Il segretario del Partito Democratico ha parlato a tutti gli iscritti, annunciando che da luglio si aprirà un semestre di lavoro per ragionare su "un nuovo partito". Tra i temi affrontati nel suo discorso di apertura, il presente e e il futuro del Pd, le alleanze politiche, ma anche la pandemia, il voto per i sedicenni e il caso Patrick Zaki
"Il partito esiste, è vivo ed è molto vivace…Abbiamo settanta giorni da oggi al primo luglio, coinvolgeremo tutti gli organi del partito, poi partiremo con un processo che durerà un semestre e che deve essere un processo interno ed esterno al partito". A dirlo è il segretario del Pd, Enrico Letta che, nel suo discorso di apertura all'assemblea nazionale, ha annunciato un semestre di lavoro, per "ragionare su un nuovo partito".
Il leader del Partito Democratico affronta diverse tematiche: da quelle politiche alla pandemia (GLI AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS), ma lancia un appello "a tutti quelli che ci guardano da fuori o sono sulla porta: non è un semestre in cui ci guardiamo l'ombelico. Il nostro deve essere un partito che risolve i suoi problemi di identità se si costituisce come partito attrattivo e discute della democrazia".
"Democrazia sfidata a livello mondiale"
Per il segretario Pd la questione fondamentale è la democrazia: "Oggi la democrazia è sfidata a livello mondiale. Siamo rimasti tutti senza parole davanti all'assalto a Capitol Hill, siamo stati impressionati quando abbiamo visto cosa accade in alcuni Paesi europei con i principi dello stato di diritto che vengono messi sotto pressione. Abbiamo visto la scena del sofà in Turchia. Il tema della democrazia ha a che vedere con che Paese saremo dopo la pandemia". In questo senso, conferma, "le Agorà saranno un modo per aprire un dibattito in Italia sul futuro della democrazia. Un dibattito molto bello e molto intenso dal quale vorrei uscisse una risposta alla provocazione: non serve un nuovo segretario, serve un nuovo partito"
Il futuro del Pd e le elezioni
Per quanto riguarda il futuro del Partito Democratico: "Abbiamo visto che è possibile applicare il metodo partecipativo al nostro lavoro, con l'obiettivo di fare vincere l'intelligenza collettiva", dice Letta, che aggiunge: "Tutto questo funziona se c’è la volontà di investire sul dialogo al nostro interno e tra centro e periferie: si convince il Paese non se si candidano 600 persone per il proprio seggio, ma se si candidato centomila persone per convincere il Paese. Questa è l'idea per le prossime elezioni politiche. Noi vinceremo le elezioni soltanto se scatterà l'impegno di 100mila persone impegnate come se fossero tutte candidate al seggio in Parlamento", ha aggiunto. "Non si vincono le elezioni con un'ottima squadra di comunicatori o agenzie di comunicazione, meglio se americana, ma se ci sono 100mila persone in campo che convinceranno 60 milioni di italiani sulla base delle nostre idee". Poi insiste: "Le alleanze le costruiremo. Le amministrative saranno un primo test per l'avvicinamento. Sulle alleanze siamo in una fase di percorso e l'obiettivo è quello di un nuovo centrosinistra, guidato da noi, attorno a noi, che dialoga con il M5s"
approfondimento
Letta: Pd incrostato di maschilismo, serve cura shock
"Voto a sedicenni divisivo ma io rimango convinto"
Altra questione legata alle elezioni di cui ha parlato Letta è il voto ai sedicenni: "Abbiamo fatto una analisi di punti con le proposte che hanno ottenuto maggiori consensi e anche alcune criticità: importanti perché il voto ai sedicenni è un tema molto divisivo. Io sono convinto, continuo ad esserlo, sono convinto che occorra fare un grosso lavoro per venire incontro alle criticità che vengono segnalate". Poi aggiunge: "Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al lavoro sui vademecum. È stato veramente un bel segnale, voglio ringraziare Stefano Vaccari e tutto il partito, perché è stato fatto un lavoro enorme". Tra le sfide maggiori quella del digitale: "È per me la sfida del futuro. Oggi abbiamo la maggior parte dei partiti italiani che sono partiti in cui il nome del partito è sovrapponibile a quello del leader. Noi ci candidiamo a essere il partito dell'intelligenza collettiva attraverso la nostra presenza sui territori, attraverso un uso corretto del digitale che può farne un partito vincente".
approfondimento
Roma, Calenda a Letta: “Primarie legittime, nostre strade si separano”
"Vaccini? Se non ci sono difficile tenere il passo"
Sulla questione coronavirus e vaccini, Letta sostiene che "se i vaccini non ci sono, è difficile mettersi al passo con gli altri". Poi sugli ultimi provvedimenti: "Riaperture in sicurezza con la grande attenzione da dare ai temi prioritari: le attività economiche, la scuola, il mondo della cultura. L'attenzione a un mondo sovrapponibile a capitoli di business: per noi il mondo della cultura è il cuore del nostro Paese".
approfondimento
Varianti Covid, dalla inglese all'indiana: le mutazioni più diffuse
"Servono aiuti per le famiglie e per il Sud"
Sulla crisi economica: "Ieri (venerdì, 16 aprile ndr) abbiamo fortemente chiesto al governo di dare più protagonismo ai Comuni. E poi mi piace citare un punto del quale abbiamo fatto menzione con il premier Draghi, la questione della non autosufficienza. Serve un welfare che sia in grado di aiutare le famiglie che si trovano ad affrontare la sfida della non autosufficienza. La lotta alla diseguaglianza comincia da qui, dalle diseguaglianze sui territori e le diseguaglianze di genere". Letta ha poi sottolineato la necessità "che parta l'assegno unico nella seconda metà dell'anno, perché' si riesca a renderlo operativo e noi vigileremo perché' questo accada". Inoltre, "ieri abbiamo spinto perché' accanto a queste scelte ci sia un decreto imprese, lavoro e professioni". E ancora: "Abbiamo fortemente voluto che il Sud avesse un posto importante nel Pnrr. Lo abbiamo detto ieri al premier. Sul Mezzogiorno dobbiamo fare la battaglia della vita".
approfondimento
Pd, Enrico Letta nomina la nuova Segreteria nazionale: ecco la lista
"Cittadinanza a Zaki segnale importante"
Infine, il leader del Pd ha ripreso il tema della cittadinanza italiana proposta per Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato al Cairo il 7 febbraio del 2020 e da allora in carcere nel suo Paese d'origine: "La fine del mese e i diritti stanno insieme, non sono scollegati. Abbiamo fatto molto in questo mese sul tema dei diritti, sono molto soddisfatto che sul tema della cittadinanza italiana a Patrick Zaki il Parlamento abbia dato un segnale importante. Chiediamo al governo di dare seguito alla decisione sulla cittadinanza italiana a Patrick Zaki".