata sulla base del modello fac-simile disponibile sulla sezione del sito del Mise dedicata alla misura. Va inviata telematicamente e può essere presentata una sola volta. L’accesso alla procedura informatica richiede credenziali SPID, CIE o CNS ed è riservato ai “soggetti rappresentati legali dell’impresa richiedente, risultanti dal certificato camerale della medesima impresa”, che possono però delegare il potere di rappresentanza ad altri soggetti

Per completare la richiesta bisogna assicurarsi che i dati aziendali nel registro delle imprese siano aggiornati. È necessario che chi fa domanda abbia un indirizzo PEC che sia indicato nel registro delle imprese. Nell’istanza va indicato il possesso dei requisiti richiesti, l’ammontare dei ricavi presi a parametro per accedere al beneficio e l’importo del contributo richiesto, insieme all’IBAN del conto corrente di riferimento. Bisogna poi dichiarare di non aver superato il limite massimo di aiuti consentiti dalla normativa vigente

I requisiti e i dati sui ricavi vanno certificati dal presidente del collegio sindacale o dal revisore unico, oppure da altri soggetti abilitati (come i dottori commercialisti, i ragionieri e i periti commerciali). L’ordine temporale nella presentazione delle istanze non attribuisce alcun vantaggio sugli altri richiedenti

I fondi verranno ripartiti applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio dei ricavi dell’ultimo trimestre precedente all’entrata in vigore del decreto Aiuti di maggio e quello dei medesimi ricavi nel corrispondente trimestre del 2019 (o del 2021), come segue: 60% per ricavi nel 2019 non superiori a 5 milioni di euro e 40% per quelli superiori a 5 milioni di euro. Gli importi saranno diminuiti in caso di fondi non sufficienti a coprire le richieste legittime

L’erogazione avverrà dopo le verifiche necessarie da parte del Ministero, anche d’ufficio. L’agevolazione potrà essere revocata nel caso di assenza dei requisiti o cessazione dell’attività d’impresa. In tal caso, il Ministero procederà al recupero dell'agevolazione indebitamente utilizzata, maggiorato di interessi e sanzioni secondo legge, per il successivo versamento
Giorgetti: "Massimo impegno per proteggere famiglie e imprese"