
L'esecutivo "rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”, ha spiegato il Quirinale in una nota. Il compito principale è quello di garantire la continuità amministrativa. Ma cosa significa?

Con le dimissioni di Mario Draghi si apre una fase di incertezza politica per l’Italia. "Il Governo rimane in carica per il disbrigo degli affari correnti”, ha spiegato il Quirinale in una nota. Ma cosa significa?
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Prima di tutto a giorni dovrà essere emanata una direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri che definirà in concreto gli ambiti di intervento del governo dimissionario. "Dobbiamo far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all'inflazione e al costo dell'energia. Dobbiamo portare avanti l'implementazione del Pnrr", ha detto il premier dimissionario Mario Draghi aprendo il Cdm dopo lo scioglimento delle Camere. Durante la riunione è stato comunicato ai ministri che si andrà a votare il 25 settembre
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Un governo dimissionario ha comunque il compito di garantire la continuità amministrativa perché il Paese non può restare senza una guida
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“Tra le sue facoltà ci sono gli atti di straordinaria necessità ed urgenza, come i decreti leggi se necessari e gli atti definiti "indefettibili" ovvero obbligatori per uno Stato”, precisa all’Ansa il costituzionalista Francesco Clementi
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“Ad essere preclusi”, continua l’esperto, sono “invece, tutti gli atti caratterizzati da una discrezionalità politica, come i disegni di legge (a meno che essi non siano legati ad obblighi internazionali)”

Prima di tutto quindi l'esecutivo potrà firmare decreti legge, se servissero. Poi “dovrà portare a compimento gli 'atti indefettibili', ovvero quegli obblighi dettati da un meccanismo automatico: ad esempio, l'Italia non può smettere di pagare il debito pubblico”, precisa Clementi

Il governo dimissionario "potrà e dovrà emanare tutti i decreti legislativi attuativi di deleghe già approvate dal Parlamento, che è una quota parte importante dell'attuazione del Pnrr”

L’esecutivo dovrà inoltre portare avanti "tutto ciò che consente di far funzionare la macchina amministrativa del Paese”. Durante la crisi del governo Gentiloni è stata poi introdotta un’altra facoltà: “L’attuazione del diritto comunitario e degli obblighi europei"
In riferimento alle nomine, si potrà procedere solo con nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie “perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti”, quindi derivanti da esigenze non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi. Ogni nuova iniziativa dovrà essere sottoposta in modo preventivo all’assenso del presidente del Consiglio per garantire “uniformità di comportamenti”, specifica una nota della presidenza del Consiglio dei ministri

Ciascun ministro dovrà curare che enti, aziende e società dipendenti si attengano a tali criteri. Il ministero dell’Economia e delle finanze “eserciterà i diritti dell’azionista nelle società partecipate, previo assenzo del presidente del Consiglio”

La nota si esprime anche sulle relazioni internazionali. Le missioni all’estero dei componenti del governo dovranno essere autorizzare dalla presidenza del Consiglio. Continua a essere garantita la partecipazione italiana, anche a livello governativo, alle riunioni per commissioni “a livello tecnico o preparatorie di riunioni obbligatorie”. Al contempo è garantita la partecipazione alle riunioni a livello ministeriale e ai vertici, previsti in sede di Unione europea e di organizzazioni internazionali

Sono subordinate all’autorizzazione della presidenza del Consiglio le missioni internazionali finalizzate a negoziati, alla firma di accordi internazionali anche legati alla situazione di crisi internazionale e alle sue conseguenze