Le prime parole del leader pentastellato sui dati sul voto, con il Movimento terzo partito superato da Lega e Pd. "Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud". Ma assicura: esecutivo "va avanti"
"Restiamo comunque ago della bilancia in questo governo. Da qui in avanti più attenzione ai territori". Così il leader M5S Luigi Di Maio commenta il voto delle Europee, che vede il Movimento terza forza in Italia, superato da Lega e Pd. "Siamo stati penalizzati dall’astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare”, sottolinea Di Maio (LE PAROLE DI SALVINI - LE PAROLE DI ZINGARETTI - LIVEBLOG - LO SPECIALE - I RISULTATI IN ITALIA E IN EUROPA).
Di Maio: "La nostra gente si è astenuta, attende risposte"
Poi il vicepremier, intervistato dal Corriere della Sera, sottolinea: "Prendo atto che la nostra gente si è astenuta e attende risposte, e noi queste risposte gliele vogliamo dare". E proprio sul passo indietro alle Europee, dove il Movimento ha incassato il 17%, spiega: "Non è la prima volta che attraversiamo un momento di difficoltà, sapremo uscirne come sempre". E preannuncia novità: "Ci sarà uno scatto in avanti sull'organizzazione, saranno individuati dei responsabili specifici di area e un centro di coordinamento più capillare nelle Regioni e nei Comuni".
"Governo va avanti"
Guardando ai possibili errori, il leader del M5s spiega: ”Forse al principio siamo stati troppo silenziosi, troppo puri, se questa è una colpa me la prendo. Ma sappiamo di aver fatto tanto, faremo ancora tanto e siamo sicuri che i cittadini lo capiranno". In campagna elettorale "non ci sono stati scontri, ma un clima che ha cominciato ad infuocarsi dalla revoca di Armando Siri, indagato per corruzione. E non mi pento di aver chiesto le sue dimissioni", rimarca. Ma sulla tenuta del governo assicura: "Certo che va avanti, perché continua ad avere ampiamente i numeri e perché c'è ancora tanto da fare. Non cambierà nulla, anzi ripartiamo da oggi. Noi siamo pronti a un tavolo sul salario minimo e la flat tax. Poi il decreto sicurezza con le migliorie apportate e una legge che vincoli il miliardo del reddito agli aiuti alle famiglie". "Nessun rimpasto" di governo, aggiunge, "non avrebbe senso".