
Giustizia: rinvio riforma Cartabia, ergastolo ostativo, rave. Le novità del governo Meloni
Il decreto del Cdm ha fatto slittare - non oltre il 30 dicembre - l'entrata in vigore delle nuove norme sui processi approvate con l'ex Guardasigilli del governo Draghi. Si è poi intervenuti sulla disciplina dell'ergastolo ostativo e si è introdotta una nuova fattispecie di reato contro le maxi-feste illegali con occupazione di edifici altrui

Arrivano i primi provvedimenti del governo Meloni. Si è deciso di puntare da subito sul tema della giustizia: il Consiglio dei ministri ha deciso di rinviare l’entrata in vigore – non oltre il 30 dicembre 2022 - della riforma voluta dall’ex ministra Marta Cartabia, poi è intervenuto sulla disciplina dell’ergastolo ostativo e ha introdotto una nuova fattispecie di reato che punisce i rave party illegali. Per il premier Giorgia Meloni il provvedimento approvato “è simbolico”: ecco cosa prevede
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ERGASTOLO OSTATIVO – Come spiega una nota del Ministero della Giustizia, le norme in materia di ergastolo ostativo puntano ad “assicurare” una risposta “al monito” che lo scorso anno la Corte Costituzionale aveva rivolto al Parlamento. Si era chiesto alle Camere di intervenire sull’istituto – entro il prossimo 8 novembre – perché la disciplina era "incompatibile" con i principi di uguaglianza e di funzione rieducativa della pena. Per evitare una pronuncia di incostituzionalità, il governo ha così deciso di intervenire a ridosso della scadenza
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La normativa andava a chiudere ogni possibilità di beneficiare di varie misure premiali, come la semilibertà e le uscite dal carcere, ai detenuti condannati alla pena massima per reati di particolare gravità, come mafia, terrorismo e pedopornografia. Il governo modifica la legge e indica “requisiti stringenti per recepire i rilievi dei giudici della Consulta e allo stesso tempo impedire che siano ammessi a misure premiali soggetti che possano avere ancora collegamenti con il contesto criminale di provenienza”
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Il decreto - afferma la nota – “si concentra soprattutto sui presupposti per la concessione di tali benefici: per il condannato per i reati cosiddetti ostativi, non basterà la sola buona condotta carceraria o la partecipazione al trattamento, ma si introducono elementi specifici che consentano di escludere l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o il rischio di ripristino di tali contatti". Nessun automatismo è previsto “nel meccanismo di concessione dei benefici penitenziari” (in foto, il ministro Carlo Nordio)
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Sono “altresì assicurate le garanzie di sicurezza attraverso un procedimento rafforzato di valutazione delle richieste, che prevede anche l'obbligo da parte del giudice di sorveglianza di acquisire plurimi pareri, compreso quello del Procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo”. E ancora, il testo modifica norme in tema di concessione della liberazione condizionale: la richiesta potrà essere presentata dopo aver scontato 30 anni di pena. Si prevede poi “una norma transitoria per detenuti che abbiano commesso reati prima dell'entrata in vigore della riforma"
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RIFORMA CARTABIA - Il secondo punto del decreto legge riguarda la "riforma del processo penale e del sistema sanzionatorio”. Il governo ha deciso di ascoltare le preoccupazioni dei 26 Procuratori generali che, con una lettera al ministro Nordio, avevano sottolineato come fosse necessario più tempo agli uffici giudiziari per organizzarsi e recepire le norme della riforma Cartabia

“Il differimento permetterà di poter perfezionare misure organizzative già avviate e adeguati supporti tecnologici, per garantire agli uffici giudiziari le migliori condizioni per una piena, tempestiva ed efficace applicazione della riforma già approvata, nonché di valutare l'adozione di ulteriori norme transitorie", spiega il dicastero di Via Arenula. A tal fine, “è stata già istituita" presso il Ministero una "specifica task force, composta dai vertici di tutti i dipartimenti del Ministero della Giustizia coinvolti"

La riforma della giustizia è uno degli interventi chiave per l’attuazione del Pnrr. Il premier ha assicurato che il rinvio non mette " in alcun modo "a rischio il Piano. "Qualcuno ha detto che con questo rinvio al 30 dicembre rischiamo di far saltare una delle 'milestone' del Pnrr”, ha riconosciuto Meloni, che però assicura come il governo si sia semplicemente dato “due mesi”, “mantenendo i nostri impegni con l'Ue, offrendo ai nostri uffici giudiziari più tempo” per perfezionare la legge

Per il ministro Nordio, senza il rinvio, “ci sarebbe stato un sovraccarico intollerabile per gli uffici giudiziari. Avendo fatto per 40 anni il pubblico ministero sono consapevole delle difficoltà. La riforma Cartabia della giustizia penale è stata rinviata, ma va nella giusta direzione. Rischiavamo di assistere a una confusione normativa, perché le procure avevano emanato circolari non sempre compatibili le une con le altre"

Il rinvio della riforma piace all'Anm (Associazione nazionale magistrati): "Il Ministro della Giustizia e l'intero Governo hanno fortunatamente dato ascolto alle indicazioni della magistratura associata". Non è della stessa idea l'Unione delle Camere Penali, secondo cui il decreto ha "evidenti e gravi profili di incostituzionalità". Si protesta anche per il fatto che viene rinviata anche la parte della riforma che conteneva le sanzioni sostitutive della detenzione in carcere

RAVE PARTY – Si è introdotto poi il reato di "Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica": nasce l’articolo 434 bis del Codice penale contro i rave party. Si va a punire "l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l'ordine pubblico o l'incolumità pubblica o la salute pubblica"

La norma arriva proprio nel giorno dello sgombero dell'evento di Halloween organizato a Modena (in foto). Si punisce “chiunque organizza o promuove l'invasione” con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro, mentre “per il solo fatto di partecipare all'invasione la pena è diminuita”. Prevista “sempre” la confisca "delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato" e di quelle utilizzate "nei medesimi casi per realizzare le finalità dell'occupazione"

Nel testo c'è poi una modifica al Codice antimafia, disponendo le misure di prevenzione personali per chi si macchia del nuovo reato, per consentire l'applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per gli indiziati dell' "invasione per raduni pericolosi". Soddisfatto il ministro dell'Interno Piantedosi, che lamentava l'assenza - finora - "di una normativa efficace nel nostro Paese, a differenza dei Paesi limitrofi" contro eventi "non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l'impiego di forze dell'ordine"
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