Cdm, critiche le opposizioni. Pd: "Niente sulle bollette". + Europa: "Propaganda"

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È polemica sulla scelta di rinviare l'entrata in vigore della riforma della Giustizia dell'ex ministra Cartabia e sulla decisione di far cadere da subito l'obbligo vaccinale contro il Covid per i medici. Conte: "Chiusi occhi su evasione e camicie nere di Predappio"

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I partiti di opposizione criticano i primi provvedimenti presi dal governo Meloni. Nel Consiglio dei ministri di oggi (LE MISURE) l’esecutivo ha rinviato l’entrata in vigore della riforma della Giustizia messa a punto dall’ex ministra Cartabia, è intervenuto sull’ergastolo ostativo e ha introdotto una nuova fattispecie di reato che punisce i rave party. Inoltre, si sono nominati 31 sottosegretari e si è resa subito operativa la fine dell'obbligo vaccinale per i medici non vaccinati contro il Covid, in scadenza inizialmente alla fine dell'anno. Assente il tema delle bollette, fanno notare i partiti antagonisti della maggioranza. “A bollette e caro energia ci pensano poi”, ha scritto su Twitter la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, secondo cui “il primo Cdm dell'era Meloni tradisce il principale mandato popolare: occuparsi dei problemi del Paese". Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha però detto di sperare che già nel prossimo Consiglio dei ministri, fissato per venerdì 4 novembre, “ci saranno alcuni primi provvedimenti sull'energia, al netto di quello che deve essere previsto con la Legge di bilancio". Il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte critica intanto la scelta del governo di "chiudere tutte e due gli occhi" per "le camicie nere di Predappio" - dove si sono celebrati i 100 anni della Marcia su Roma - e per "gli evasori" (GOVERNO MELONI - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Letta: "Peggio di così era difficile iniziare"

Particolarmente critici nei confronti delle misure prese in Consiglio dei ministri sono gli esponenti del Pd. "Tante aspettative, grandi attese. Il governo Meloni ha fatto nel suo cdm di esordio la sua prima scelta. Ha premiato i No Vax. Peggio di così era difficile iniziare", ha twittato il segretario dei dem, Enrico Letta. Sul merito delle misure in tema di giustizia, la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando, ha invece fatto sapere che il suo partito ritiene “grave” il rinvio della riforma Cartabia. “Se c'era la necessità di verificare alcuni elementi tecnici, il rinvio poteva essere limitato solamente a quegli aspetti e non a tutta la riforma. Se questo è il preludio a uno stravolgimento del testo su, ad esempio, norme urgenti come misure e pene alternative e con il rischio, che nonostante le rassicurazioni permane, di mettere a rischio i fondi del Pnrr, ci opporremo duramente", ha detto Rossomando.

TOPSHOT - Cremona Hospital nurses, Isabella Palazzini (R) and Clorinda Degano (L), receive the Pfizer-BioNTech Covid-19 vaccine in Cremona, Lombardy, on December 27, 2020, as Italy begins Covid-19 (novel coronavirus) vaccination. - EU countries on December 27 embarked on a vaccination campaign to defeat the "nightmare" of Covid-19, with the first to be immunised expressing emotion after their jab and leaders hailing a milestone in the fight against the pandemic. (Photo by PIERO CRUCIATTI / POOL / AFP) (Photo by PIERO CRUCIATTI/POOL/AFP via Getty Images)

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Della Vedova: "Meloni non smette di fare propaganda"

Anche +Europa non guarda con favore ai primi provvedimenti del governo Meloni. "Primo Cdm e primo nuovo reato introdotto, la partecipazione ai rave party con galera fino a sei anni: più manette per tutti. Poi prima cambiale elettorale pagata ai No Vax, con fine obbligo e reintegro dei medici anti-vaccino: messaggio chiaro e sbagliato, il governo non insisterà più sulle vaccinazioni", ha detto il segretario del partito, Benedetto Della Vedova. Riferendosi in particolare ai cambiamenti in tema di Covid, per Della Vedova - "dopo anni di benaltrismo sui reali bisogni degli italiani” – “Meloni non smette di fare propaganda e manda un messaggio autoritario e uno populista e antiscientifico”. Toni critici anche quelli del presidente di +Europa, Riccardo Magi, secondo cui “la produzione normativa del governo Meloni ha inizio nel modo peggiore con un decreto che interviene su una pluralità di materie del tutto disomogenee rispetto alle quali non si ravvisa alcuna ratio unificante nel provvedimento”. Per Magi “c'è da sperare in un intervento del Presidente della Repubblica di fronte a un inizio così in contrasto con le prerogative costituzionali di un esecutivo". 

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