Le piace l'Italia, non la politica. Condivide le idee di suo marito che non reputa razzista. "Non mi sento attaccata, mi so difendere da sola" dichiara la moglie del generale che conosce da 23 anni fa quando lavorava nela casa editrice dell'accademia militare a Bucarest, in Romania
Occhiali da vista, capelli lunghi, niente trucco, giacca grigia e camicia abbottonata. Si presenta così Camelia Mihailescu, moglie del generale Roberto Vannacci, a Marina di Grosseto, mentre il generale è al centro dell’attenzione per la presentazione del movimento che si ispira alle sue idee. “Condivido le idee di mio marito, lo sostengo” dichiara al Corriere Tv. Seduta in seconda fila, un pò defilata, con lo sguardo attento, commenta a bassa voce le battute sulle donne nere e le vannaccine nel giorno in cui l’associazione che si ispira al generale diventa un movimento politico. “Non sono gelosa e questo ci tiene uniti da 23 anni” dichiara la moglie di Vannacci.
"Chi lo accusa di razzismo si sbaglia"
Camelia Mihailescu, mentre sfoglia con un sorriso il calendario con le vignette dedicate al consorte commenta così: “Simpatico, lanciarsi con il paracadute per lui è normale. L'ho fatto anch'io da 4000 metri”, racconta al Correre Tv. “Chi lo accusa di razzismo si sbaglia, evidentemente non lo conosce”. Poi smentisce categoricamente il fatto che l’hanno attaccata. “Mi hanno attaccata? Non è vero, e poi io mi so difendere”.
Approfondimento
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"Mi ha colpito la sua modestia"
Camelia Mihailescu di origine rumene lavorava nella casa editrice dell'accademia militare di Bucarest dove ha conosciuto suo marito con cui sta da 23 anni. “Mi ha colpito la sua modestia”. Dell’Italia parla solo che bene. “Amo l’Italia, è un paese stupendo, mi piace la sua cultura, apprezzo la moda e il cibo”. Non si perde una mostra quando può andarla a vedere ma vede spesso "il mondo al contrario più qui da voi che in Romania”.
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