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Primo Maggio, Fedez attacca la Lega su ddl Zan. Salvini: "Una legge c'è già"

Politica

Il rapper milanese ha recitato un monologo in cui ha preso di mira le frasi omofobe degli esponenti leghisti. Botta e risposta col segretario del Carroccio prima e dopo la sua esibizione sul palco

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Un attacco diretto al senatore leghista Ostellari, reo di osteggiare il Ddl Zan, a Matteo Salvini e a tutta la Lega. Fedez sul palco del Primo Maggio ha portato la battaglia di cui si è fatto portavoce da settimane a favore del disegno di legge contro le discriminazioni di genere. Nel suo monologo ha spiegato che "Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come Ddl Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d'altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all'uguaglianza" (LE FOTO DEL CONCERTO).

Gli "aforismi" leghisti elencati dal rapper

Poi Fedez  ha sciorinato alcuni "dei loro aforismi": "Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno", Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria; "I gay? che inizino a comportarsi come tutte le persone normali", Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia; "I gay vittime di aberrazioni della natura", Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri regionali Lombardia; "I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie", Alberto Zelger, consigliere della Lega Nord a Verona; "Il matrimonio gay porta all'estinzione della razza", Stella Khorosheva, candidata leghista; "Fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare gay", candidata della Lega Giuliana Li Vigni. 

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Il Senato non aveva tempo per il ddl Zan "perché doveva discutere l'etichettatura del vino"

Fedez ha sottolineato ancora come "qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan. Guardiamole: il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l'etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l'indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano, e il reintegro del vitalizio di Formigoni". "Quindi - ha concluso Fedez - secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. E a proposito di diritto alla vita l'ultra cattolico Jacopo Coghe, amicone del leghista Pillon, in questi mesi è stata la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan. L'antiabortista però non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un'azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo, quindi cari antiabortisti, caro Pillon, avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori e non vi siete accorti che il nemico ce l'avevate in casa. Che brutta storia".

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La polemica con Salvini

Prima che Fedez salisse sul palco, il segretario della Lega Matteo Salvini aveva intimato che non ci fossero comizi di sinistra, senza però voler citare direttamente il rapper milanese. "Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo", ha detto il leader del Carroccio. Anche in questo caso, pronta la risposta di Fedez: "Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da un anno", specificando che si assumeva "ogni responsabilità" sul suo monologo e rivendicando la libertà di espressione di un artista sul palco. Dopo l'intervento del cantante, Salvini ha replicato a Fedez su Facebook: "Adoro la Libertà. Adoro la musica, l'arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti".  Poi il leader leghista ha specificato: "Non condivido che a bimbi di 6 anni venga proposta in classe l'ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo. Viva la Libertà, che non può imporre per legge di zittire o processare chi crede che la famiglia, come anche la Costituzione prevede, sia la cellula, il nucleo, il cuore, il passato, il presente e il futuro del mondo". Fedez non ha mancato di polemizzare anche con la Rai, accusata di averlo sottoposto a censura preventiva. Viale Mazzini ha prima smentito con una nota di Rai3 condivisa dall'ad Fabrizio Salini, poi il presidente Marcello Foa ha a sua volta spiegato in un'altra nota che il testo del monologo non era stato sottoposto alla sua approvazione come è consuetudine. Fedez in tarda serata ha pubblicato un video in cui riprende una telefonata con la vice direttrice di Rai3 e con i suoi collaboratori in cui si sente chiaramente la richiesta di evitare riferimenti agli esponenti della Lega citati per le frasi omofobe. Salvini ha sarcasticamente commentato: "Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L'Italia se ne farà una ragione". 

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Fedez ricorda i lavoratori dello spettacolo: "Per loro questa non è più una festa"

Il rapper milanese nel suo monologo ha anche ricordato i lavoratori dello spettacolo, pesantemente colpiti dalla pandemia. "Buon primo maggio e buona festa a tutti i lavoratori. Anche a chi un lavoro ce l'ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare la festa dei non lavoratori se non un palco, per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa". Fedez ha ricordato che le maestranze da oltre un anno sono ferme e si è rivolto direttamente al presidente del Consiglio. "Caro Mario - ha scandito - capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e il numero di lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate a dovere fino a oggi. Quindi caro Mario, come si è esposto nel merito della superlega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie".

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