
Crisi di governo, Conte ottiene la fiducia al Senato: il foto racconto della giornata
Dopo la fiducia alla Camera con 321 voti a favore, anche a Palazzo Madama Giuseppe Conte ottiene 156 "sì". Il premier nell'Aula piena aveva dichiarato: "Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza". Renzi aveva contrattaccato: "Quando si fa politica si può anche rinunciare a una poltrona non a un'idea, mi auguro che metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone perché il Paese non si merita un mercato indecoroso"

Giornata intensa al Senato dove, dopo la fiducia ottenuta il 18 gennaio alla Camera con 321 voti favorevoli, Giuseppe Conte ha affrontato la delicata prova a Palazzo Madama. Poco dopo le 22.30 è arrivato il voto finale: 156 "sì" hanno dato la fiducia al Governo
Crisi di Governo, gli aggiornamenti in diretta
Il presidente del Consiglio ha iniziato il suo intervento dai banchi del Senato, dove siede insieme ai ministri Franceschini, Speranza, Gierini, Bonafede, Di Maio, Lamorgese, D'Incà e Amendola. L'Aula è piena e ai loro posti siedono anche Matteo Salvini e Matteo Renzi
crisi di Governo, dalla Camera ok alla fiducia a Conte
Per prima cosa in Senato si è osservato un minuto di silenzio in memoria di Emanuele Macaluso, lo storico dirigente Pci morto a 96 anni. "Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso. Io credo - ha detto il premier nel suo intervento - che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana”. (Nella foto: Emanuele Macaluso)
È morto Emanuele Macaluso
Poi Conte ha ricordato che di fronte alla pandemia il governo ha dovuto "operare delicatissimi, faticosissimi, bilanciamenti dei princìpi e dei diritti costituzionali. In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo - certamente anche con fatica - convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici”
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Il discorso del presidente del Consiglio ricalca un po’ quello fatto anche alla Camera. "Con la pandemia, con la sua sofferenza, il Paese si è unito. Si è elevato il senso di unità del governo, si sono elevate le ragioni dello stare insieme”, ha detto per poi attaccare chi “mina gli equilibri” politici
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In questi giorni ci sono state "continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. Di qui le accuse - ha affermato Conte - a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non aver la capacità di decidere. Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza"

Il presidente del Consiglio in aula al Senato ha citato anche il romanzo di Elsa Morante del 1957, vincitore del Premio Strega. "Ieri la Camera ha applaudito a Procida capitale della cultura nel 2022, l'isola di Arturo". Dal romanzo Damiano Damiani trasse l'omonimo film del 1962

Nel suo discorso, il premier ha toccato vari punti dal rilancio del Sud al digital divide, alla riforma meditata del titolo V della Costituzione fino alla necessità di un Governo e forze parlamentari che riconoscano l’importanza della politica indirizzata al benessere dei cittadini. Infine la richiesta di “un appoggio limpido, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico” perché “questo è un passaggio fondamentale nella vita istituzionale del nostro Paese ed è ancora più importante la qualità del progetto politico”

Per la conclusione del discorso al Senato, Conte ha usato le stesse parole dell’intervento del 18 gennaio alla Camera: “Costruiamo questo nuovo vincolo politico, rivolto alle forze parlamentari che hanno sostenuto con lealtà il Governo e aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia. Io sono disposto a fare la mia parte. Viva l’Italia”

Il discorso di Conte è durato poco più di un'ora ed è stato scandito da 31 applausi, più numerosi dei 14 ricevuti a Montecitorio ma molto più tiepidi e provenienti in gran parte dai senatori del centrosinistra. Unica eccezione per l'applauso finale, lungo almeno un minuto e più caloroso, per cui i parlamentari del Pd e del M5s si sono alzati in piedi. Subito dopo non è mancato brusio in Aula, tanto che la presidente del Senato Elisabetta Casellati è intervenuta per chiedere di far silenzio e poter avviare il dibattito

Nessuna protesta formale da parte delle opposizioni, tranne un po' di rumoreggiare nei passaggi sul Recovery plan e sul "disagio" confessato da Conte per la crisi avviata da Iv (mai citata), mentre qualche fischio si è sentito in riferimento al piano vaccinazioni anti Covid oltre ad applausi ironici con cori "Bravo, bravo!" quando il presidente del Consiglio ha fatto appello ai "volenterosi". (Nella foto: i giornalisti fuori da Palazzo Madama)

Un lungo applauso è stato dedicato all’ingresso in Aula della senatrice a vita Liliana Segre che è stata salutata, al microfono, da Pier Ferdinando Casini durante il suo intervento

