
Pensioni, si lascerà il lavoro con Quota 41: l’idea del governo per evitare la Fornero
Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al termine dell'incontro con le parti sociali, ha spiegato: siamo in "una fase in cui stiamo studiando gli strumenti". Si valuta l'opzione per cui serviranno 41 anni di contribuzione per dire addio al lavoro

Quota 41 "può essere un punto di riferimento ma è ancora presto per poter dire in che modo e con quali condizionalità”. Così la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al termine dell'incontro con le parti sociali, avvenuto il 4 novembre. È "una fase in cui stiamo studiando gli strumenti", ha aggiunto, ricordando la proroga di Opzione donna
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Sulle pensioni "confermo quello che ha già detto la presidente Meloni alle Camere, si lavora per riconfermare alcuni interventi" nella legge di Bilancio "e per valutare in che modo introdurre altre forme di flessibilità pensionistica che siano sostenibili. C'è poi la necessità di intervenire con una riforma di sistema complessiva. Sarà necessaria indipendentemente dagli interventi che sarà possibile fare in manovra”, ha chiarito ancora Calderone
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In Quota 41, come dice il nome stesso, 41 sono gli anni di contribuzione che saranno considerati sufficienti per lasciare il lavoro una volta maturati. Ma alla sua prima applicazione questo sistema sarà “calmierato”. Per poter lasciare il lavoro una volta compiuti i 41 anni di contributi versati, sarà necessario aver raggiunto anche una certa età anagrafica. Ma su questo punto non ci sono ancora certezze

Secondo quanto si apprende, l’esecutivo starebbe vagliano ipotesi che vanno dai 61 ai 63 anni. All’Inps, come scrive il Messaggero, sono state chieste varie simulazioni per capire i costi della misura

L’urgenza rimane sempre la stessa: evitare che a gennaio del 2023 si determini uno “scalone” di uscita con il ritorno alle regole previste dalla legge Fornero, con il pensionamento con 67 anni di età. Intanto, nella prossima legge di Stabilità, ci sarà la conferma di due misure oggi in vigore ma in scadenza a fine anno: Opzione donna e l’Ape sociale

Mentre l’Ape sociale è la misura che prevede un assegno di accompagnamento alla pensione per chi ha compiuto 63 anni (avendone 30 o 35 di contributi) e che è impiegato in attività gravose. Nella manovra, inoltre, dovrebbe entrare anche il “premio” per chi ritarda l’uscita dopo i 63 anni

E sul primo incontro tra Calderone e parti sociali, il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, specifica come quello di ieri sia stato un “primo incontro per conoscerci, non siamo grado di esprimere un giudizio di merito. Per esprimere un giudizio complessivo”, ha detto, “verificheremo la Legge bilancio”

Ci sono “alcune emergenze” da affrontare, ha commentato Paolo Bombardieri della Uil, come “recuperare il potere d’acquisto, prevedere la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime, dare risposte immediate sulle pensioni e sulla sicurezza sul lavoro. Abbiamo chiesto alla ministra di attivare tavoli settoriali”
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