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Meloni difende Orban dopo condanna Unione Europea a Ungheria

Politica

Dopo che il Parlamento Ue ha condannato "gli sforzi deliberati e sistematici del governo ungherese" contro i valori dell'Ue, la coalizione di centrodestra in Italia ancora una volta si è spaccata in un voto riguardo al premier Orban

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La politica estera continua ad animare la campagna elettorale. La Lega e Fratelli d’Italia non hanno votato il documento del Parlamento europeo contro l’Ungheria, che condannava il premier Viktor Orban per i suoi "sforzi deliberati e sistematici del governo ungherese" contro i valori dell'Ue. Tra i voti contrari ci sono infatti quelli di Fratelli d'Italia e Lega, compatti nei loro gruppi di Ecr e Id. Forza Italia, invece, ha votato a favore (in linea con il gruppo del Ppe) e Silvio Berlusconi ha avvertito: "Fuori dal governo se è antieuropeista". Giorgia Meloni ha detto a Radio Anch’io chetutti i partiti ungheresi, si sono indignati per questo documento, anche quelli che si oppongono a Orban. E’ una dittatura davvero?. La sinistra non mi pare che sia storicamente nazionalista eppure sono tutti d’accordo sul fatto che vivono questa vicenda come una discriminazione”, ha precisato la leader di FdI. 

Le motivazioni

Meloni ha ricordato, poi, che Orban ha vinto le elezioni e più volte con ampio margine, nonostante avesse tutti contro e ha ribadito il sostegno dell'Ungheria visto che, secondo la stessa Meloni,  nel Paese vige "un sistema democratico. Ma i modelli d’est sono diversi dal nostro - ha detto - perché fino agli anni ‘90 li abbiamo abbandonati sotto il giogo sovietico, ora dovremmo dargli una mano”. La leader di FdI ha, così, spiegato i motivi del voto: "Il documento votato a Strasburgo è un documento molto politico. Forse non ci siamo resi conto della situazione in cui ci troviamo. C’è un conflitto, la scelta intelligente sarebbe avvicinare le nazioni europee piuttosto che allontanarle. Non possiamo regalare alleati ai nostri avversari", ha detto. E poi: «Si tratta di un testo in cui si dice che l’Ungheria non deve prendere lo risorse europee, ma questo va fatto circostanziando quali sono le accuse. Io vorrei che non ci fosse una discrezionalità, cioè dire quanto mi fa simpatia e antipatia il governo di quella nazione, perché poi diventa difficile per tutti. In quel testo c’è una serie di materie risolte da tempo". (ELEZIONI, LA SFIDA DEL VOTO: LO SPECIALE)

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