Resta alta la tensione nel governo giallo-verde dopo i casi dell'indagine sul sottosegretario e dell'assunzione da parte di Giorgetti del figlio dell'imprenditore Arata. I due saranno presto ascoltati dai pm. Di Maio incalza: "Chiederò chiarimento"
"Completerò presto la valutazione e la decisione verrà adottata nei prossimi giorni". Il premier Giuseppe Conte deciderà dopo Pasqua sulle dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione. Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente del Consiglio spiega che la scelta verrà presa “dopo avergli parlato”. Intanto cresce la tensione tra Lega e M5s, dopo l’indiscrezione del Corriere secondo cui Federico Arata, il figlio dell’imprenditore Paolo, al momento indagato insieme a Siri, sarebbe stato assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Il M5s ha chiesto subito chiarimenti. Ma da fonti del Carroccio è arrivata immediata la replica: "Arata è persona preparata”. Ma Di Maio in un'intervista a Repubblica incalza: "Nelle prossime ore chiederò a Salvini e Giorgetti un chiarimento a livello politico".
Siri e Arata hanno chiesto di essere ascoltati dai magistrati di piazzale Clodio. L'interrogatorio potrebbe esser fissato per la prossima settimana.
Di Maio: "L'innocenza la decidono i giudici, non la politica"
Siri è indagato insieme ad altre nove persone per una presunta mazzetta da 30mila euro ricevuta, secondo le accuse, per agevolare aziende considerate vicine a un imprenditore dell'eolico, Vito Nicastri, ora in carcere e ritenuto uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. “Siri è tranquillo e sono tranquillo io”, ha commentato Salvini sul caso. Ma il leader Pentastellato Luigi Di Maio, che ha chiesto le dimissioni del sottosegretario, sottolinea: "L'innocenza la decidono i giudici, non la politica. Quello era Berlusconi".
Conte: "Salvini premier? Aspetti, ha una vita per farlo"
Intanto, secondo un’altra indiscrezione del Corriere, Salvini punterebbe al voto a ottobre. Ma Conte, interrogato sulle continue liti nella maggioranza e sulle spaccature, come quella sul Salva Roma, spiega: “Era prevedibile, con le Europee alle porte, che fossero più evidenti le differenze tra le sue componenti. D’altronde, non ho mai preso in giro il Paese parlando di un esecutivo fondato sull’assoluta armonia tra forze omogenee e politicamente affini”. E aggiunge: “Queste differenze talvolta si manifestano in misura evidente, ma l’importante è la determinazione a superarle in vista del bene comune”. E su un’ipotesi che vede Salvini come premier, frena: “Ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura”.