Il procedimento fa seguito alle inchieste del settimanale L’Espresso e del sito BuzzFeed. I pm milanesi sono riusciti ad acquisire la registrazione audio prima che venisse pubblicata. Mosca: "Noi non siamo coinvolti". M5S: "Sì a commissione d'inchiesta"
C'è il primo nome di un indagato nell'inchiesta aperta dalla Procura di Milano con l'ipotesi di corruzione internazionale sul caso dei presunti fondi russi alla Lega: è Gianluca Savoini, il leghista presidente dell'associazione LombardiaRussia. La vicenda parte da un audio, pubblicato ieri da BuzzFeed, e da un'inchiesta giornalistica del settimanale L’Espresso. I pm milanesi sono riusciti a trovare e acquisire la registrazione prima che venisse pubblicata sul sito americano. Il fascicolo è in mano al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e ai pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro. Sono già state sentite alcune persone dalla Procura milanese. I pm devono verificare se nella presunta compravendita di petrolio una parte del prezzo - oltre a quella che, stando alla registrazione audio, doveva finire alla Lega - sia o meno arrivata a funzionari pubblici russi. Da qui l'ipotesi di corruzione internazionale. "Nessuna ingerenza nella politica italiana", ha commentato un diplomatico russo.
L'inchiesta in corso da mesi
Nella registrazione si sente uno dei due italiani, oltre al leghista Gianluca Savoini, dire agli interlocutori russi: "Il 4% per noi è sufficiente, se lo sconto arriva al 10, il 6% è vostro". Ossia, stando all'audio, una parte del prezzo della compravendita di petrolio tra una società italiana che doveva comprare (nella registrazione si parla dell'Eni, che ha smentito già ieri) e una società russa che vendeva, sarebbe dovuta arrivare alla Lega per finanziare la campagna elettorale (il 4%, ossia circa 65 milioni di dollari) e la restante parte, invece, (il 6%) sarebbe andata ai russi. L'inchiesta, è stato chiarito, è partita dopo gli articoli di stampa de L'Espresso e va avanti da mesi (a febbraio erano usciti gli articoli). Oltre all'audio, gli inquirenti avrebbero anche acquisito alcune foto per riuscire a identificare le altre persone che hanno partecipato all'incontro nell'hotel di Mosca.
Mosca: "Accuse ridicole"
Una fonte diplomatica russa di alto livello, a proposito della registrazione audio pubblicata da BuzzFeed, ha commentato: "Il governo russo non è coinvolto nella politica italiana né in quella di altri Paesi" ed è "ridicolo" muovere delle accuse in base a un file audio "con qualcuno da qualche parte che parla russo". "È molto difficile commentare quando non si hanno dati su una faccenda", ha dichiarato la fonte, aggiungendo che "è necessario capire chi sono queste persone, per chi lavorano e quali Paesi o quali organizzazioni rappresentano o non rappresentano, o se si tratta di un fake o di una cosa montata. Non ne ho idea".
M5S: "Sì a commissione d'inchiesta su finanziamenti ai partiti"
"Votiamo sì a una commissione d'inchiesta sui finanziamenti a tutti i partiti, associazioni e fondazioni collegate. Dal Pd aspettiamo ancora i nomi dei componenti della commissione d'inchiesta sulle banche", dichiarano fonti M5s, a proposito della richiesta del Pd di istituire una commissione d'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.
Giorgetti: "Qualcuno getta discredito su Salvini"
"C'è gente un po' che millanta. Vale per tutti quelli che fanno politica. Nel caso specifico a me sembra che qualche fanfarone le sparava grosse e qualcuno in modo opportunistico per chissà quali fini approfitta del fanfarone per gettare discredito su Salvini", ha commentato il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, in merito alla vicenda Lega-Russia.
L’inchiesta e la replica di Salvini
Dopo le rivelazioni del settimanale italiano, anche il sito americano BuzzFeed è tornato sul tema, pubblicando la trascrizione di un audio che sarebbe stato registrato durante un incontro tra due russi e tre italiani. Nell’audio i cinque soggetti parlerebbero di un finanziamento da parte di Mosca destinato alla Lega: tra i protagonisti, ci sarebbe anche Gianluca Savoini, presidente dell'associazione Lombardia-Russia. Dopo la pubblicazione il ministro dell’Interno italiano ha annunciato di voler sporgere querela negando, così come Savoini, di non aver “mai preso un rublo”.