Matteo Mauri a Sky TG24: “Nella seconda ondata virus più forte del previsto”

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Il viceministro dell’Interno, ad Agenda, ha ricordato: "In questo Paese tutti quelli che provano a fare la predica sono quasi sempre tutti quelli che ci spiegavano che la seconda ondata non ci sarebbe stata". Poi, sull'azione del governo, ha sottolineato: "Non gli trema la mano, fa le cose che servono". E sulle polemiche per la zona rossa in Calabria ha spiegato: è stata una scelta presa per "tutelare i cittadini"

“Nella seconda ondata il virus è arrivato in maniera più forte rispetto a quanto non si aspettassero anche i più pessimisti e di conseguenza questo ha prodotto qualche problema in più. Però ricordo che in questo Paese tutti quelli che provano a fare la predica sono quasi sempre tutti quelli che ci spiegavano che la seconda ondata non ci sarebbe stata” (GLI AGGIORNAMENTI LIVE SUL COVID - LO SPECIALE). A dirlo, ad Agenda, su Sky TG24, è il viceministro dell’Interno Matteo Mauri. “Durante questa estate - ha aggiunto Mauri -  si sono per esempio trovate 37mila nuove persone per il sistema ospedaliero tra cui molti medici per cui si sono rinforzate le presenze dentro il sistema sanitario, si sono aumentate di tantissimo le terapie intensive e subintensive, si sono messi e disposizione delle Regioni molti strumenti e tantissime risorse economiche, tra cui 300 milioni per affittare mezzi dal trasporto privato. Oltre a tutto questo abbiamo immesso tantissimi miliardi a sostegno delle attività. A me non sembra proprio che non si sia fatto niente”.

Mauri: “Basta polemiche”

Mauri ha quindi aggiunto: “Eviterei le polemiche che si stanno facendo perché sono motivate sul nulla. Quando qualcuno si è trovato la possibilità di fare degli interventi non li ha fatti e ha chiesto al Governo di farli perché gli tremava un po’ la mano. Al Governo non trema la mano, fa le cose che servono e le fa su criteri oggettivi e su dati forniti dalle Regioni che sono nella cabina di regia, a differenza del Governo perché nella cabina di regia non c’è nessun politico ma ci sono solo tecnici in modo da rendere la cosa il più possibile oggettiva”. “La politica  – ha spiegato ancora – non c’entra niente nelle scelte sulla colorazione delle Regioni, perché sono la cabina di regia e il comitato tecnico scientifico che si muovono esclusivamente sulla base dei dati che le Regioni danno al Governo. Tutto quello che accadrà sarà legato esclusivamente a parametri oggettivi”.

“In Calabria zona rossa per tutelare i cittadini”

“La maggior parte delle polemiche sono fatte in maniera strumentale, quelle della Calabria sono tra queste”, ha poi precisato il viceministro. “Non conta solo il numero delle persone positive negli ultimi giorni ma tutto il sistema. Quando si dice che si sono valutati ventuno parametri più l’RT si intende proprio che si è valutata la capacità di fare tracciamento, la capacità di fare tamponi, i tempi con cui vengono fatti i tamponi, la disponibilità delle terapie intensive, subintensive e degli altri posti letto. In tutti questi parametri la Calabria è una di quelle messe peggio se non quella messa peggio e di conseguenza è per tutelare i cittadini calabresi che si è fatta questa norma così stringente, perché il rischio è che il sistema sanitario calabrese se la curva inizia a salire non è in grado di gestirla”, ha aggiunto. Mentre sulla Lombardia ha ricordato: “Ieri ha avuto 11.500 casi sui 39mila complessivi, quindi il 28%. Lavorare un po’ di più e fare un po’ meno polemica non guasta”.  

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"Le tensioni sono normali"

“Ci sono tensioni e proteste che in gran parte sono motivate da una condizione veramente di difficoltà e disagio. Che ci siano queste tensioni è assolutamente normale, ed è il motivo per cui il Governo è già andato incontro a queste difficoltà prima con un decreto da 6 miliardi, poi con uno da 4 miliardi e uno da 2 miliardi e 4, proprio per andare incontro soprattutto alle attività produttive. Abbiamo bloccato i licenziamenti ed è stata una scelta che abbiamo fatto noi per primi al mondo. Stiamo dando una mano maggiore a quelle realtà che sono nelle zone rosse e arancioni, tutto questo per alleviare il disagio”, ha spiegato ancora Mauri. “Il Governo - ha poi aggiunto -  deve sempre tutelare il diritto al dissenso e alla protesta, però quando questa è democratica e non violenta. Gli scontri di piazza a cui abbiamo assistito nelle scorse settimane sono scontri organizzati da organizzazioni estremiste, spesso di estrema destra e curve calcistiche e in alcune occasioni anche dalla Camorra oppure dal mondo dell’antagonismo, che nulla hanno a che fare con i cittadini. A questi non frega niente dei cittadini, ma giocano solo la loro partita di visibilità politica o nel caso della criminalità organizzata anche di altro tipo. Bisogna essere inflessibili su questo e distinguere le persone per bene che protestano e hanno bisogno di risposte da criminali e delinquenti”.

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