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Crisi Governo, Conte in Senato: "Senza numeri, il governo va a casa"

Politica
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Il presidente del Consiglio, dopo la Camera, è in Senato per la fiducia. Nel suo primo discorso ha parlato del decreto semplificazioni, di coronavirus e della proposta del sistema proporzionale di voto. Nel pomeriggio, rispondendo agli altri interventi, ha attaccato Italia viva e ha ribadito il suo impegno per la scuola e per gli aiuti ai cittadini durante la crisi causata dal Covid

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Giusepper Conte è in Senato per chiedere la fiducia al suo governo (IL LIVE SULLA CRISI - LO SPECIALE - IL FOTO RACCONTO DELLA GIORNATA), dopo aver incassato quella della Camera. Il presidente del Consiglio aperto la discussione nella mattinata, con il primo intervento in cui ha parlato dei temi di attualità come il coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE) e poi si è concentrato sulla crisi, sottolinenando che "servono un governo e forze parlamentari volenterose". Il premier ha ripreso la parola poi nel pomeriggio, per rispondere agli interventi dei Senatori, toccando i temi della scuola, della cassa integrazione e della riforma della giustizia. "Chiediamo un appoggio limpido, un appoggio trasparente", ha sottolineato. E rivolgendosi a Italia viva, che ha innescato la crisi, ha aggiunto: "Ho spesso difeso le vostre istanze ma a un certo punto avete preso una strada diversa, che non è quella della leale collaborazione. Diciamolo di fronte a tutti". E infine: "Se i numeri non ci sono, questo governo andrà a casa".

"Da luglio via all'assegno unico, obiettivo scuola in presenza"

Giuseppe Conte nel pomeriggio ha esordito ricordando che "il calo demografico è un problema serissimo, è uno dei cali tra i più severi degli ultimi anni. Anni fa in Germania successe la stessa cosa. Se non interveniamo adesso in tempo, rischiamo di compromettere il futuro dei nostri figli". Per il primo ministro "occorrono investimenti economici strutturati, dobbiamo investire sul futuro e non possiamo farlo creando una crisi di governo o cercando di far cadere un governo". Conte ha poi ricordato che da luglio partirà "la riforma dell'assegno unico mensile per oltre 12 milioni di bambini, un progetto avviato dalla ministra di Iv Bonetti". Ha poi parlato della scuola: "Un intero capitolo del Recovery è dedicato all'istruzione - ha ribadito - La curva epidemiologica (del coronavirus, ndr) non accenna a migliorare: ci preoccupa ma continueremo a fare di tutto, l'obiettivo è la didattica in presenza".

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"Non abbiamo meno ristori rispetto ad altri Paesi"

"Molte osservazioni hanno riguardato il nostro calo del Pil e la consistenza dei ristori - ha proseguito il primo ministro - Non corrisponde affatto al vero che l'Italia sia prima per caduta più forte del Pil. Nonostante siamo stati colpiti per primi dalla pandemia nei primi tre trimestri del 2020 il calo tendenziale del Pil è stato lo stesso che in Francia, inferiore alla Spagna e al Regno Unito". Il rimbalzo del terzo trimestre, ha ricordato Conte, "è stato tra i più alti d'Europa, il 15,9%. Gli ultimi dati ci spingono a confermare per il 2020 un calo del 9%, sensibilmente inferiore a quello previsto in estate e minore di altri Paesi europei". Il premier ha poi sottolineato che "è un'affermazione destituita di fondamento che abbiamo dato meno ristori di altri Paesi. Grazie a quella rete di protezione il pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit".

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"Il Recovery Plan non è stato elaborato in una oscura cantina di Palazzo Chigi"

Conte ha poi risposto anche all'intervento di Matteo Renzi: "Renzi ha ricostruito le ragioni del discutere la fiducia oggi. A me però non sembra che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione - ha dichiarato - Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Iv. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri". In conclusione dell'intevento, il premier ha parlato dell'operato del suo governo: "Noi abbiamo chiesto contributi ad un progetto, con scelte chiare e valoriale, con una chiara vocazione europea e atlantica. Si basa su un solido dialogo sperimentato già da almeno tre forze di maggioranza ma è ben aperto a chi vuole migliorarlo, a chi vuole dare un contributo leale- ha spiegato - È un patto di fine legislatura, ci sono tutti i margini per offrire un rendiconto ai cittadini su ciò che stiamo facendo".

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L'intervento della mattina: "Complicato governare con chi mina equilibrio"

Nella mattinata Conte aveva inaugurato gli interventi parlando della crisi. "In questi giorni ci sono state continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza - ha dichiarato - Di qui le accuse, a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non aver la capacità di decidere. Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza". Conte ha anche ricordato che "con la pandemia, con la sua sofferenza, il Paese si è unito. Si è elevato il senso di unità del governo, si sono elevate le ragioni dello stare insieme”.

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"Se la politica si eclissa, pericolo di esplosione di rabbia o scontro violento"

Il primo ministro ha ribadito il suo impegno verso le opere del decreto semplificazioni. "Si è detto che sarebbero ancora bloccate per la designazione dei commissari: innanzitutto la lista c'è ma poi non è così - ha sottolineato - le opere non sono mai state bloccate, perché i poteri dei commissari sono stati attribuiti dal decreto semplificazioni ai responsabili unici di progetto". Conte è infine tornato sulla crisi, chiedendo "un governo e forze parlamentari volenterose, consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della delicatezza dei compiti, servono donne e uomini capaci di rifuggire gli egoismi e di scacciare via la tentazione di guardare all'utile persona". Per Conte "servono persone disponibili a riconoscere l'importanza della politica. La politica è la più nobile tra le arti e tra i saperi, se indirizzata al benessere dei cittadini. Quando la politica si eclissa questa istanze rischiano di essere ai margini o, peggio di sfociare in rabbia o nello scontro violento".