Fondi Lega-Russia, Conte al Senato: “Savoini non ha rivestito incarichi di governo”

Politica

Il premier ha riferito a Palazzo Madama sul caso dei presunti fondi russi al Carroccio: “Nel luglio 2018 Savoini era a Mosca nella delegazione di Salvini”. I 5S sono usciti dall'Aula per protesta. Il Pd annuncia una mozione di sfiducia contro il ministro dell'Interno 

"Sulla base delle informazioni disponibili alla Presidenza del consiglio posso precisare che il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo". Lo ha assicurato il premier Giuseppe Conte nel corso della sua informativa al Senato sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. Conte ha poi spiegato che Gianluca Savoini "era presente a Mosca il 15 e 16 luglio 2018 a seguito del ministro Salvini". Durante il discorso del premier al Senato, i rappresentanti del M5S sono usciti dall'Aula: "Non era lui a doversi presentare", è stato spiegato. Intanto, il Pd ha fatto sapere che presenterà una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini, con il segretario Nicola Zingaretti che ha precisato: "Sono giorni che chiediamo al ministro di dire la verità e di venire a dirla in Parlamento: oggi Conte ha ammesso che da Salvini non ha avuto nessuna notizia". A stretto giro, la replica del vicepremier leghista che ritiene l’iniziativa del Pd “una medaglia”, come ha scritto su Twitter.

Conte: “Nessuna informazione da Salvini”

Conte nel suo discorso ha chiarito: "Salvini è stato presente a Mosca anche il 15 luglio 2018 per la finale del mondiale di calcio e il 16 luglio 2018 per l'incontro con le controparti russe. In quell'occasione fu notificata alle controparti russe dalla nostra ambasciata la composizione della delegazione italiana su indicazione del protocollo del ministero dell'Interno: la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini". Il premier ha poi spiegato di non aver “ricevuto informazioni dal ministro competente” sul caso (Matteo Salvini, ndr). In più, Conte ha spiegato che la visita a Mosca di Salvini di ottobre 2018 "è stata organizzata direttamente dal ministero dell'Interno" ed "è consistita nella partecipazione all'assemblea generale di Confindustria Russia, cui mi risulta abbia partecipato anche Savoini. Gli eventi successivi hanno rivestito carattere privato".

“Non ci sono elementi per incrinare la fiducia”

"Mi adopererò perché tutti i miei ministri e gli altri membri del governo vigilino con massimo rigore affinché negli incontri governativi siano presenti solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che siano tenute al vincolo della riservatezza. Questo per avere la massima garanzia che le informazioni riguardante l'attività di governo siano gestite con la massima cura", ha assicurato poi Conte, aggiungendo comunque che "al momento non ci sono elementi per incrinare la fiducia con membri del governo: il piano del governo è distinto dall'indagine della procura di Milano", la quale sta indagando sulla vicenda.

“Sulla Russia linea coerente, di governo e non di partito”

Sulla Russia "la nostra linea è sempre stata coerente, non ci sono elementi che mi facciano dubitare circa un indebito scostamento di uno o più membri del governo dalle linee stabilite. Mai alcuna forza del governo avrebbe potuto avere la possibilità di intrattenere rapporti di parte con altri Paesi", ha sottolineato il premier, spiegando che “ciascuna forza politica è libera di coltivare rapporti", ma "mi sono sempre adoperato affinché gli interessi di parte fossero vagliati al filtro degli interessi nazionali".

I senatori 5S fuori dall’Aula

La protesta dei senatori 5S, ha inizialmente spiegato il senatore pentastellato Michele Gianrusso, è legata "alle dichiarazioni di Conte sulla Tav". Poi, in una nota diffusa dal Movimento: "Ribadiamo il nostro rispetto per il Presidente Conte ma non era lui a doversi presentare nell'Aula del Senato per rispondere all'informativa sul caso Russia-Lega". In serata, sulla questione, è arrivato anche il commento del leader del M5s Luigi Di Maio, da Facebook: l'assenza dei senatori pentastellati in Aula "credo fosse un atto politico, perché lì ci doveva andare qualcun altro ed è per questo che i nostri senatori hanno voluto segnalare quest'assurdità in Senato". 

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