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Romano Prodi a Sky TG24: "Il Paese ha la possibilità di un salto in avanti ma serve unità"

Politica

L'ex presidente del Consiglio ospite a E-Venti: "Il 2 giugno è il mio primo ricordo della politica. Oggi ci sono tensioni e divisioni ancora molto forti, c’è la quasi la stanchezza, quello che io voglio è finirla con questo senso di demoralizzazione e di sfiducia". Poi aggiunge: "Il Recovery è un punto di partenza" e "al Patto di stabilità non si ritorna tranquillamente". Sul caso Zaki: "È un ricatto politico". Il prossimo presidente della Repubblica? "Potrebbe essere una donna"

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Il 2 giugno “è il mio primo ricordo di politica. Chiesi a mia madre cosa avesse votato, mi disse ‘la repubblica’. Le chiesi perché e mi disse ‘Perché i Re non scappano”. A dirlo, ospite a E-Venti su Sky TG24, è Romano Prodi. L'ex presidente del Consiglio parlando poi della situazione attuale dell'Italia rispetto al 2 giugno del 1946 aggiunge: "Ci sono tensioni e divisioni ancora molto forti, c’è la quasi la stanchezza, quello che io voglio è finirla con questo senso di demoralizzazione e di sfiducia. Il Paese ha la possibilità di un salto in avanti ma ci vuole unità e forza". Poi definisce il Recovery "un punto di partenza", spiega che il Pnrr "punta a uniformare le politiche dei Paesi Ue" e definisce la riforma fiscale di Biden una "rivoluzione epocale". Infine sulla proposta del segretario del Pd Enrico Letta di una tassa sui patrimoni più alti: "È buon senso".

2 giugno, "Bisogna ricostruire il clima di allora"

Interrogato su come sia l’Italia rispetto al 2 giugno del 1946, Prodi spiega: “È in una situazione del tutto diversa, anche dal punto di vista internazionale, è un Paese maturo a livello di ricchezza, è cambiato tutto, bisogna secondo me ricostruire il clima di allora nel mondo cambiato. Non è facile”.

"Next Generation EU è un punto di partenza"

“Se si ascoltano i dibattiti” il Next Generation EU, osserva poi Prodi, “sembrerebbe un punto di arrivo, perché ci sono Paesi che non ne vogliono sapere, ma è un punto di partenza, perché quando si fanno certi passi non si torna più indietro, a meno che l’Italia, che è il Paese più responsabile, che più gode di questo, non si comporti male, ma lo escludo perché c’è il senso profondo in quasi tutti i partiti e le persone che questa è una sfida grossa e che non si può perdere". "Io credo che sia un punto di partenza - aggiunge - e che ci saranno altri passi per la condivisione del debito, per titoli di credito comune, ormai abbiamo cominciato una storia diversa”. Rispetto agli stanziamenti Usa dell’American Rescue Plan, spiega l'ex presidente del Consiglio, il pacchetto europeo “ha anche un altro obiettivo, quello di omogeneizzare la politica di diversi Paesi. Ha imposto e impone riforme e cambiamenti che vanno in questa direzione. Il pacchetto americano non poteva imporre a se stesso di fare riforme, quello europeo invece punta a creare un’armonia fra diversi Paesi, con degli obblighi che dobbiamo rispettare. Ogni istituzione, ogni governo, applica le cose in modo da essere coerente con gli obiettivi che ha”.

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"La decisione di Biden di dire che chi ha di più deve iniziare a pagare molto di più è epocale"

E rimanendo negli Usa, secondo Prodi “con la decisione di Biden è finita un’epoca, era cominciata negli anni ’80 con Reagan e l’epoca del liberismo, ha trionfato per quarant’anni, ha cominciato ad essere messa in crisi da alcuni economisti, però mai in crisi dai governi. Biden ha chiuso la partita di quasi mezzo secolo e adesso il problema delle imposte e della politica attiva dello Stato hanno ritrovato dignità nella politica americana”. La decisione di Biden di dire che chi ha di più deve iniziare a pagare molto di più “è epocale – ha spiegato - Clinton, Obama, i presidenti democratici spostavano alcune cose a favore delle classi a minor reddito, ma qui c’è una vera rivoluzione. Non solo il settore sanitario come faceva Obama, qui c’è uno sforzo di ridistribuzione con uno sforzo di imposizione alle classi più elevate, e qui le difficoltà le ha anche Biden”.

"La proposta di Letta sulla successione è buon senso"

E infatti, dice Prodi, dalle polemiche dopo le parole di Enrico Letta sulla successione “sono rimasto sorpreso. Ho letto con cura quello che ha scritto Letta: è una cosa di buon senso. In una situazione di disparità come c’è, un minimo di imposizione delle tasse di eredità si dovrà porre. Lo hanno posto tutti i Paesi a partire dagli Stati Uniti. Questo è stato strumentalizzato come se avesse detto un’eresia, però io vedo tanta tempesta senza ragione perché la tempesta sia nata”.

"Al Patto di stabilità non si ritorna tranquillamente"

A proposito del fatto che la Commissione Ue è tornata a dire che nel 2023 rientra il Patto di stabilità, Prodi osserva: “Al Patto di stabilità non si ritorna. Quando l’ho definito stupido ho avuto grane terribili, perché ero Presidente della Commissione, ma mi rifacevo ai miei studi. Ci sono anni in cui ci vuole un grande deficit e anni in cui ci vuole un grande attivo, nessuna regola matematica può essere messa. La politica è una cosa seria, non una formula matematica, ridurla di nuovo a formula matematica sarà impossibile”.

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“Quello su Zaki è un ricatto politico”

“Questo è un gioco politico, chiamiamolo ricatto. Ritardare di 45 giorni in 45 giorni non è una misura che abbia ragioni giudiziarie, è un ricatto politico”, osserva poi Prodi parlando del caso di Patrick Zaki.” “I ricatti politici si risolvono con la politica. Credo che il Governo Italiano debba fare il possibile sia per il caso Regeni che il caso Zaki, perché si venga finalmente a un chiarimento. Le armi le abbiamo, non siamo l’ultimo Paese del mondo, ci vuole determinazione perché si tratta di accanimento giudiziario”. Sull’ipotesi della cittadinanza italiana a Zaki: “Può darsi che irriti ancora di più, è un segno di solidarietà verso un cittadino straniero però che questa sia una leva politica forte non lo so, non riesco a pensarlo. Penso occorra un’azione governativa molto più mirata e stringente”.

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“Potrebbe essere la volta di un presidente della Repubblica donna”

Interpellato poi sulla possibilità che il successore al Quirinale di Sergio Mattarella sia qualcuno di cui già si parla, Prodi afferma: “Se guardiamo all’esperienza passata no, ci sono sempre imprevisti e fatti nuovi, il presidente della Repubblica ha bisogno di una larghissima maggioranza, che si forma anche per fatti emotivi. Penso che ancora non possiamo dire chi sia. Può essere anche il caso che arrivi una donna, perché non c’è mai stato un presidente della Repubblica donna e penso possa essere una bella prospettiva. Prendiamo tutte le esperienze del passato, nella maggior parte dei casi c’è stata una sorpresa”.

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