Sblocca cantieri, c’è l’accordo tra Lega e M5S. Di Maio al Quirinale

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I due partiti trovano l’intesa e allontanano la crisi. La tregua dopo una telefonata “lunga e costruttiva” tra Salvini e Di Maio. Il leader pentastellato ha incontrato Mattarella al Colle, garantendogli che l’esecutivo andrà avanti

Dopo un lungo braccio di ferro, Lega e M5S hanno trovato un accordo sullo Sblocca Cantieri (IL RACCONTO DELLA GIORNATA). Il provvedimento, studiato dalla maggioranza per accelerare sulla realizzazione delle opere infrastrutturali, aveva creato una spaccatura tra i due partiti di governo e messo in discussione la sopravvivenza stessa dell’esecutivo. Tanto che lunedì il premier Giuseppe Conte aveva dato un ultimatum ai due alleati gialloverdi. A creare lo scontro, in particolare, era l’emendamento - voluto dalle Lega - che prevedeva di sospendere per due anni il codice degli appalti. L’accordo con il M5S è arrivato dopo una telefonata chiarificatrice tra Matteo Salvini e Luigi di Maio per evitare la crisi. È la “premessa” per andare avanti, ha detto Conte. Telefonata che è servita a sbloccare l'impasse sui decreti crescita e sblocca cantieri, che stanno per scadere, e a far ripartire una mediazione difficile. Dopo la chiamata, il leader pentastellato ha incontrato Sergio Mattarella al Colle, garantendogli che l’esecutivo andrà avanti. L’accordo sullo Sblocca cantieri, ancora oggetto di limature, prevede la sospensione per due anni solo di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti. Garantite le soglie in vigore per i subappalti e salvaguardati gli obblighi di sicurezza.

La telefonata tra Salvini e Di Maio

A gettare le basi della tregua tra Lega e M5S, quindi, è stata una telefonata “lunga e costruttiva” tra i due leader. La chiamata, avvenuta prima delle 10, ha segnato il "primo passo" verso la pace. I due vicepremier, comunque, si erano scambiati alcuni messaggi anche lunedì sera, dopo l'appello di Conte. La chiacchierata - dopo settimane di gelo - è servita a dipanare in tempi brevi il nodo dello Sblocca cantieri. Dopo meno di 5 ore, infatti, è arrivato l’annuncio sull’accordo trovato. Il decreto è atteso mercoledì nell’Aula del Senato: con tanto - come non succedeva da mesi - di nota congiunta firmata dai due capigruppo di M5s e Lega, Stefano Patuanelli e Massimiliano Romeo. I due vicepremier si vedranno "nelle prossime 48 ore", poi venerdì con il premier e in Consiglio dei ministri. La crisi, infatti, non è ancora del tutto sventata. La deadline la fissa Salvini: 15 giorni per capire se ci sono i margini per proseguire.

L’incontro tra Di Maio e Mattarella al Colle

La telefonata tra Salvini e Di Maio, hanno spiegato fonti governative di entrambi i partiti, è servita anche per avviare una “riflessione condivisa sui cambiamenti da apporre alla squadra di governo”. Si è parlato di un rimpasto, insomma, anche se i protagonisti non usano questo termine. Un paio di ore dopo la chiamata, poi, Di Maio ha incontrato al Colle il presidente Sergio Mattarella per un colloquio programmato da tempo. Con il capo dello Stato, hanno spiegato fonti governative M5S, il vicepremier pentastellato ha fatto il punto della situazione dopo la conferenza stampa di Conte. Di Maio avrebbe garantito che il Movimento 5 Stelle vuole proseguire con l'esperienza dell'esecutivo Conte sulla linea dell'attuazione del contratto di governo. Mattarella avrebbe preso atto della volontà di Di Maio, che coincide con quella di Conte e con alcune affermazioni del vicepremier leghista Salvini, ma avrebbe anche chiesto che si faccia presto chiarezza, esortando a riprendere l'attività di governo per rispondere ai problemi del Paese. Il presidente della Repubblica, in particolare, avrebbe espresso preoccupazione per l'economia italiana e per i conti pubblici messi sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles. Avrebbe anche fatto notare che siamo alla vigilia di scelte cruciali per l'Europa e che l'Italia deve essere rappresentata da un esecutivo autorevole e sostenuto dalle principali forze di maggioranza.

Lo scontro tra Lega e M5S

La tensione tra Lega e M5S era arrivata alle stelle lunedì nel corso della riunione a Palazzo Chigi. Riunione che Conte aveva interrotto in segno di protesta contro la decisione della Lega di non voler ritirare l'emendamento sulla sospensione del codice degli appalti. Il premier aveva anche sottolineato che il "superemendamento" di Salvini rischiava di "creare il caos" e far decadere l'intero decreto, che include misure per i terremotati.Nella notte tra lunedì e martedì, nel M5S circolava anche il timore che Conte annullasse la visita in Vietnam e salisse al Colle per dimettersi. Tra i due partiti sono volate parole di fuoco, con il ministro pentastellato Danilo Toninelli che ha accusato la Lega di voler far cadere il governo e il sottosegretario leghista Guglielmo Picchi che ha twittato "Andiamo a votare". Poi, martedì mattina, è arrivata la telefonata tra Di Maio e Salvini.

La mediazione sullo Sblocca cantieri e il decreto crescita

La chiamata ha aperto la mediazione sulla norma Salva Roma nel decreto crescita, che diventerà una più ampia Salva Comuni, e sul codice degli appalti. La Lega rinuncia alla sospensione di due anni del codice e ottiene che sia applicata all'albo dei commissari Anac, all'obbligo per i Comuni non capoluogo di rivolgersi alla stazione unica appaltante e all'appalto integrato. Il M5S incassa la soglia per il subappalto al 40% (la Lega proponeva il 100%) e la salvaguardia degli obblighi di sicurezza. Si lavora ancora per limare alcune norme, perché il M5S teme che allargare la casistica a cui poter applicare l'uso delle procedure negoziate senza bando di gara ripristini nei fatti la sospensione chiesta dalla Lega. Si tratta fino all'ultimo anche sulla valorizzazione dei rifiuti e arriva una revisione dello "scudo" per i funzionari che revocano concessioni autostradali. Se il patto reggerà, si vedrà nei prossimi giorni. Sul decreto crescita alla Camera, intanto, già si annuncia il voto di fiducia.

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