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Crisi Governo, Bellanova a Sky TG24: "Ricostruire coalizione e ampliarla"

Politica

La senatrice ed ex ministra dell’Agricoltura a Sky Tg24: “Nessuno può dire che non ho parlato chiaramente, sono mesi che dico ‘guardate che c’è un problema’. Tanti riconoscono che la nostra non è una battaglia strumentale”. Poi spiega: “Quando si valuta sulla base della percentuale che i sondaggi assegnano a questa o a quell’altra forza politica, e non si valuta la qualità della proposta avanzata, vuol dire che c’è un percorso che sta andando a consunzione”. E aggiunge: "Non considero una minaccia le elezioni”

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“Nessuno può dire che non ho parlato chiaramente, sono mesi che dico ‘guardate che c’è un problema’”. Così la senatrice ed ex ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, ospite a Sky Tg24, commenta la crisi di governo aperta dal suo partito, Italia Viva (AGGIORNAMENTI - SPECIALE). Una crisi ufficialmente avviata dalle sue dimissioni e da quelle dei colleghi Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto: una mossa che, secondo Bellanova, se è servita qualcosa forse sarebbe dovuta arrivare “due mesi prima”. “Non considero una minaccia le elezioni - aggiunge - dico che in questa situazione vengono brandite per portare alcuni senatori, senatrici, deputati e deputate a fare un cambio di casacca”.

“Problema se si valutano i sondaggi e non le proposte”

Riguardo a ciò che ha portato alla crisi e alla rottura del partito di Matteo Renzi, Bellanova spiega: “Quando ci si chiude, quando anche all’interno della stessa maggioranza non si risponde ai messaggi, non si risponde alle lettere, si valuta sulla base della percentuale che i sondaggi assegnano a questa o a quell’altra forza politica - e quindi a questo o a quell’altro rappresentante di governo - e non si valuta invece la qualità della proposta che viene avanzata, vuol dire che c’è un percorso che sta andando a consunzione”. E sull’ipotesi elezioni: “Smettiamola con questa storia del o si va avanti così o c'è il voto, questo Paese ha tutte le energie in questo Parlamento per rimettere insieme una coalizione che parte dal perimetro che l'ha portata avanti in questi 16 mesi e che può essere allargato ulteriormente. Mettiamoci al lavoro perché le cose da fare sono tante e non c'è più tempo da perdere”.

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“Tanti riconoscono che la nostra non è una battaglia strumentale”

“Si possono condividere o meno le modalità, ma tanti riconoscono che la nostra non è una battaglia strumentale ma abbiamo posto questioni vere che riguardano il futuro di questo Paese”, dice Bellanova. “Non è il momento di concentrarci sulle divisioni - ribadisce - ma di riprendere per mano il Paese adottando quelle azioni che lo rimettano in condizioni di ripartire”. Per l’ex ministra “l’apertura al dialogo è sempre una cosa importante” e alle accuse rivolte al leader di Iv Matteo Renzi replica: “Ma quali sarebbero i ricatti? Il Paese è fermo ed ha bisogno di avere una sua strategia per uscire dalla situazione di emergenza sanitaria ed economica. Il Paese ha bisogno di avere un suo progetto, e questo ancora non è chiaro. Ho chiesto più volte a Conte quale fosse la sua idea di sistema Paese. Noi abbiamo posto temi che dovrebbero assillare tutte le forze politiche”. Poi sui “cambi di casacca” per evitare le urne afferma: “Questo determina disgusto e allontanamento dalla politica. Bisognerebbe dire che non si può andare al voto perché in questo momento significherebbe rinunciare all’utilizzo del Recovery sul quale non c’è dubbio che siamo in ritardo. È chiaro che l’Europa non è soddisfatta del lavoro fatto e che bisogna migliorarlo. Andare al voto significa saltare tutti gli appuntamenti con l l’Europa”.

“Non abbiamo dato prima le dimissioni per portare avanti la Manovra”

Bellanova poi parla delle sue dimissioni “purtroppo necessarie per permettere a questo Paese di chiudere una crisi latente, di chiudere un blocco di attività concrete - perché al di là dell’emergenza non si è stati capaci negli ultimi mesi di immaginare politiche di rilancio per il Paese”. Ma, spiega l’ex ministra, se il suo addio ha portato allo “sblocco della delega sui servizi” e ha determinato, “seppure dopo una modifica, un miglioramento del Recovery, una presa d’atto che ancora quella proposta è debole e che rischia di metterci in grande difficoltà con l’Europa”, allora “devo dire che forse le dimissioni dovevamo darle due mesi prima”. “Non le abbiamo date - aggiunge - perché ci siamo fatti carico dello Stato, ci siamo fatti carico di portare avanti una Legge di Bilancio e non permettere che il nostro Paese non avesse una legge fondamentale per continuare anche la normale amministrazione”.

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“Valuteremo la relazione di Bonafede sul contenuto, non può metterla sul personale”

Poi parlando della relazione del ministro Alfonso Bonafede sulla giustizia, Bellanova osserva: “Se la relazione ancora non è pronta è perché bisogna rivedere ancora un po' di questioni. Bonafede sa che per noi una giustizia giusta non significa mai diventare ‘manettari’ e giustizialisti”. “Ancora prendere tempo? - aggiunge l’ex ministra - Il Paese è bloccato e ha bisogno di un Governo nel pieno delle sue funzioni, di rivedere punti fondamentali della sua programmazione, di dare risposte alle ansie dei cittadini. Noi ascolteremo e valuteremo. Certo, il ministro Bonafede non può metterla sul piano personale, si tratta di scelte politiche. E di quale idea si ha della giustizia. Valuteremo in base al contenuto della relazione. Ma è difficile che Iv darà consenso sia alla Camera che al Senato se le proposte saranno quelle su cui Bonafede si è attestato in questi anni e se la raccolta del consenso viene portata avanti in un modo non proprio qualificante”.

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