
Referendum 12 giugno, le posizioni dei partiti: chi vota sì e chi vota no
Lega, Forza Italia, Azione e Italia Viva sono per il sì. Parere favorevole di Fratelli d'Italia ma solo su alcuni dei quesiti. Mentre il Pd lascia libertà di voto, ma Letta avverte: in caso di vittoria si "aprirebbero più problemi di quanti se ne risolverebbero". Contrario il Movimento 5 Stelle

Domenica 12 giugno si vota per i referendum sulla giustizia. Nei 5 quesiti si affrontano i temi della riforma del Csm, l'equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pm, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l'abolizione della legge Severino. Ma quali sono le posizioni dei partiti?
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I promotori della raccolta firme per il referendum sono stati la Lega e il Partito radicale
LO SPECIALE DI SKY TG24 SUL VOTO DEL 12 GIUGNO
Il Carroccio, insieme a Forza Italia, Azione e Italia viva, è apertamente favorevole a tutti e cinque i referendum
Referendum giustizia, per cosa si vota il 12 giugno: i quesiti
Il 23 maggio, durante il consiglio federale del partito, Salvini ha ribadito ancora una volta il sì della Lega. Mentre da Forza Italia, Berlusconi ha fatto sapere: i referendum sulla giustizia sono "fondamentali” e il loro successo potrebbe "contribuire a cambiare davvero il rapporto fra lo Stato e il cittadino e fare dell’Italia un Paese più garantista e quindi più libero"

Matteo Renzi, per Italia Viva, ha ribadito a più riprese il suo sì. E si è schierato per il sì anche Carlo Calenda, con il suo partito Azione

Posizione più articolata, invece, per Fratelli d’Italia. Nei mesi scorsi Giorgia Meloni si era schierata a favore della separazione delle carriere dei magistrati, dell’eliminazione delle firme per le candidature al Csm e della possibilità per gli avvocati di valutare l’operato dei magistrati, ma si è detta contraria sia alla limitazione della custodia cautelare sia all’abolizione della legge Severino

Recentemente Meloni ha poi detto che intorno alla consultazione del 12 giugno "c'è un silenzio dilagante. Le forze che si muovono contro la riforma della giustizia si stanno organizzando bene. Noi di Fdi siamo favorevoli al pronunciamento dei cittadini sulla giustizia, tema sul quale il Parlamento ha storicamente difficoltà a legiferare"

Nel centrosinistra il Partito democratico opta per la libertà di voto: “Il Pd non è una caserma e men che meno su questi temi. C’è la libertà dei singoli, essa rimane a maggior ragione per una materia come questa, così complessa, rispetto a quesiti molto diversi tra di loro”, ha detto il segretario del Pd Enrico Letta

In caso di vittoria, ha però sottolineato Letta, questi referendum "aprirebbero più problemi di quanti ne risolverebbero"

Il Movimento 5 stelle è il più contrario. “I quesiti referendari sulla giustizia offrono una visione parziale”, aveva detto a febbraio Giuseppe Conte

E più di recente Conte ha spiegato che, così come sono concepiti, i quesiti "sono frammenti normativi che intervengono quasi come una vendetta della politica nei confronti della magistratura". "La magistratura - ha proseguito il leader del Movimento 5 Stelle - ha delle colpe, tra cui la deriva correntizia. Di qui ad assumere, da parte della politica, un atteggiamento punitivo, ne corre. Ecco perchè noi siamo assolutamente contrari al referendum continueremo a lavorare per progetti di riforma organici e sistematici"