Manovra, Di Maio: "Nessun litigio con Draghi. Stiamo bene in Europa"
PoliticaIl vicepremier ha parlato da Paternò, in Sicilia, dove ha fatto visita ai comuni alluvionati. "Ho solo espresso un parere, come lui esprime i suoi", dice sullo screzio con il presidente della Bce. Poi sui mercati: si tranquillizzano se diciamo che restiamo in Europa
"Io non ho litigato con Draghi. Ho solo espresso un parere, come lui esprime i suoi. E credo che questo sia un Paese libero in cui tutti possiamo esprimere la nostra opinione". Queste le parole del vicepremier, Luigi Di Maio, in occasione della sua visita a Paternò, in Sicilia, dove ha incontrato i rappresentanti istituzionali dei comuni alluvionati. Il riferimento è allo screzio avuto con il presidente della Bce, accusato dal Ministro del Lavoro di avvelenare il clima tra Italia ed Eurozona. Draghi aveva precedentemente dichiarato la sua preoccupazione per l'economia italiana e per lo spread in salita. Intanto, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si schiera dalla parte del presidente Bce: "Senza senso l'attacco di Di Maio, Draghi ha salvato l'Italia".
"Mercati tranquilli, nessuna uscita dall’Europa"
Ai giornalisti che hanno chiesto come si fa a tranquillizzare i mercati e le agenzie di rating, Di Maio ha risposto: "Basta dire che non usciamo dall'euro. Perché tutti si sono convinti, a causa di una narrazione sbagliata che qualcuno ha voluto fare, e non noi del governo, che l'Italia voglia uscire dall'euro e dall'Europa. Noi non soltanto ci stiamo bene, ma tra alcuni mesi si vota per le Europee e quindi l'Europa diventa di nuovo quella dei cittadini". Poi aggiunge: "Io sono sicuro che a livello europeo tutti i cittadini provocheranno una scossa forte, politica, per mandare a casa questa classe dirigente che in questi anni ha tagliato la nostra sanità, le nostre pensioni, il welfare e i servizi ai Comuni, con il debito pubblico che è perfino aumentato".
"Nessun declassamento da Standard and Poor's"
Alla domanda sul parere dell'agenzia di rating Standard and Poor's (COSA SONO), Di Maio afferma: "Non ci ha declassati. Siccome bisogna leggere il negativo anche dove non c’è, stamattina tutti dicono che ci ha 'mazzolati'. Invece deve essere ben chiara una cosa: questo governo non arretra, si farà il reddito di cittadinanza (COS'È), si farà la pensione di cittadinanza, si farà la quota 100 per mandare in pensione le persone". Le tre misure, aggiunge il vicepremier, "sono collegate perché se mandiamo l'anno prossimo in pensione cinquecentomila persone, si liberano cinquecentomila posti di lavoro, che reinseriremo, con tanti giovani e meno giovani, attraverso la formazione dei centri per l'impiego nel programma del reddito di cittadinanza". Di Maio ha quindi ribadito che "le due cose non si toccano e il reddito di cittadinanza non si ridimensiona: questo fa solo parte di leggende metropolitane che sento girare in questi giorni".
"Sosterremo le banche ma non coi soldi degli italiani"
Sempre in tema di manovra economica, Di Maio parla anche delle banche: "Noi andiamo avanti e ci facciamo scivolare addosso tutti questi 'moniti' che arrivano da istituzioni che in passato hanno approvato il peggio del peggio. Hanno detto sì alle peggiori nefandezze di questo Paese come il Jobs Act, la legge Fornero e i soldi alle banche. Noi diamo sostegno alle banche, ma non ci mettiamo un euro degli italiani".
Boccia: "Attacco a Draghi senza senso, ha salvato l'Italia"
Sulla qurelle Di Maio-Draghi è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: "L'attacco di Di Maio non ha alcun senso", dice a margine della Festa del Foglio. "Non mi sembra che Draghi sia contro l'Italia. La questione del quantitative easing è nell'interesse dell'Italia. Abbiamo un presidente di una Banca Centrale cha ha salvato l'Italia, non mi sembra affatto che sia contro il nostro Paese. Il problema è accettare le critiche, capire cosa c'è dietro e cercare di costruire e migliorare. Se tra qualche mese la crescita non arriva e ci sarà anche meno occupazione - afferma Boccia -, il Governo si giocherà una sua credibilità. Non vorrei che si usasse sempre l'alibi delle colpe degli altri". Infine sul giudizio di S&P: "Era prevedibile. Il messaggio è chiaro, c'è una debolezza nella manovra sul fronte della crescita, che dà incoerenza alle dichiarazioni del Governo, che dice che attraverso la crescita rende sostenibile questa manovra".