Sparatoria Trieste, Mattarella ricorda agenti: “Barbara uccisione, riconoscenza e dolore”

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Il capo dello Stato, dopo l'attacco in questura, invia un messaggio al capo della polizia Gabrielli: “Considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno”. Il giorno dopo: "Nostra vita procede attraverso l'azione di tante persone sconosciute, servitori dello Stato"

"Ho appreso con profonda tristezza la notizia della barbara uccisione dell'agente scelto Matteo Demenego e dell'agente Pierluigi Rotta, feriti mortalmente presso la Questura di Trieste mentre erano impegnati in una operazione di servizio”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al capo della polizia Franco Gabrielli, ha commentato la sparatoria avvenuta nel pomeriggio davanti alla Questura del capoluogo friulano nella quale sono morti due agenti e altri tre sono rimasti feriti (GUARDA LA FOTOGALLERY - CHI ERANO MATTEO DEMENEGO E PIERLUIGI ROTTA). Il giorno dopo, Mattarella è tornato a ricordare gli agenti. Questo applauso "di affetto, riconoscenza e dolore esprime il sentimento del Paese", ha detto al termine del lungo applauso che i partecipanti alla cerimonia per i 180 anni della ferrovia Napoli-Portici hanno rivolto, in piedi, alla memoria delle due vittime. (IL CORDOGLIO DEL GOVERNO - L'OMAGGIO DELLE FORZE DELL'ORDINE - L'AUDIO DALLA QUESTURA - LE POLEMICHE SUL TWEET DI CHEF RUBIO). 

Il messaggio di Mattarella

"La nostra vita procede e si sviluppa attraverso l'azione quotidiana di tante persone sconosciute, servitori dello Stato, della nostra comunità, come i due agenti assassinati a Trieste", ha detto ancora il presidente Mattarella. Ieri, nel messaggio a Gabrielli, ha scritto: “In questa dolorosa circostanza, desidero esprimere a lei ed alla Polizia di Stato la mia solidale vicinanza rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini. La prego di far pervenire ai familiari degli agenti le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore".

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