“Conte ha dimostrato in queste vicende una sua solidità e una capacità”, ha detto Casini, del gruppo Per le Autonomie, annunciando il suo voto a favore. Indotto a "un orientamento positivo" si è detto anche Mario Monti del Gruppo Misto. All’Ansa, invece, il senatore umbro Leonardo Grimani di Iv, il cui nome era stato accostato a quello dei “responsabili”, ha affermato che si asterrà

Matteo Renzi è intervenuto nel pomeriggio, rivogendosi direttamente a Conte: "Se lei parla di crisi incomprensibile, le spiego le ragioni che hanno portato la nostra esperienza al termine. Non è il governo più bello del mondo: pensiamo ci sia bisogno di un governo più forte, non pensiamo possa bastare la narrazione del 'gli altri paesi ci copiano'. Non è stata aperta ancora una crisi istituzionale perché lei non si è dimesso"

"Lei ha avuto paura di salire al Colle perché ha scelto un arrocco che spero sia utile per lei ma credo sia dannoso per le istituzioni - ha detto ancora Renzi - La crisi istituzionale non è aperta ma l'Italia vive una crisi sanitaria ed economica", ha spiegato, sottolineando come l'Italia sia il Paese con il "più alto numero di morti di Covid in rapporto alla popolazione"

"Sono mesi che chiediamo una svolta - ha proseguito Renzi - non è vero che siamo stati irresponsabili, siamo stati fin troppo pazienti. Questo è un 'kairos', un momento opportuno, ora o mai più si può fare una discussione. Chi perde oggi? Sembra che la discussione riguardi le singole persone - ha dichiarato ancora Renzi - È l'Italia che sta perdendo la più grande opportunità che ha da perdere dopo il Piano Marshall. Ecco perché le ho chiesto di fare un passo in più, non trasformi la discussione politica in una distribuzione di incarichi"

Dopo la fine degli interventi, ha ripreso parola il premier Conte, che ha parlato dell'assegno unico e della scuola: "Dobbiamo lavorare perché rimanga centrale per il Paese". Ha ricordato, poi, che l'Italia "non è la peggiore come Pil, questo non corrisponde alla realtà. Qui la pandemia è scoppiata prima di altri Paesi, ma nonostante questo il calo del Pil è stato lo stesso della Francia"

"Il rimbalzo del terzo trimestre è stato tra i più alti d'Europa, il 15,9%. Gli ultimi dati ci spingono a confermare per il 2020 un calo del 9%, sensibilmente inferiore a quello previsto in estate e minore di altri Paesi europei", ha detto Conte. "Si è detto che abbiamo dato meno ristori di altri Paesi? È un'affermazione destituita di fondamento. Grazie a quella rete di protezione il Pil è calato meno del previsto ed è stato compensato anche il deficit"

Prima dell'inizio delle votazioni sulla fiducia, ha chiesto la parola la senatrice Teresa Bellanova. "Quello in corso non è un braccio di ferro tra Iv e Renzi e Conte ma il banco di prova per capire se prevale il rispetto della Costituzione e l'interesse pubblico", sono state le sue parole. "Non può essere soltanto l'affrontare l'emergenza a tenere in piedi un governo, ci deve essere una visione, avviare la ripresa economica: resilienza è una parola vuota altrimenti e tutto questo nel suo governo manca", ha continuato prima di confermare la sua astensione al voto.

In Aula anche Matteo Salvini, che durante le dichiarazioni di voto è intervenuto scagliandosi contro il governo Conte. "I dati purtroppo dicono che siamo i primi per morti e ultimi per crescita. Lo dice il Wsj", ha detto rispondendo alle dichiarazioni di Conte sul Pil. "State litigando tra di voi sui fondi europei che non sono cose vostre ma cose di tutti, sono soldi degli italiani. Mettere in discussione il governo non è un diritto, è un dovere dei cittadini italiani", ha poi continuato

"Ricordo ai senatori a vita che legittimamente voteranno la fiducia ai 5s, cosa diceva il leader dei 5s su di loro, 'non muoiono mai, o almeno muoiono troppo tardi'", ha ricordato poi Salvini, scatenando bagarre in Aula. Poi rivolto al governo: "Non state cercando dei volenterosi, dei responsabili, ma dei complici per non perdere la poltrona"

Dopo la fine delle votazioni, la presidente Casellati ha chiesto ai senatori questori di decidere sul voto dell'ex Movimento Cinque Stelle Lello Ciampolillo. In aula si scatena è la bagarre e per diversi minuti si sono attesi i numeri finali del voto di fiducia

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo aver votato al Senato, ha lasciato Palazzo Madama senza attendere l'esito finale delle votazioni dei Senatori sul suo Governo

Sopo da poco passate le 22.30 quando la presidente del Senato Casellati, dopo aver fatto rivotare il senatore Ciampolillo e il senatore Nencini, dichiara chiuse le operazioni e annuncia il "sì" alla fiducia. Sono 156 i favorevoli, 140 i contrari e 16 gli astenuti