Il viceministro alla Salute ha rivendicato la scelta di 'chiudere' l'Italia nel momento più critico della pandemia: "Ha fatto risparmiare circa 600mila vite in Italia. Questo non lo dico io, né il Governo italiano, ma lo dice la scienza". Sui possibili sviluppi della Fase 3, ha aggiunto che "ci sono tre scenari a seconda di come il virus passerà. Noi ci aspettiamo un passaggio lento"
"Credo che chiudere l'Italia sia stata una scelta coraggiosa, la migliore mai fatta, che ha fatto risparmiare circa 600mila vite. Questo non lo dico io, né il governo italiano, ma lo dice la scienza". Così alla tramissione Timeline, su Sky TG24, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che ha rivendicato la decisione di porre in lockdown l'intera penisola nel momento più critico della pandemia di coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE).
"Rallentata l'avanzata del virus"
Facendo riferimento ai primi giorni di marzo, il viceministro ha spiegato che "i dati cambiavano di ora in ora. La mattina ci riunivamo con dei dati e dopo qualche ora quei dati cambiavano. Anche ciò che è stato detto il 2 marzo, già il 3 poteva essere meno valido. Nei giorni a venire, parliamo del 7-8 marzo, si è arrivati alla chiusura dell'Italia. È chiaro che uno può dire 'Chiudiamo tutta la Lombardia' due giorni prima, però sarebbe bastata una persona in un'altra città ed ecco che sarebbe partita un'altra epidemia. La chiusura è stata precoce, immediatamente dopo la presa di coscienza che l'andamento dei dati avrebbe portato poi a un'esplosione che avrebbe potuto colpire tutta Italia. È stata rallentata notevolmente l'avanzata del virus".
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"C'era nel governo chi chiedeva una chiusura più rapida"
"Non dimentichiamo che il virus è entrato in Italia da una singola porta", ha aggiunto Sileri, ossia da una singola persona portatrice della malattia. "L'ideale in quel momento" - quando cioè si doveva decidere se fare anche di Alzano e Nembro (Bergamo) zone rosse - "era di chiudere tutto il Paese, come è stato fatto", ha rivendicato. Anzi, all'interno del Governo, "c'era tra noi chi voleva una chiusura più rapida, prima che si toccasse un numero alto di morti", ha specificato poi il viceministro.
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"Sistema pronto, controllare i focolai"
Sul dossier del ministero della Salute sui possibili sviluppi della Fase tre, Sileri a Timeline ha dichiarato che il "sistema è pronto. Ci sono tre scenari a seconda di come il virus passerà: noi ci aspettiamo un passaggio lento. Avremo dei positivi, che non necessariamente saranno malati, visto anche che l'età media di chi si infetta è molto più bassa di quella di due mesi fa. I tre scenari rappresentano il modo in cui potrà essere messo sotto pressione il Sistema sanitario nazionale in termini di occupazione di posti letto. Oggi c'è un focolaio, domani potremmo averne un altro, l’importante sarà controllare quel focolaio e trasformare l’emergenza sanitaria in urgenze locali, intervenendo in tempi così rapidi da non far ripartire un’epidemia come è accaduto a febbraio-marzo" (I NUOVI FOCOLAI IN ITALIA).