Il sottosegretario ai Trasporti leghista, intervistato dal Corriere della Sera, si difende dall’accusa di corruzione: “Non ho mai preso un soldo da nessuno”. In giornata aggiunge: non ho sentito Conte, continuo a lavorare. Polemica per indiscrezioni su figlio di Arata
Il M5s usa “me come carne da macello ma la questione politica mi interessa relativamente. L'unica cosa che mi sta a cuore in questo momento sono i miei affetti". A parlare in un’intervista al Corriere della Sera è il sottosegretario ai Trasporti leghista Armando Siri, indagato per corruzione insieme ad altre nove persone per una presunta mazzetta da 30mila euro ricevuta, secondo le accuse, per agevolare aziende considerate vicine a un imprenditore dell'eolico Vito Nicastri, ora in carcere e ritenuto uno dei finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Siri ha detto in giornata di non aver ancora sentito il premier Conte. Intanto il vicepremier Salvini spiega: "Siri è tranquillo e sono tranquillo io". In serata un'indiscrezione del Corriere della Sera ha rivelato che il figlio dell'imprenditore Paolo Arata, indagato insieme a Siri, sarebbe stato assunto a Palazzo Chigi da Giancarlo Giorgetti.
Siri: "Ho solo presentato un emendamento, non ho preso un cent"
In giornata Siri aggiunge: "Io non so nulla. Ho presentato un emendamento che mi ha chiesto una filiera di piccoli produttori che mi dicevano di essere in difficoltà. Io non ho fatto altro che portarlo negli uffici, li è finito il mio ruolo". E aggiunge: "non sono vendibile, non sono comprabile. Chiunque dica una cosa del genere è vittima di suggestioni fantastiche". Siri infine ribadisce di non pensare alle dimissioni: "Resto perché sono innocente. Lo deciderà la magistratura che sta facendo un'indagine. La prima cosa da fare è collaborare con la magistratura come ho assolutamente intenzione di fare".
“Non ho mai preso un soldo da nessuno. Sono tranquillissimo”
"La mafia, i mafiosi, addirittura. Ma che ne so io che c'è uno dietro che è un mafioso? - ha detto Siri - Non sono mai stato a Palermo, mai stato a Trapani. Io lavoro. Certo, se mi chiamano dalle categorie... Tutti i giorni ce n'è uno che ti chiede cose". Il sottosegretario respinge le accuse: "Io non so nulla di questa storia. Mi sento come se mi avessero battuto un badile sulla faccia. Quello che so è che non ho mai preso un soldo da nessuno. Sono tranquillissimo". E aggiunge: "È una roba folle... Non pensavo che fare politica fosse così pericoloso". Infine, sulle sue dimissioni, invocate dal M5s, replica: "E per che cosa? Non esiste, la Lega è compatta e io resto dove mi trovo. So di non aver fatto nulla, mai nella vita".
Siri: non ho sentito Conte
Parlando in giornata con l’Ansa, Siri ha aggiunto di non aver sentito il premier Conte: “Io sono sempre a disposizione, con il cellulare acceso, ma allo stato non ci sono state richieste di incontri o di colloqui". Ieri Conte aveva rimarcato la necessità di un "chiarimento" da parte dell'esponente leghista. "Ora richieste di incontri in agenda non ne ho ma se ci saranno sarò ben lieto di aderire a queste richieste”.
Buffagni (M5s): "Si parla di corruzione, Salvini non può non tenerne conto"
Sulla vicenda interviene il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni, esponente del M5s: "Quando si parla di corruzione e soggetti legati a mondi mafiosi il ministro degli interni che fino ad oggi ha fatto così bene sono certo non potrà che tenerne conto", afferma. "Non si può mettere a rischio il governo di un paese sulla corruzione e sulla Mafia dove il governo del cambiamento non deve avere tentennamenti".
Cantone: bancarotta reato grave ma per Salvini no
Sulla vicenda è arrivato anche il commento del presidente dell'Anticorruzione, Raffaele Cantone, che in un'intervista su Radio dice: "Il giudizio di specchiatezza ha anche un che di soggettivo. Per me uno che patteggia una bancarotta è colpevole di una bancarotta. Poi io ho le mie valutazioni ritenendo che la bancarotta sia un reato grave, evidentemente il ministro Salvini la pensa diversamente". Il riferimento è al fatto che il ministro dell'Interno Salvini abbia definito Siri "persona onesta e specchiata”.
Pm Roma indagano su bilanci società Arata
Sul fronte investigativo, i pm della Procura di Roma sono al lavoro sulle centinaia di pagine e documenti acquisiti ieri nel corso delle perquisizione svolte in appartamenti e uffici riconducibili all'imprenditore Franco Paolo Arata, indagato anch'egli per corruzione per avere "dato o promesso" 30 mila euro all'esponente della Lega. Gli inquirenti dovranno analizzare i bilanci delle società dell'imprenditore ligure e i file presenti in una serie di pc acquisiti durante l'attività istruttoria. All'attenzione degli investigatori anche i telefoni di Arata oltre ai flussi bancari e dei conti correnti: obiettivo di chi indaga è cercare di ricostruire i rapporti che l'imprenditore, oltre che con il sottosegretario alle Infrastrutture, ha avuto con pezzi della politica e delle istituzioni. Intanto il difensore di Arata oggi ha avuto un incontro con i magistrati e ha annunciato il ricorso al tribunale del Riesame.
Corriere: “Figlio di Arata assunto a Palazzo Chigi da Giorgetti”
In serata, è emersa un’indiscrezione del Corriere della Sera, secondo cui Federico Arata, il figlio dell’imprenditore Paolo, al momento indagato insieme al sottosegretario Armando Siri, sarebbe stato stato assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Il contratto è stato firmato con il Dipartimento programmazione economica ed è stato appena registrato dalla Corte dei Conti. La Lega getta acqua sul fuoco: è una persona preparata. Ma il M5s chiede chiarimenti alla Lega.